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Home ›Gli affari della Fiat e di Marchionne
Nell’ultimo giovedì nero (18 agosto) le azioni Fiat sono crollate dell’11,88% e il giorno dopo di un altro 4,3% mentre il report di Golman Sachs invitava sempre a “puntare con convinzione” sui titoli del Lingotto. Precedono, e seguono, segnali allarmanti: la difficile vendita sul mercato americano, preventivata in 50mila auto “cinquecento” entro la fine 2011; il calo di vendite Fiat in Brasile, e soprattutto in Europa. (Meglio va la Volkswagen che però, con General Motors, ha già ridotto la sua produzione brasiliana.) In un mercato globale stagnante (il Capitale sognerebbe la vendita di una “quattro ruote” per ciascuno dei 6 miliardi di abitanti terrestri…), quello europeo è particolarmente negativo, specie per gli “scarsi margini di guadagno” - come lamenta Marchionne. La ripresa dell’industria auto negli Usa si fa difficile, con Wall Street alle prese col peggioramento dell’economia e le frenate dell’attività industriale in generale. Le previsioni degli “esperti”, già piuttosto grigie, si fanno nere…
La strategia integrativa di Marchionne non ha vita facile e la sua corsa per il controllo della fabbrica di Detroit incontra più di un ostacolo. Il giornalista F. Barone (L’imbroglio Fiat-Chrisler - Micromega 4, 2011) traccia un quadro interessante sull’affare italo-americano che vede pezzi di tecnologia della Fiat (brevetti su motori, produzione in Michigan del motore Fire e “offerta” del motore Multair, con valori stimati in centinaia di miliardi di euro, e reti di vendita globali) ceduti per cambiali. Azioni in cambio di industria attraverso un meccanismo che altalena svantaggi e vantaggi (ma che a conti fatti i benefici si direbbero favorevoli soprattutto agli americani, al capitale Fiat e al portafoglio personale dell’amministratore Marchionne) mettendo in gioco valori principalmente legati ai movimenti azionari ed anche ai debiti di una parte e dell’altra.
E qui va ricordato che la Fiat è nel frattempo largamente favorita dall’uso della Cassa Integrazione che le permette di muoversi con una maggiore libertà grazie a consistenti diminuzioni del costo del personale. I lavoratori che periodicamente restano a casa, anziché un salario mensile di 1.200 euro ricevono un sussidio di 850 euro, quasi da fame con i tempi che corrono e soprattutto se paragonato ai redditi di “lor signori”. È comunque pagato dall’Inps, cioè da noi, “cittadini” privilegiati con ancora un posto di lavoro: se questo non è un “finanziamento” indiretto che fa risparmiare alla Fiat centinaia di milioni di euro quando il “mercato non tira”, cos’è? Nel frattempo, a fronte di dati industriali preoccupanti (“Per sopravvivere - dichiara la Fiat - occorre produrre almeno 5,5 milioni di auto l’anno”), Marchionne ce la mette tutta per fare ripartire la Fiat-Chrysler, dove - ci tiene a precisarlo - gli operai producono di più e a testa bassa. Quanto ai promessi investimenti in Italia (20 miliardi di euro) per il momento alla cifra va tolto lo zero. E sempre a proposito di valore delle azioni Chrysler (con le quali viene pagato Marchionne) sarebbero pronte per un salto in su quando torneranno sul mercato di Wall Strett, e forse per un valore di 5 volte superiore a quello dell’anno scorso. Da parte loro, gli azionisti Fiat in due anni hanno raddoppiato il valore delle loro azioni, grazie anche alle “stangate” menate sui lavoratori. Le Borse, si sa, chiudono positivamente quando non si risparmiano attacchi ai salariati. Quanto agli investimenti (investire e produrre per la produzione e il profitto, qualunque sia il costo pagato dai lavoratori!) necessari per produrre in Italia almeno 1,4 milioni di auto entro il 2014, brutti segnali vengono dal mercato il quale si sta intasando sempre più col via vai di auto Chrysler verso l’Italia e di auto Fiat verso l’America. Non si esclude poi che le auto Chrysler possano fare una forte concorrenza al fatturato Fiat.
Standard&Poor’s ha valutato piuttosto negativamente il profilo finanziario di FiatAuto, tre anni fa giudicato invece più che “stabile”, e dando maggiore affidabilità a Chrysler. E la Fiat ci guadagna pagando meno le quote di Chrysler grazie ad una complessa formula di rapporti tra valori e utili Fiat da una parte e utili Chrysler dall’altra, al netto dei debiti finanziari di Chrysler. Questo grazie anche al prezzo delle azioni Fiat che - spiega A. Scarano, analista finanziario - “meno la Fiat vale in termini di valore complessivo e meno dovrà pagare per Chrysler”. A “modulare sapientemente investimenti e produzione sia in Chrysler che in Fiat” ci pensa Marchionne. La Casa Bianca (30 aprile 2009) aveva comunicato che “la Fiat offrirà a Chrysler miliardi di dollari in tecnologia, proprietà intellettuale e rete di distribuzione globale”. In cambio otteneva il 20% di proprietà della Chrysler. I soliti “esperti” avevano calcolato qualcosa come 8/10 miliardi di dollari così “investiti” da Fiat.
Ultimi, i Sindacati si dichiarano preoccupati e in particolare sofferenza si dichiara tutta la burocratica dirigenza a causa di queste “turbolenze e difficoltà”, naturalmente più angustiata per le sorti dell’industria nazionale che per quelle degli operai. Riguardo alle condizioni di lavoro e di vita di quest’ultimi, e per quell’aumento di produttività che assilla tutti i servi del capitale, si invocano “democratiche e responsabili contrattazioni” fra le parti, mentre si guarda allarmati per i progetti Fiat riguardanti l’Asia e altri sviluppi in zone degli Stati Uniti. Là dove si può applicare un più adeguato (minore) costo del lavoro e ricavare un più giusto (maggiore) profitto…
DCBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #09
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Comments
oh ragass---mARCHIONNE lUNEDI' O MARTEDI' 12-13 SETTEMBRE ALLA FIAT NEW HOLLAND MODENA, FACCIAMOGLI UN PO' DI FESTA, IN MASSA DAVANTI ALLO STBILIMENTO CON CORPI, VOCI, CARTELLI, RASTRELLI, FORCONI ECC ECC...
Giusto Frank! Marchionne boia, su la testa classe operaia! : )
GRAZIE MARCHIONNE, MONTEZEMOLO ED ELKANN, GRAZIE...
GRAZIE PER AVERCI PAGATO IL PDR DOPO GLI SCIOPERI DI QUEST'ESTATE...
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SUI GENERIS I LASCIAMO LIBERO ARBITRIO ALLA CREATIVITA' DEGLI OPERAI E DEI COMPAGNI CHE SARANNO PRESENTI E DURI... HOLA-CIAO-HELLO GEK
Chrysler CEO Sergio Marchionne took no salary or stock options in 2011, notes the Detroit Free Press. He did, however, take an undisclosed amount of compensation from Fiat, of which he is also CEO. Source for this article: Chrysler CEO Sergio Marchionne officially took no salary or stock in 2011