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Home ›Barbarie nucleare uguale barbarie del capitale - Da Hiroshima ad oggi
Quest’anno è il 60o anniversario dei barbari bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki ad opera degli USA. Questi bombardamenti, mentre chiusero la II guerra mondiale, furono il preludio alla creazione di una forza distruttiva che può cancellare dalla faccia della terra la specie umana. A loro volta gli USA entrarono in guerra perché attaccati dai giapponesi; così per l’America la II guerra mondiale iniziò e finì col Giappone: Pearl Harbour 7 dicembre 1941, Hiroshima e Nagasaki 6-9 agosto1945. L’inizio, ci raccontano, fu dovuto all’attacco giapponese a Pearl Harbour (isole Hawaii), ma quell’attacco fu pianificato e provocato dall’amministrazione Roosevelt. Lo scopo era impedire all’imperialismo giapponese di creare una propria sfera egemonica nel sud-est asiatico trasformandolo in un’area economica dello yen, tagliando fuori gli USA da una zona che, per gli stessi motivi imperialistici, era di loro interesse. Nell’ottobre 1940 il capitano McCollum approntò un piano che indicava otto punti che avrebbero portato ad un attacco giapponese; nello stesso anno vennero interpretati i sistemi in codice sia diplomatico che della marina giapponese, così da poterne decifrare i messaggi. Roosevelt ne era a conoscenza e orientò in tal senso la politica USA; nel luglio 1941 attuò il punto H del piano che stabiliva l’embargo totale dei commerci col Giappone, mettendo quest’ultimo in una posizione insostenibile. L’attacco avvenne là dove gli americani avevano dislocato la flotta; pur sapendolo bastava non avvisare i comandi militari alle Hawaii. Così fu, 2.403 morti e 1.178 feriti, tra militari e civili, furono immolati per convincere e mobilitare l’America alla guerra. (1)
La guerra tolse gli USA dalla crisi degli anni ’30, dando l’avvio a quel complesso militare-industriale che ancora oggi domina la sua politica; inoltre gli permise di attuare il progetto di sostituire definitivamente l’Inghilterra quale potenza mondiale. L’industria e la finanza americane si trovarono anche a gestire lo sfruttamento dell’energia atomica. Dal 1942 erano in funzione tre centri nucleari per realizzare la bomba atomica (Progetto Manhattan), in uno di questi, a Los Alamos nel Nuovo Messico, il 16 luglio 1945 avvenne la prima esplosione nucleare della storia. Era finalmente pronta l’arma che, secondo i suoi finanziatori, avrebbe dato agli USA l’egemonia mondiale. Tale arma fu usata su obiettivi civili: una bomba all’uranio su Hiroshima (6 agosto 1945) e una al plutonio su Nagasaki (9 agosto 1945). Oltre alla devastazione impressionante, entro un raggio di 2 chilometri dal punto dell’esplosione ogni cosa fu arsa e distrutta, decine di migliaia di persone morirono istantaneamente dissolte nel fuoco atomico, i morti furono circa 160.000, per salire, a causa delle radiazioni, a circa 230.000 a fine 1945. E continuarono a morire. Si passò direttamente dal bombardamento ‘convenzionale’ a quello atomico. Fu fatto per piegare il Giappone e risparmiare la vita ad 1 milione di militari americani, dicono. Allora perché gli USA rifiutarono le offerte di resa del Giappone la cui sola condizione era di preservare la monarchia? Perché tanta fretta di usare l’arma atomica? Il motivo ufficiale non regge: gli Stati Maggiori Americani nel pianificare le due operazioni (novembre 1945 e marzo 1946) di invasione del Giappone valutarono le perdite in 40.000 uomini; e poi, perché invaderlo se questo era già pronto alla resa? L’obiettivo per cui si colpì il Giappone era l’URSS, il vero nemico era il cosiddetto bolscevismo. Da un lato si doveva intimorire l’URSS e dall’altro si doveva impedire che il suo intervento, concordato a Yalta, contro il Giappone (8 agosto), estendesse la sua influenza anche in Oriente. Da notare che la bomba su Nagasaki, di potenza quasi doppia rispetto a quella di Hiroshima, fu gettata per accelerare la resa giapponese. Il 14 agosto il Giappone si arrese agli USA. Iniziarono subito i piani di attacco nucleare all’URSS, il primo, del novembre 1945 prevedeva il bombardamento di 20 città con il lancio di 20-30 atomiche, ne seguirono altri 18, dal 1946 al 1957, e gli obiettivi da atomizzare passarono da 20 a 3.261. La filosofia del bombardamento atomico era concepita come annientamento del nemico, oltre che come minaccia contro la possibilità di produrre armi atomiche. Nonostante i piani gli USA non attaccarono per diversi motivi: non avevano bombe sufficienti per soddisfare i piani; non avevano bombardieri adattati per trasportare l’atomica e questi non avevano autonomia per colpire e rientrare; temevano che l’URSS avrebbe reagito occupando l’Europa occidentale fino al bacino del mediterraneo; la presenza di un nemico minaccioso avrebbe reso ingenti profitti al complesso militare-industriale; una tale azione era ingiustificabile di fronte all’ONU, all’opinione pubblica mondiale ed al proletariato mondiale; ed infine perché, nel 1949, anche l’URSS si dotò della bomba atomica. Cominciò così la corsa agli armamenti nucleari tra le due superpotenze chiamato ‘equilibrio del terrore’. (2)
Il periodo della guerra fredda
Il mondo diviso fra i due briganti imperialisti fu ferreamente soggiogato e controllato anche con l’ausilio dell’arma atomica; mentre per il proletariato mondiale fu un periodo di profondo smarrimento, che dura ancora oggi, dove la liberazione dall’oppressione del capitalismo di mercato occidentale significava cadere nel capitalismo di stato sovietico, e viceversa. Ora non interessa fare la storia della corsa agli armamenti; dei trattati, o delle migliaia di miliardi di dollari spesi, ma della causa e degli effetti di tutto ciò sulle persone fino alla 1° guerra nucleare a bassa intensità ed oltre. La contaminazione radioattiva mondiale e le sue conseguenze sulle persone sono dovute principalmente a centrali nucleari ed impianti militari, test nucleari e guerre. L’industria elettronucleare nasce come ricaduta del nucleare militare e serve allo sviluppo di quest’ultimo. Appare chiaro il vantaggio di costruire centrali nucleari civili che, producendo energia, forniscono plutonio per uso militare e allo stesso tempo ammortizzano i costi con la vendita dell’energia. Ma funzionando le centrali emettono radioattività, come pure gli impianti militari per la fabbricazione di armi nucleari. Per non dire di guasti ed incidenti: quelli più gravi si verificarono nel 1979 a Three Mile Island (USA) e nel 1986 a Cernobyl (URSS), dove vi fu un rilascio di radioattività pari a 200 volte quella delle atomiche di Hiroshima e Nagasaki. Il bilancio in morti di questa catastrofe è imprecisato, nell’arco di dieci anni furono circa 180.000 in Ucraina e 120.000 in Bielorussia, mentre le persone colpite più o meno gravemente sono circa 5 milioni. Tra il 1945 e il 1991 vengono ufficialmente effettuati 2.024 test nucleari di cui 528 nell’atmosfera e 1.496 sotterranei. Gli USA ne effettuarono complessivamente 1.022, l’URSS 715, Francia, Inghilterra e Cina 287. Nel frattempo il club nucleare si era arricchito di altri Stati: India, Pakistan ed Israele. Nello stesso periodo vennero fabbricate più di 128.000 testate nucleari, di cui 70.000 dagli USA e 55.000 dall’URSS. Gli effetti sulle persone sono invece devastanti: proliferazioni di patologie cancerogene agli organi più disparati, leucemie, malattie croniche, riduzione della vita media, mutazioni cellulari, mutazioni nei microrganismi dando luogo a morte per patologie infettive opportunistiche quali la tubercolosi e l’AIDS. È inoltre tristemente nota la vicenda dei ‘bambini medusa’ delle Isole Marshall (Oceano Pacifico) dove gli americani, dal 1946 al 1958, fecero esplodere 67 bombe atomiche col fine di perfezionarne i progetti e raccogliere dati sugli effetti del fallout radioattivo nell’uomo. Ebbene le donne incominciarono a dare alla luce qualcosa di viscido come una medusa. Cavie, come le 23.000 persone ignare, poveri, ritardati mentali, donne incinte, detenuti e soldati, che dal 1945 il Pentagono ha usato per esperimenti radioattivi. Così ha fatto l’URSS. Ma siamo tutti atomizzati: i soli test americani nell’atmosfera dal 1951 al ’63 hanno rilasciato una radioattività pari a 150 volte quella provocata dalla catastrofe di Cernobyl. E gli USA hanno fatto solo 215 dei 528 test effettuati fino al 1991, per non dire di quelli sotterranei e delle tonnellate di plutonio e di uranio prodotte che sono da smaltire. Continueremo a morire perché l’effetto della radioattività dura nel tempo: il plutonio ha una emivita (tempo di dimezzamento) di 24.000 anni ma rimane tossico per 250.000. L’uranio impoverito ha una emivita di 4,5 miliardi di anni. Si pensi inoltre che 1 milionesimo di grammo di plutonio è dose letale per l’uomo.
Il dopo guerra fredda
Con la caduta dell’URSS gli USA si trovarono ad essere la sola potenza imperialista mondiale e non perdettero tempo nell’accrescere la loro superiorità nucleare. Sconfitto il cosiddetto ‘comunismo’ occorrevano altri nemici ed ecco la formula delle ‘minacce regionali’, che permise di difendere gli interessi americani nel mondo e rafforzare la loro presenza in aree strategiche. Da qui la guerra del Golfo (1991) che possiamo definire 1° guerra nucleare a bassa intensità. Le nuove armi nucleari devono essere sperimentate evidenziando al mondo la potenza e il terrore a disposizione di chi le detiene. Tra 300 e 800 tonnellate di proiettili all’uranio impoverito (UI) furono rovesciate su Iraq e Kuwait. L’UI è il sottoprodotto, altamente tossico e radioattivo, del processo di arricchimento dell’uranio per la produzione di armi atomiche, ma è anche estremamente denso e capace di penetrare pesanti corazzature. Così rivestire un proiettile di uranio impoverito vuol dire avere armi da cui il nemico non può difendersi, infatti quella del Golfo fu un massacro più che una guerra, ma anche lo smaltimento di un prodotto tossico di scarto (gli USA ne hanno 500 mila tonnellate da smaltire). Un proiettile all’UI quando raggiunge il bersaglio brucia dando origine a particelle di ossido di uranio che, se ingerite o inalate, provocando tumori. Inoltre tali particelle sotto forma di aerosol, se sospese nell’aria, possono contaminare il territorio per decine di chilometri. L’UI emette radiazioni alfa e gamma; le radiazioni gamma possono indurre mutazione genetica nel momento in cui attraversano la cellula, quelle alfa sono altamente cancerogene. Immensa distruzione e inquinamento radioattivo sull’Iraq: terreno, acqua, soldati e civili, ma anche soldati americani. Nella guerra gli USA perdono 147 militari, ma 110.000 vengono colpiti dalla ‘sindrome del Golfo’, 9.000 muoiono ed altri continuano a morire. In Iraq si registrano forti aumenti di casi di cancro, leucemie, patologie rare e sconosciute, malformazioni alla nascita, le stesse malformazioni che colpiscono i figli dei soldati americani: bambini nati senza orecchie, senza occhi, con le dita fuse insieme o quasi senza braccia tanto che le mani sono attaccate alle spalle. Gli stessi proiettili all’UI, 15-30 tonnellate, sono stati utilizzati in Jugoslavia, dove, l’aumento generale del livello di radioattività fa riscontrare un aumento dei casi di leucemie e tumori al cervello. (3) Siamo alla mutazione genetica dell’uomo verso l’uomo-mostro. Non pensate anche voi che le ricerche genetiche, ecc. hanno tra le finalità la sostituzione dell’uomo naturale geneticamente mutante? La scienza del capitale deve trovare delle soluzioni ai disastri da questo provocati.
In questi anni la crisi di ciclo del capitalismo mondiale, iniziata negli anni ’70 del secolo scorso, e della sua frazione americana si approfondisce; gli USA sono divenuti il paese più indebitato al mondo e stanno in piedi solo perché controllano il petrolio e riescono ad imporre il dollaro come moneta nelle transazioni internazionali. Tale imposizione è mantenuta con la forza perché
in Medio Oriente e nell’Asia sud-occidentale, il nostro obiettivo generale è quello di rimanere potenza esterna predominante e preservare l’accesso statunitense e occidentale al petrolio della regione... La nuova strategia richiede che noi operiamo per impedire che qualsiasi potenza ostile domini una regione le cui risorse sarebbero sufficienti, se controllate strettamente, a generare una potenza globale.
Defence Planning Guidance for the Fiscal Years 1994-1999
Così gli USA hanno interessi e impegni che abbracciano il mondo, ma la forza è il potere nucleare. Ed il potere nucleare deve essere esclusivo, o almeno preponderante, diversamente perderebbe parte della sua efficacia. Prende il via una nuova corsa agli armamenti nucleari che si caratterizza nella riqualificazione delle armi e dei bombardieri (B-1 e B-2), con l’eliminazione di quelle obsolete. Una accelerazione avviene dopo l’11 settembre 2001; con la scusa di combattere il terrorismo gli USA si aprono la strada alla possibilità di colpire chiunque, compresi gli alleati di oggi, solo che vogliano uscire dalla loro protezione nucleare. È inoltre superfluo sottolineare l’analogia tra l’attacco alle Torri Gemelle (4) e quello a Pearl Harbour. Seguono la guerra in Afghanistan (ottobre 2001); mentre contemporaneamente gli USA stringono più stretti rapporti, installando basi militari, con le ex repubbliche sovietiche Tagikistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Kirghizistan e Kazakistan, e quella in Iraq (marzo 2003), per il controllo del petrolio, delle vie del petrolio e di un’area strategica come l’Asia centrale per contenere il pericolo così definito dal National Intelligence Council, che...
Cina, India e Russia formino un’alleanza geostrategica de facto nel tentativo di controbilanciare l’influenza statunitense e occidentale.
Global Trends 2015, dicembre 2000
Ed ancora:
Anche se gli Stati Uniti non avranno di fronte nel prossimo futuro un rivale di pari forza, esiste la possibilità che potenze regionali sviluppino capacità sufficienti a minacciare la stabilità di regioni cruciali per gli interessi statunitensi.
Quadriennal Defense Review Report, ottobre 2001
È sufficiente la minaccia agli interessi USA perché questi siano pronti a scatenare una guerra, anche nucleare. A ruota gli armamenti nucleari, andando dal controllo alla militarizzazione dello spazio (scudo spaziale), alle bombe nucleari di bassa potenza (inferiori ai 5 kiloton) da usare in ‘piccoli attacchi’, cancellando la distinzione tra guerra nucleare e convenzionale, fino ai progetti per bombe atomiche penetranti in grado di distruggere un bunker rinforzato a 30 metri sotto il livello del suolo. Mentre la nuova dottrina nucleare si fa più flessibile contemplando la possibilità di scegliere di volta in volta che tipo di armi utilizzare, fino all’attacco nucleare preventivo (Nuclear Posture Review, prefazione gennaio 2002). Anche la Russia di Putin fa la sua parte per adeguare il suo arsenale nucleare alla bisogna (missile balistico intercontinentale SS-27 Topol-M e il sottomarino da attacco nucleare della classe Akula), così la Cina, ed in generale vi è una estesa corsa all’armamento nucleare triste e agghiacciante presagio delle guerre a venire. (5)
Emblematico di questa situazione è il Trattato di Mosca del 24 maggio 2002, come il sostanziale fallimento del Trattato di non proliferazione (Tnp). Il Trattato di Mosca, lungo 3 pagine e conclusosi dopo 6 mesi di negoziati (il primo Trattato sulla riduzione delle armi nucleari strategiche START1 del 1991 durò 9 anni ed è lungo 700 pagine), stabilisce che gli USA e la Russia riducano le proprie testate nucleari entro il 31 dicembre 2012. Però non è definita nessuna tappa intermedia di verifica e riduzione delle armi ed inoltre la data ultima di attuazione del Trattato è anche la data della sua scadenza. (6)
Per quanto riguarda il Tnp il 2-27 maggio 2005 vi è stata la sua VII Conferenza di revisione. Tale revisione ha lasciato aperte le principali questioni di fondo: l’entrata in vigore del bando dei test nucleari (dopo che gli USA nel 1999 bocciarono la sua ratifica), il controllo del ciclo del combustibile nucleare, il disarmo e l’eliminazione delle armi nucleari con la conseguente libertà di ricerca, sperimentazione e realizzazione di armi nucleari di nuovo tipo al fine di eludere la distinzione tra guerra nucleare e guerra convenzionale garantita, per ora, dai trattati internazionali. (7)
Occorre forse rilanciare il movimento pacifista per il ripristino della legalità internazionale attraverso l’ONU, il rispetto della Convenzione di Ginevra, il risarcimento delle persone atomizzate, il bando dei proiettili all’UI e delle armi nucleari fino al disarmo totale? O forse auspicare la formazione di un imperialismo continentale che faccia da contrappeso a quello americano? A questi signori facciamo rispondere al generale dei Marines S. Butler che nel 1935 scrisse:
Ho trascorso gran parte della vita a mostrare i muscoli per il grande business...In breve ho fatto il malvivente, il gangster per conto del capitalismo... Ho contribuito alla purificazione del Nicaragua per la banca internazionale dei Brown Brothers tra il 1909 e il 1912. Ho fatto in modo che il Messico fosse sicuro per gli interessi petroliferi americani nel 1914... Ho contribuito a violentare una mezza dozzina di repubbliche dell’America Centrale in favore di Wall Street. In Cina, nel 1927, ho fatto sì che la Standard Oil procedesse indisturbata... Guardandomi indietro, sento che avrei potuto dare qualche dritta ad Al Capone. Il meglio che lui riuscì a fare fu imporre il suo racket a tre quartieri della stessa città. Io l’ho imposto in tre continenti. (8)
Per conto del capitalismo, ecco il motore, il prius determinante che spinge all’oppressione dell’uomo sull’uomo piegando il mondo ai suoi piedi; e per esso l’armamento atomico e le guerre sono un mezzo per perpetuarsi. È evidente come il capitalismo e la sua società borghese sappiano offrire solo guerre, terrorismo e barbarie nucleare; non hanno più niente di nuovo da dire e da dare all’umanità: devono solamente essere sostituiti da una nuova formazione sociale.
Massimo Ravizzotti(1) R.B. Stinnett, ‘Il giorno dell’inganno, la verità su Pearl Harbour’ - Net, Il Saggiatore Ed. - R. Gobbi, ‘Chi ha provocato la seconda guerra mondiale?’ - Muzzio Ed.
(2) F. Gaja, ‘Il secolo corto’ - Maquis Ed.; J.R. Pauwels, ‘Il mito della guerra buona’ - Datanews Ed. - A. Hillgruber, ‘Storia della 2° guerra mondiale’ - Laterza Ed.
(3) M. Dinucci, ‘Il potere nucleare’ - Fazi Ed. - International Action Center, ‘Il metallo del disonore, che cos’è l’uranio impoverito’ - Asterios Ed.
(4) Vedi di N.M. Ahamed, ‘Guerra alla libertà’ - Fazi Ed. e ‘Guerra alla verità’ - Fazi Ed.
(5) M. Dinucci, op. cit.
(6) M. Dinucci, op. cit
(7) Vedi gli articoli di A. Baracca sui numeri 115, 118 e 122 del mensile di informazione internazionale alternative Guerre & Pace.
(8) International Action Center, op. cit.
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Prometeo - Ricerche e battaglie della rivoluzione socialista. Rivista semestrale (giugno e dicembre) fondata nel 1946.
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VI Serie - Dicembre 2005
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