Damen a Bordiga sulla questione sindacale

Da una lettera-documento

Mi sembrava superfluo precisare ancora una volta la mia posizione di fronte al problema “sindacato-partito” nei moltissimi punti in cui la nostra identità di vedute è perfetta, in confronto ai pochi, anzi ai pochissimi punti, in cui la diversa valutazione nasce più che da un dissenso di principio, da una esperienza diversamente sentita perché diversamente vissuta.

Procediamo per ordine. Il nostro accordo è completo:

  1. nel respingere la parola d'ordine espressa o sottintesa e comunque praticata del boicottaggio dei sindacati, organi di aziende e agitazioni operaie;
  2. nella partecipazione, quando una nostra affermazione è materialmente possibile, ad elezioni per le C.I. con lista nostra e senza occupazione dei seggi eventualmente conquistati;
  3. nel considerare base di lavoro i gruppi di fabbrica, movendo dal partito ai luoghi di lavoro e non inversamente;
  4. nel considerare sempre valida la posizione della Sinistra che nei confronti della questione sindacale si è sempre dichiarata partecipazionista e non boicottista né scissionista.

L'accordo non appare più completo quando tale partecipazionismo si trasporta dalla fabbrica al sindacato nel quale siamo praticamente assenti e perciò materialmente impossibilitati di esercitarvi una qualsiasi influenza.

Inoltre ci differenziamo nettamente nel porre il problema della riconquista degli attuali sindacati. Tu scrivi:

“Se l'offensiva capitalista è fronteggiata da un partito comunista forte; se si strappa il proletariato alla tattica (sindacalista) C.L.N. di fronte a quelli; se lo si strappa all'influenza dell'attuale politica russa, nel momento X e paese X possono risorgere i sindacati classisti ex novo o dalla conquista, magari a legnate, degli attuali. Ciò non è storicamente da escludere. Certamente quei sindacati si formerebbero in una situazione di avanzata o di conquista del potere.”

Io penso che l'attuale sindacato corporativo (fascista, socialdemocratico o comunista non conta) per la sua funzione di organo indispensabile alla vivificazione del sistema capitalistico sia destinato a vivere fino in fondo le vicissitudini economiche, sociali e politiche del capitalismo morente e sarà spezzato con lo stato imperialista solo dall'assalto del proletariato rivoluzionario. In simile fase di avanzata o di conquista del potere il raggruppamento delle forze del proletariato non attenderà il ripetersi della prassi tradizionale del sindacato, ma avverrà attraverso nuovi organismi di massa (consigli di fabbrica, soviet od altro come in Russia e in Germania) strutturalmente e politicamente più idonei del sindacato a sentire in concreto, sotto la guida del partito rivoluzionario, i problemi del potere.

Concludendo, l'ipotesi di sottrarre il proletariato all'influenza russa pone semmai l'altra del suo cadere immediato e certo sotto l'influenza americana, sballottamento a carattere pendolare che va verificandosi a seconda della possibilità di attrazione dei due poli opposti dello schieramento imperialista.

Questo è il periodo storico forse della pluralità dei sindacati a varia colorazione politica, ma in nessun caso è o sarà quello del sindacato di classe.

Allo stato attuale i sindacati ci interessano non perché li consideriamo organismi proletari sotto la dittatura borghese, come tu pensi, ma per le masse che vi sono dentro, le quali, se da un lato sono incapaci di muoversi per forza propria sul piano di classe, sono dall'altra costantemente soggette a farsi rimorchiare sul piano delle competizioni imperialiste. Qui deve esercitarsi la nostra azione critica di rieducazione classista e di orientamento politico, accompagnata da una nostra politica sindacale da svilupparsi sui posti di lavoro dove la reazione della burocrazia sindacale appare, ad onta di tutto, meno efficace e determinante per il più libero gioco della espressione politica dei partiti.

In questo senso la necessità di un raggruppamento non importa se inizialmente modesto di proletari sul piano della più assoluta autonomia, penso debba sempre essere al centro delle preoccupazioni del partito. Sotto questa luce particolare deve essere vista l'esperienza non lontana e fortemente significativa della nostra frazione sindacale.