La corsa al profitto genera morte

Il giorno 17 ottobre alle ore 12 è morto Michele Cozzolino, 31 anni, padre di due figli. Michele lavorava per la ditta CEIT una delle 170 appaltatrici dei lavori di riconversione a carbone della centrale ENEL di Torvaldaliga Nord già al centro di numerose polemiche.

Da quando il cantiere è stato aperto nel marzo 2004 numerose sono state le denunce e proteste dei lavoratori in quanto la fretta e la gravosità dei carichi di lavoro sono state già causa di numerosi infortuni. Il piano di lavoro prevede un numero massimo di 2.500 operai, ma questa cifra è stata costantemente superata, in larga parte viene utilizzata forza lavoro immigrata molto flessibile e ricattabile. Le condizioni di sfruttamento sono estreme ed, attraverso il trucco della “paga globale”, di fatto gli orari di lavoro superano spesso le 10 ore giornaliere con grosse quote dello stipendio versate fuoribusta.

Michele è morto perché una trave gli è caduta in testa da 70 metri di altezza. Non erano state montate le reti di protezione che avrebbero facilmente evitato la tragedia. I suoi compagni hanno immediatamente bloccato il cantiere, messo poi sotto sequestro dall’autorità giudiziaria. Molti lavoratori hanno subito individuato nei sindacalisti dei corresponsabili di quanto accaduto, in quanto l’assenza di vigilanza sulle condizioni reali di lavoro e la continua accondiscendenza alle esigenze dell’ENEL sono tra le cause a monte di quanto è successo.

Lunedì 22 il cantiere doveva riaprire dopo il sequestro, ma i lavoratori hanno bloccato i cancelli fino al 24. Si rifiutavano di entrare se l’intero cantiere non fosse stato messo in sicurezza. L’assemblea organizzata dai sindacati la mattina del 22 per illustrare i contenuti di un accordo - con scarsi impegni sulla sicurezza e la rottura dell’unità dei lavoratori col tentativo di fare entrare due dei quattro gruppi in cui è diviso tutto il lavoro - si è trasformata in un picchetto dei lavoratori adirati contro i sindacalisti. Due giorni dopo, ai lavoratori è stata riconosciuta la retribuzione di una parte delle giornate perse, l’ENEL si è impegnata a migliorare la sicurezza... e si è tornati a lavorare tra camion che sfrecciano, decine di ditte che lavorano in contemporanea creando situazioni a rischio, ritmi di lavoro frenetici. Anche questa volta i sindacati hanno svolto il loro ruolo di mediatori del conflitto riconducendo i lavoratori alla ragione...del capitale.

Martedì 30 ottobre un operaio ci mostra una foto.. nelle strutture più alte, visibili dalla strada, non sono ancora state montate le reti di sicurezza. I lavoratori dovranno impegnarsi ancora in dure lotte, continuando a praticare e migliorando le forme della loro auto-organizzazione, restando sempre vigili nei confronti delle trappole dei mediatori sindacali, se vorranno ottenere miglioramenti reali delle loro condizioni, se vorranno evitare nuove tragedie.

Lotus

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.