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Visita la sezione del sito web Introduzione alle nostre posizioni , dove inseriremo periodicamente articoli su storia e posizioni politiche del Partito Comunista Internazionalista
In sintonia con l’analisi marxista, crediamo che una vera alternativa comunista al capitalismo possa costruirsi solo grazie all’azione rivoluzionaria del proletariato: nessuno partito può sostituirsi alla classe. Per una trasformazione rivoluzionaria del sistema economico e della società crediamo però che il ruolo di un Partito rivoluzionario sia fondamentale.
Come avete ben potuto leggere siamo contro tutti i Partiti istituzionali. Ormai tutti associano la parola “Partito” alle elezioni e alle istituzioni borghesi. Questo anche grazie al vecchio Partito Comunista Italiano di Togliatti e company. La funzione che invece i rivoluzionari hanno storicamente attribuito al Partito comunista era un qualcosa di ben diverso da quello che la gente oggi (anche chi si dice comunista) è abituata a pensare. La funzione di un partito comunista è quella di:
… portare le idee socialiste e la coscienza socialista nella massa del proletariato e organizzare un partito rivoluzionario indissolubilmente legato al movimento operaio spontaneo”, “Contribuire allo sviluppo politico e all’organizzazione politica della classe operaia…
Lenin, I compiti urgenti del nostro movimento
… si deve lavorare per creare una organizzazione combattiva e condurre una agitazione politica in qualsiasi situazione, per quanto 'grigia, pacifica', in qualsiasi periodo di 'declino dello spirito rivoluzionario', anzi, proprio in questa situazione e in questi periodi è particolarmente necessario tale lavoro, poiché nei momenti degli scoppi e delle esplosioni non si farebbe in tempo a creare un’organizzazione; essa deve essere pronta per poter sviluppare subito la sua attività…
Lenin, Da che cosa cominciare
La trasformazione rivoluzionaria della società deve essere un atto che vede come protagonista la classe proletaria. Ma la massa proletaria, spontaneamente, arriva a maturare “solo” una coscienza rivendicativa, ossia una coscienza che la stimola a difendere le proprie condizioni economiche immediate, senza percepire la necessità pratica del superamento del capitalismo. Può produrre episodi di lotta anche consistenti e determinati ma non può andare oltre, da un punto di vista strategico. Questo, ovviamente, non per stupidità, ma per l’agire continuo del controllo *dominio* ideologico che la borghesia mette in campo. In particolare la borghesia è riuscita a far credere che, nonostante tutto, questo sistema economico sia l’unico “realisticamente” applicabile, che sia quasi un risultato naturale e non un prodotto storico e che, quindi, vada difeso come un bene prezioso, migliorato se è il caso, ma mai combattuto frontalmente né, tanto meno, superato.
La funzione dei comunisti è invece proprio questa: porsi come riferimento politico rivoluzionario della classe, portare nella classe le idee, la coscienza, il programma politico rivoluzionari. Il partito comunista deve essere l’organizzazione delle avanguardie rivoluzionarie, di chi ha maturato una coscienza rivoluzionaria (coscienti della natura del capitalismo e della necessità di superare questo sistema). Nel partito si raccolgono quindi i proletari più coscienti e anche i non proletari (che abbandonano gli interessi del ceto o classe di provenienza) che hanno maturato una coscienza rivoluzionaria facendo proprio l’interesse del proletariato.
Il partito rivoluzionario del proletariato non sarà un partito che contiene le masse ma un partito di avanguardie, di quadri comunisti. Esso deve essere però un partito che si rivolge alla classe nella sua totalità, visto che è questo il soggetto della rivoluzione.
I comunisti devono intervenire nella classe, indipendente dalla propria forza e indipendentemente dalla fase storica. Intervenire nelle lotte proletarie per arricchire il proprio bagaglio di esperienza, per arricchire la propria capacità di analisi e il proprio programma politico calandosi nella realtà di classe. Il partito in quanto strumento politico della lotta di classe deve compiere lo sforzo di essere presente nella lotta di classe sempre, indipendentemente dalle fasi di rinculo o di ripresa delle lotte stesse.
Attestare le forze, pur se modeste, della istanza rivoluzionaria sulle trincee, in parte distrutte, sbrecciate, malsicure, della lotta operaia; attestarle ad una militanza politica attiva e non esclusivamente ad una macchina da scrivere e ad una saggistica che per essere personale è sempre discutibilissima negli intenti come nei risultati.
O. Damen
I comunisti intervengono nella lotta di classe partecipandovi attivamente, ponendosi inoltre come riferimento politico rivoluzionario, stimolando il settore di classe dove si interviene verso una critica rivoluzionaria delle proprie condizioni di sfruttamento.
Il partito, organo di preparazione teorica, organizzazione pratica e guida politica, è dunque un prodotto, e un fattore al tempo stesso, della lotta di classe; è lo strumento indispensabile per la realizzazione della rivoluzione proletaria.
Il partito si alimenta con la costante elaborazione della teoria e della critica che contraddistinguono il socialismo scientifico; con la formazione dei suoi quadri e il loro inserimento nella quotidiana lotta politica; con la crescita organizzativa a stretto contatto con la classe e per la classe.
Il partito non sarà mai il risultato di una occasionale addizione di gruppi e di un adattamento di programmi, ma il centro di convergenza dei rivoluzionari che spontaneamente ne accettano la milizia facendo propri i suoi principi, la sua tattica e i suoi fini.
Il partito è l’organizzazione di lotta politica del proletariato rivoluzionario. Gli elementi che lo compongono sono attivamente impegnati, sui posti di lavoro, nei quartieri e in tutti gli altri ambienti proletari, nella difesa e propaganda del programma di classe - o si integrano utilmente e con compiti accessori in quella battaglia.
L’organizzazione rivoluzionaria è caratterizzata dal fatto di essere l’organizzazione di uomini e donne che condividono lo stesso metodo, gli stessi principi e gli stessi obiettivi espressi nei documenti fondamentali dell’organizzazione (piattaforma, tesi, eccetera).
Mentre i partiti della sinistra borghese si identificano con i loro organi dirigenti o addirittura con il loro capo, il partito rivoluzionario valorizza la totalità dei suoi militanti. La sua vita interna è regolata dal metodo del centralismo democratico, verso la realizzazione di quella unità organica che non deriva certo da imposizioni coatte ma - pur non esistendo garanzie assolute - fa parte di un processo di omogeneizzazione teorica e pratica il quale, attraverso la discussione sulla base dei comuni principi, permette a tutti i militanti di essere protagonisti della linea politica del Partito. E quindi di selezionare i propri dirigenti, concretizzando cioè la centralizzazione politica del Partito in organi collegiali esecutivi.
Il Partito del proletariato non può non essere internazionale e internazionalista, non può non vedere nell’unione internazionale dei proletari la forza capace di porre fine al sistema capitalista. Lavorare per il Partito significa lavorare per la futura Internazionale Comunista.
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