Sud e Nord, il capitale imperversa

I dati Istat segnalano dal gennaio '97 al gennaio '98 un minimo aumento dell'occupazione: + 118.000 unià, cioè + 0,6%. In calo però gli addetti al terziario e al commercio (specie al Sud). La "razionalizzazione" di questi settori, e di quello industriale come tendenza generale, non fa prevedere altri posti di lavoro, se non per momentanee situazioni. E comunque sempre e solo lavoro flessibile, precario e sottopagato.

Nell'industria (con meno di 500 addetti) i nuovi occupati sono solo al Nord, mentre Sud e Centro perdono altri 46.000 posti di lavoro e il potere contrattuale dei salariati si riduce ulteriormente. La diffusione dei "contratti d'area" comincia a dare i suoi frutti non tanto sul terreno dell'occupazione quanto su quello della riduzione del salario fino al 40 % sotto i minimi contrattuali.

Si diffondono le medie e piccole unità produttive e cresce il numero degli occupati con contratto a termine (8,5% del totale) e la domanda di lavoro femminile, meno retribuito. La tendenziale dispersione e "atomizzazione" dei salariati (e dei disoccupati) nel territorio prosegue; su questo fenomeno e sulle necessarie forme di intervento, punti di riferimento e metodi di lotta, le avanguardie proletarie hanno molto da riflettere e da fare.

In queste condizioni la burocrazia sindacale si muove come al solito alternando la carota e il bastone: un minimo di "assistenza sindacale" o il massimo di isolamento per chi non vuole stare al gioco dell'azienda. Quanto alle cosiddette opposizioni sindacali di base, spetta a Rifondazione il compito di controllare e tenere a bada le proteste (quando qualche proletario comincia a incazzarsi) con le sue manovrette di Governo e di ...antagonismo democratico. La funzione svolta da Bertinotti è evidentemente quella di "ultima trincea" in vista del sorgere, qua e là, di contrasti sociali pur sempre pericolose. Il Sud, in particolare, deve essere tenuto d'occhio soprattutto dopo l'esaurimento dei lavori socialmente utili, e le tensioni latenti vanno deviate opportunamente, come è avvenuto con lo sciopero generale in Campania e la manifestazione a Napoli del 20 marzo. Presenti tutte le rappresentanze istituzionali, politiche, sindacali, religiose e poliziesche: quest'ultime pronte a caricare i veri disoccupati (e così è stato) , all'insegna della lotta alla camorra, da tutti indicata come l'unico colpevole dei mali del Sud: scoraggerebbe gli investimenti statali e privati, e ostacolerebbe il "sano sviluppo" dell'economia capitalistica. La stessa economia che, invece, sopravvive diffondendo ovunque corruzione, soprusi, mafia e delinquenza, e che se meglio sembra svilupparsi al Nord lo fa solo a spese del Sud e, in tutti i casi, sfruttando la forza-lavoro dei proletari di tutte le regioni, i paesi e i continenti.

Spingere gli uni contro gli altri, disoccupati e occupati, meridionali e settentrionali, bianchi e neri, rimane ancora per la borghesia il modo migliore per esercitare il suo potere di classe dominante quando si intensificano le crisi economiche e le contraddizioni sociali. economiche e le contraddizioni sociali.

cd

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.