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I nuovi attacchi al salario che si preparano in Germania
C’era da aspettarselo. Il governo federale utilizza l’ebbrezza nazionalistica in concomitanza dei mondiali di calcio per lanciare altri attacchi alle condizioni di vita dei salariati.
Accanto all’imposta sul valore aggiunto (passerebbe dal 16% al 19%) ed ai tagli all’assistenza sanitaria la Hartz IV o “legge di ottimizzazione” rappresenta la punta avanzata di questa offensiva pianificata.
Hartz IV, nell’uso linguistico corrente, viene intesa come sinonimo di “perdita di lavoro”, impoverimento e isolamento. Per quelli colpiti da questa legge (per meglio intendersi: quelli da più di un anno senza lavoro) Hartz IV significa, coi prezzi che aumentano sempre più, dover sopravvivere, in base alla indennità di disoccupazione (Arbeitslosengeld), con 345 euro al mese. Di fatto, significa la reale soppressione di ogni sicurezza, il controllo permanente e vessazioni perpetrate da uffici e autorità varie. Significa, stando alla discrezionalità dei corrispondenti uffici, essere obbligati ai cosiddetti “lavoro socialmente utili” per un salario di 1 euro all’ora.
Si fa passare per “ragionevole” qualsiasi offerta di lavoro: servizi di soccorso presso ospedali o centri assistenza, nelle scuole e nelle istituzioni scientifiche fino alla cura del verde pubblico passando anche attraverso la rimozione degli escrementi dei cani. Nel caso queste proposte lavorative fossero rifiutate subentrano le riduzioni delle prestazioni sociali. Con l’introduzione di Hartz IV la borghesia tedesca è riuscita a dare vita ad un settore di bassi salari e ad aumentare la pressione sui rapporti di lavoro sanciti dai contratti.
Attraverso l’inserimento della clausola “1 euro ai lavoratori occasionali” (Ein Euro Jobbern) vengono sistematicamente tenuti sotto pressione i salari e si accentua l’opera di smantellamento dei rapporti di lavoro sanciti da norme.
Quest’anno, durante le trattative contrattuali del pubblico impiego, per la prima volta, è stata inserita, come arma di dissuasione contro gli scioperi, la “Ein Euro Jobbern”. Per mezzo della Hartz IV, c’è da dire, è sorto un mercato assai lucroso per le agenzie di lavoro interinale che, con la gestione del lavoro in affitto, hanno potuto fare affari d’oro. Mentre i cosiddetti “lavoratori occasionali ad 1 euro” riescono a mettere insieme non più di 120 euro al mese questi moderni commercianti di schiavi riescono a lucrare premi fino a 300 euro a testa. Non può quindi meravigliare più che tanto se la riforma Hartz IV si mostri sempre più come un mostro burocratico e particolarmente costoso e se la borghesia si veda incoraggiata a forzare la situazione con nuovi tagli. Supportata da una campagna mediatica intrisa di livore antioperaio, la Hartz IV - diffamati i destinatari di questa riforma come parassiti sociali - alias “legge di ottimizzazione” procede speditamente in questi termini:
- i destinatari della riforma che abitano o vivono in comune si devono aspettare, in futuro, controlli più severi nonché eventuali inchieste da parte degli uffici preposti.
- viene cancellato, per i giovani o gli adulti sotto i 25 anni, il diritto all’indennità di alloggio.
- i controlli devono essere ulteriormente ampliati e deve essere creato, su scala federale, un servizio di controllo che si concentrerà esclusivamente sul pedinamento di disoccupati.
- allo stesso modo, in futuro, dovranno essere fatte, in misura sempre crescente, offerte di lavoro per verificare se persiste una “volontà alla accettazione di proposte lavorative”.
Dovessero, tali proposte, non essere accettate, comporterebbero la riduzione dell’indennità di disoccupazione (345 euro mensili) del 30% per un periodo di 3 mesi. Se, in questo lasso di tempo, altre offerte di lavoro venissero rifiutate il coefficiente di riduzione si eleverebbe al 60% mentre, nel caso di ulteriori rifiuti, la indennità medesima verrebbe ad essere soppressa. Giova ricordare come queste misure non esauriscano il tutto in quanto attualmente, nei circoli governativi, si discute, con un certo impegno, su una ulteriore riduzione dell’indennità di disoccupazione e alcuni politici della CDU sono assurti ad una certa notorietà laddove proponevano un servizio di lavoro obbligatorio per i destinatari della riforma Hartz IV.
Sebbene dibattiti del genere perseguano maggiormente l’obiettiivo di testare le reazioni pubbliche, siano esse costituite da proteste o da potenziali opposizioni, nondimeno queste misure sono certamente in agenda.
Volendo ricorrere alla metafora, il proletariato tedesco sembra, nelle attuali circostanze, un gigante addormentato che viene maltrattato a colpi di martello dalla borghesia col preciso intento di saggiarne la reattività. Finora si sono avute solo flebili proteste contro questi attacchi indiscriminati. Una manifestazione, a livello federale, per il 3 luglio a Berlino, rimane decisamente al di sotto delle aspettative riposte in essa.
Con riguardo ai processi di impoverimento e di isolamento che imperversano nella società tedesca, c’è da porre in rilievo come allo sviluppo di un movimento di protesta vengano frapposti ostacoli d’ogni genere.
Gli ancor piccoli segnali sono saldamente sotto il controllo dei sindacati e del cosiddetto “partito della sinistra” (Linkspartei) che impiegano i loro apparati per tenere sotto controllo il movimento dei lavoratori ed impedirne la crescita.
I licenziamenti alla Volkswagen, alla Allianzkonzen e gli ulteriori tagli alla spesa sanitaria ed al sistema formativo pongono in essere contrasti sociali che potrebbero dar luogo a manifestazioni già in autunno e, per le quali, i rivoluzionari dovrebbero tenersi preparati.
JostBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #7
Luglio-agosto 2006
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