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Home ›Noi e l'«Ottobre»
Al di là degli schemi d'una necessaria polemica; nella prospettiva d'uno schieramento unitario internazionalista.
Il miglior modo di ricordare a noi stessi e ai compagni la Rivoluzione d'Ottobre è quello di rimettere ancora una volta a fuoco la posizione del nostro partito nei confronti di questo grande avvenimento che ha visto, per la prima volta nella storia, il proletariato al centro di una esperienza rivoluzionaria di classe.
Contro chi, oggi, è giunto a non più considerare socialista ma soltanto antifeudale la rivoluzione di Ottobre, perché il potere feudale zarista è stato sconfitto da forze combinate di borghesi, operai e contadini, noi affermiamo in continuità storica con il pensiero della sinistra italiana, che la Rivoluzione d'Ottobre non ha smentito né in sede di teoria, né in sede di dinamica di classe la previsione economica e politica di Marx perché il contenuto sociale delle forze operanti nei Soviet e per i Soviet, era quello del lavoro che portava nel seno le istanze del socialismo; perché storicamente era il proletariato la forza determinante della Rivoluzione che da democratica si era fatta per ciò stesso socialista; perché era il partito bolscevico che sotto la spinta delle tesi di aprile di Lenin, era passato alla guida del moto rivoluzionario.
Ma Soviet, proletariato e partito bolscevico erano i termini di una risposta di classe al capitalismo che si era sviluppato in Russia in modo prodigioso come un potente cuneo nel cuore della prevalente feudalità economica e politica, sotto la spinta del capitale finanziario delle centrali dell'imperialismo europeo, con i segni precoci del capitalismo parassitario.
Riascoltiamo Lenin:
«Dapprincipio, insieme a tutti i contadini contro la monarchia, contro i proprietari fondiari, contro il regime medievale (e per tanto la rivoluzione resta borghese, democratico-borghese).»
Siamo evidentemente alla Rivoluzione di Febbraio.
«In seguito, insieme ai contadini poveri, ai semi proletari, a tutti gli sfruttati, contro il capitalismo e per tanto la rivoluzione diventa socialista.»
E si ha la Rivoluzione di Ottobre.
Contro chi oggi sostiene che, sconfitta la rivoluzione socialista e ritornato nella pienezza del suo potere il regime della produzione capitalista, il capitalismo russo «non è la stessa cosa di quello di ogni altro paese», noi affermiamo, in continuità storica col pensiero della sinistra italiana, che dividere il mondo del capitalismo, terribilmente unitario e monolitico pur nei suoi diversi gradi di sviluppo, in adolescente da una parte e parassitario dall'altra, qui progressivo e pacifista e là reazionario e guerrafondaio, significa comunque porre una scelta politica, significa formulare una discriminazione della stessa classe dirigente del capitalismo mondiale tra eletti e reprobi, significa portare il proprio contributo ad oscurare nella coscienza degli operai la verità solare che il capitalismo russo sfrutta e opprime il proletariato del suo paese nella stessa misura e nello stesso modo di tutti gli altri paesi capitalisti del mondo; significa in una parola preparare spiritualmente il proletariato ad essere docile strumento sotto la guida dei generali russi nella terza guerra mondiale che dovrebbe risolversi non in una rivoluzione socialista, ma nella distruzione del capitalismo americano, perché se questa cittadella non cadesse, inutile sarebbe ogni moto insurrezionale del proletariato.
Contro chi oggi pensa e scrive, dopo la violenta e tragica dispersione delle forze rivoluzionarie operata dallo stalinismo:
«a Mosca fa tutt'ora capo il grande movimento che ebbe per fulcro la rivoluzione del 1917 in Russia»
noi affermiamo in continuità storica col pensiero della sinistra italiana, che nessun movimento proletario che si richiami seriamente al marxismo, che accetti la lotta di classe, che respinga decisamente e completamente ogni forma di lotta imperialistica e abbia vissuto dolorosamente la distruzione in Russia e altrove dei partiti dell'Internazionale comunista, sarà disposto ad accettare la guida del Cremlino, portavoce del più avanzato capitalismo monopolistico, articolato dallo stato più burocratico e poliziotto che la storia ricordi.
L'Ottobre bolscevico è la prima rivoluzione socialista realizzata nel solco storico della Comune di Parigi. La futura esperienza rivoluzionaria del proletariato, quale che sia il paese in cui tale lacerazione avverrà, porterà i segni inconfondibili di questa continuità socialista perché la nostra, per essere l'epoca del più folle imperialismo e della guerra permanente, è anche e soprattutto l'epoca della rivoluzione socialista.
Onorato DamenPrometeo
Prometeo - Ricerche e battaglie della rivoluzione socialista. Rivista semestrale (giugno e dicembre) fondata nel 1946.
Prometeo #10
Anno XX - Serie III - Luglio Dicembre 1967
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