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Nigeria
Le due maggiori confederazioni sindacali, la NLC e la TUC, hanno sospeso uno sciopero generale, iniziato il 9 Giugno, dopo soli 3 giorni. Lo sciopero era una protesta contro una serie di rincari dei prezzi dei carburanti, l'ultimo dei quali il 29 Maggio li ha aumentati del 20%.
Lo sciopero è stato sospeso nonostante il fatto che una ordinanza emessa dalla Alta Corte Federale, che imponeva alle compagnie petrolifere di ripristinare i vecchi prezzi, non sia stata nei fatti rispettata. La protesta era stata ben supportata, portando al blocco completo delle attività commerciali in paesi e città in tutta la Nigeria. Si stima che l'economia nigeriana abbia perso circa un miliardo di dollari a causa dello sciopero.
Alcuni giornali riportano che il 14 Giugno, subito dopo l'inizio dello sciopero, la polizia avrebbe cominciato a presidiare tutti i punti nevralgici del paese, sia istallazioni strategiche, che incroci importanti e piazze. Inoltre camion carichi di poliziotti sarebbero stati dislocati in modo da tenere sotto continua osservazione tutti gli attivisti sindacali più noti.
Una nota di una organizzazione studentesca riporta poi un attacco della polizia su una manifestazione pacifica ad Obantoko, sempre contro il rincaro dei prezzi dei carburanti. Cinque studenti sarebbero stati raggiunti da colpi di arma da fuoco,100 arrestati e altri 100 gravemente feriti. Una persona sarebbe morta nei giorni seguenti, in seguito alle ferite.
In una diversa azione di protesta, il 16 Giugno gli infermieri del Lagos University Teaching Hospital (LUTH) hanno bloccato ogni atttività dell'ospedale, dagli uffici ai laboratori, al pronto soccorso, alla farmacia, fino alla manutenzione e al catering. Gli infermieri protestano contro il mancato pagamento di un premio pari al 20% del salario, che era stato approvato dal governo federale all'inizio del 2003. Ormai sono stati accumulati ben 19 mesi di salari arretrati.
Questa è la terza iniziativa degli infermieri sullo stesso problema, senza che mai alle molte promesse sia seguita qualche azione concreta. Questa volta i lavoratori sono intenzionati a continuare lo sciopero ad oltranza, fino al pagamento di tutto quello che è loro dovuto.
Indonesia
Sono in sciopero da più di due settimane 3000 dipendenti della Kalimanis Plywood Industry e della Santi Mumi Plywood nella città di Samarinda nell'isola del Borneo. I lavoratori chiedono il pagamento dei salari a loro dovuti negli ultimi due mesi. Nove lavoratori hanno anche cominciato lo sciopero della fame e si sono accampati fuori dal cancello principale dell'ufficio del governatore della provincia. Il 22 Giugno, i dimostranti hanno preso in ostaggio due dirigenti dell'azienda, e hanno annunciato che non saranno rilasciati prima che le loro richieste siano state soddisfatte.
Entrambe le aziende sono di proprietà della Shine Hill Limited, con sede ad Honk Kong. Un portavoce dell'azienda ha affermato che i salari non sono stati pagati perché alcuni obiettivi di vendita non sono stati raggiunti. Ha promesso poi che, entro pochi giorni, ciascun dipendente avrebbe ricevuto 58 dollari, pari esattamente alla metà di quanto dovuto.
Norvegia
I lavoratori dell'industria petrolifera in Norvegia hanno allargato la loro protesta. Dal 23 Giugno, dopo sei giorni di sciopero, la mancata produzione nazionale di petrolio è passata da 375 mila barili a 715 mila barili al giorno, a causa dello sciopero. Alcune voci riportano che il governo norvegese stia ormai considerando di invocare leggi di emergenza per porre termine allo sciopero.
Gli scioperanti chiedono migliori piani pensionistici e migliori condizioni di lavoro per gli operai delle piattaforme offshore. Allo sciopero si sono aggiunti i bacini petroliferi di Norsk Hydro's Heimdal e di Staoil's Norne.
Se la Norvegian Oil Industry Association risponderà effettivamente alle proteste con delle serrate, allora il rischio è che si giunga al blocco completo della produzione. Durante l'ultimo sciopero di larga scala in Norvegia, nel 2000, le serrate cominciarono dopo 10 giorni e il governo dovette intervenire dopo 13 giorni con leggi eccezionali per bloccare le proteste.
La Norvegia è il terzo maggiore esportatore di petrolio al mondo, e le esportazioni contano per circa il 20% del prodotto interno lordo.
Francia
Continuano le proteste dei lavoratori dell'energia in Francia, contro i piani governativi di privatizzare le Electricité de France (EDF) e la Gas de France (GDF).
Nel tentativo di controllare la situazione, il governo ha sostenuto la possibilità di conservare una quota pari al 66% della nuova azienda nelle mani dello stato e ha promesso che le modificazioni statutarie non influiranno sulle condizioni dei lavoratori o sulle loro pensioni. Naturalmente i lavoratori non si sono lasciati ingannare d a queste vaghe promesse, che malamente nascondono la volontà del governo di applicare fino in fondo i propri piani.
Il 16 Giugno, nello stesso giorno in cui il ministro delle finanze riaffermava la determinazione del governo nel portare avanti le privatizzazioni, le iniziative di protesta si sono moltiplicate. Tutto questo nonostante il disimpegno della CGT, il maggiore sindacato della categoria, che evidentemente non sta facendo niente di concreto per sostenere lo sciopero. Evitando di proclamare alcuna azione unitaria, il sindacato si limita semplicemente a far buon viso a cattivo gioco, accettando passivamente le decisioni delle assemblee dei lavoratori, in modo da evitare che le proteste gli sfuggano completamente di mano.
In ogni caso, i lavoratori sono riusciti a interrompere la fornitura di elettricità al palazzo dell'Eliseo, ai Campi Elisi e alla Torre Eiffel. La corrente è mancata a circa 52 mila utenze, tra cui il quartier generale della Confindustra francese - la UMP - i ministeri degli Interni, dell'Agricoltura, del Lavoro, la Madeleine, la Concorde, Quai d'Orsay, le ambasciate statunitense e inglese, numerosi negozi e uffici. Le azioni di protesta sono proseguite durante i giorni successivi: i lavoratori hanno occupato le centrali e gli uffici, tagliato in molti casi le forniture, ridotto le tariffe per le famiglie povere.
Il 17 Giugno i dirigenti della EDF hanno annunciato circa 100 denunce contro i lavoratori. Già la settimana precedente il primo ministro Jean-Pierre Raffarin aveva preannunciato che i lavoratori coinvolti nel taglio di forniture energetiche avrebbero dovuto fronteggiare sanzioni pesanti, perché le loro proteste erano da considerare illegali.
Senza certo lasciarsi intimorire, le proteste sono continuate senza sosta. La fornitura di corrente è stata tagliata a diversi politici nella regione di Bordeaux. La centrale di Saint-Quen, che produce il 20% della corrente di Parigi, è stata occupata. Picchetti sono stati organizzati davanti a cinque centrali nucleari, riducendo la produzione complessiva di 5700 megawatt (il 10% della capacità). Il 21 Giugno poi, mentre la fornitura di corrente è stata ripristinata per 250 mila famiglie, circa 30 complessi industriali come Renault, Lafarge, e Paris Airports sono stati soggetti a grosse riduzioni di energia durante il giorno.
micBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
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