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Lo “scandalo Lega” e la scoperta dell’acqua calda
In aprile la Lega è stata al centro di una serie di indagini che hanno messo in luce l’esistenza di svariate “illegalità”, soprattutto fiumi di soldi pubblici intascati da molti suoi esponenti di spicco, tra cui la famiglia dello stesso Umberto Bossi e in particolare il figlio Renzo detto “il Trota”.
Senza entrare nel merito di ogni singola accusa (per la più grave, ossia i legami fra alcuni esponenti leghisti e uomini della ‘ndrangheta, rimandiamo alla recensione del libro di Enzo Ciconte “‘ndrangheta padana”) ci preme qui sottolineare che, lungi da essere una sorpresa, ciò che sta emergendo è solo la conferma di quello che abbiamo sempre sostenuto, ossia che la ruberia e la corruzione sono parte integrante del sistema politico borghese, e non un’eccezione di qualche sua componente marginale.
Se qualche ingenuo si era illuso che la Lega fosse “diversa”, aveva fatto proprio male i conti.
La Lega nasce nel 1989 sull’onda della crisi dei partiti tradizionali, travolti negli anni successivi dallo scandalo di tangentopoli che dimostrò come “la mazzetta” e il finanziamento illegale ai partiti fosse un meccanismo essenziale della politica italiana. Il Carroccio aveva dunque fatto dell’“onestà” e della “trasparenza” uno dei suoi principali cavalli di battaglia, rivelatesi ora solo propaganda, come nella migliore tradizione borghese.
Quando scoppiano questi scandali non sappiamo mai fino in fondo quanto sia dovuto alla solerzia della magistratura e quanto invece alla resa dei conti interne alle stesse forze politiche coinvolte (Maroni si presenta già come il futuro leader del partito), di sicuro c’è che proprio in questo periodo il Carroccio si atteggiava a difensore dei lavoratori del Nord, in apparente contrapposizione alle politiche anti-operaie del governo Monti, libero da interessi elettoralistici e con il sostegno dell’Unione europea. Chi non ha la memoria del tutto offuscata dal veleno ideologico borghese, infatti, ricorderà che la Lega, quando era al governo con Berlusconi, aveva avallato e favorito ogni attacco portato alla classe lavoratrice.
Mentre “il governo tecnico” fa il lavoro sporco per la classe dominante senza dover dare conto a nessun elettorato, la Lega cerca di intercettare il malcontento screscente nella piccola borghesia e nel proletariato settentrionale, colpito sempre più duramente da una crisi economica strutturale che non accenna a rallentare. Il suo ruolo, all’interno dello schieramento politico istituzionale, è evidente: separare i lavoratori del nord dal resto della classe (immigrati, meridionali, ecc.) per evitare che i proletari si muovano sul proprio terreno, autonomo e unitario, contro il padronato e i suoi governi.
In prospettiva la Lega è una forza politica estremamente pericolosa, perché con l’avanzare della crisi la borghesia cercherà in tutti i modi di evitare che si formi un compatto fronte di classe che unisca i lavoratori al di là delle categorie e della nazionalità, e tenterà di mettere i proletari gli uni contro gli altri. Visti gli ampi consensi di cui gode al nord, il Carroccio è dunque l’arma più reazionaria di cui dispone il padronato nelle regioni in cui è forte la presenza di immigrati che lavorano nelle fabbriche e nei servizi. Un altro dato con cui fare i conti sono i molti operai, la maggior parte dei quali iscritti alla CGIL, che hanno come riferimento politico la Lega. Dopo questo scandalo perderà senz’altro qualche consenso fra chi vive solo del proprio lavoro, ma finora i dirigenti non coinvolti dalle indagini sono riusciti a limitare i danni.
In futuro, dunque, l’unità di classe avrà nella Lega un pericoloso avversario. Questo scandalo non basterà a smascherare sufficientemente la sua natura del tutto organica al sistema di “Roma ladrona”, solo l’avanzare della lotta di classe su un terreno unitario e anti-capitalistico potrà fare definitivamente piazza pulita di tutte quelle forze che, dalla Lega ai sindacati corporativi, cercano di separare il fronte proletario per renderlo così estremamente debole e vulnerabile.
GekBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #05
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