Condizioni e lotte operaie nel mondo

Bangladesh

La polizia e alcune truppe paramilitari hanno sparato contro una manifestazione di lavoratori tessili che ha avuto luogo tra il 22 ed il 23 maggio scorsi, almeno due dimostranti sono rimasti uccisi, centinaia i feriti e decine gli arrestati tra i lavoratori e gli attivisti politici, quattordici gli stabilimenti incendiati.

Circa 7000 poliziotti hanno caricato con gli sfollagente, usato lacrimogeni e hanno sparato contro i lavoratori che avevano organizzato dei blocchi stradali. Il 23 gli scioperanti si sono raccolti a Ashulia nel Savar per richiedere la scarcerazione dei compagni arrestati; la maggior parte delle fabbriche tessili a Dhaka e nelle zone limitrofe sono rimaste chiuse per tre giorni consecutivi. Contro gli scioperanti sono stati schierati più di 10.000 militari, compresi trenta plotoni della fanteria, 800 soldati delle forze speciali, la polizia anti-sommossa e quella ordinaria. Gli scontri sono iniziati quando i lavoratori della Universe Knitting Factory, nella zona di Savar, hanno iniziato uno sciopero a sostegno di numerose rivendicazioni, fra cui un immediato aumento salariale, una paga minima garantita, il pagamento degli arretrati e degli straordinari e la fine delle continue angherie inflitte dai loro capi. Lo sciopero si è rapidamente esteso ad altre zone del paese: a Dhaka e nelle aree circostanti di Shewrapara, Mirpur, Ksfrul e Tejgaon. Si tratta di una delle più imponenti ondate di lotte che abbiano mai interessato il settore tessile del Bangladesh, coinvolgendo alcune delle principali aziende esportatrici del paese. Il tessile è un settore particolarmente importante perché copre da solo l’85% delle esportazioni nazionali, ma che riesce ad essere concorrenziale solo grazie ai salari da fame (intorno ai venti dollari al mese), a ritmi di lavoro insopportabili e a una forte precarietà evidenziata anche dall’assenza di una benché minima garanzia sindacale. Le morti sul lavoro raggiungono livelli difficilmente immaginabili mentre le indennità alle famiglie delle vittime sono, di fatto, inesistenti.

La durezza della repressione si spiega proprio dall’evidente incociliabilità di interessi tra i lavoratori che vogliono porre fine a questa situazione insostenibile e i capitalisti che da queste richieste vedono messi a rischio i loro profitti.

Stati Uniti d’America

Due esempi di come la ricerca del profitto porti regolarmente ad ignorare la salute umana che non è considerata un valore ma una pura occasione di guadagno; questo è oggi evidente in tutto il mondo e non solo negli Stati Uniti dove da sempre il servizio sanitario è in mano ai privati. Alcune infermiere della Meltron Integrated Health Systems, nel Michigan, sono state licenziate dopo essersi lamentate in modo confidenziale del fatto che nella casa di cura dove lavoravano non è data un’assistenza sufficiente ai ricoverati. Tutti i dipendenti lamentano la forte mancanza di personale, per cui i degenti non ricevono le medicazioni e le cure in tempo, e spesso agli infermieri è richiesto di compiere procedure per cui non sono qualificati.

Alcuni dipendenti apprendisti di un’altra casa di cura della Meltron sono stati messi sotto accusa per negligenza e per aver cercato di nascondere, nel gennaio 2005, la morte di un assistito. Anche il governo del Michigan ha portato avanti delle cause contro tre case di cura della stessa società, accusandole di frode contro lo Stato perché ricevevano i finanziamenti dal servizio sanitario statale senza garantire gli standard minimi per il personale. La Environmental Protection Agency è stata accusata da molti lavoratori di essere in accordo con l’industria dei pesticidi per spingere gli scienziati e gli specialisti a non compiere i test su alcuni antiparassitari che potrebbero essere dannosi. I dipendenti della EPA stanno portando avanti questa importante denuncia con l’appoggio di altri dipendenti del governo e le associazioni degli scienziati.

Messico

Tre operai sono stati uccisi dalla polizia il 20 aprile nell’acciaieria Sicatsa del porto Cardenas, in Messico. Morto anche un agente durante gli scontri.

È avvenuto durante un’operazione di sgombero ordinata per interrompere uno sciopero dichiarato dai minatori. I lavoratori hanno resistito con pietre e pali all’avanzata di circa 2.000 agenti. All’origine dello sciopero c’e’ la richiesta degli operai del riconoscimento di un loro rappresentante da parte del ministero del Lavoro, che si rifiuta di farlo.

Australia

Almeno la metà dei 37.000 insegnanti che il 9 maggio hanno preso parte a uno sciopero nazionale per il pagamento dei salari arretrati accordati nel 2004, hanno continuato la protesta, ignorando l’ordine del sindacato di tornare al lavoro. Il 22 maggio la dirigenza del sindacato ha siglato un patto col governo, senza aver prima consultato i lavoratori; molti insegnanti hanno però rifiutato l’accordo e hanno chiesto le dimissioni dei sindacalisti e dicono che non torneranno a fare lezioni nelle loro classi se prima non gli saranno stati liquidati gli arretrati!

Emirati Arabi Uniti

Ci sono state molte proteste negli ultimi due mesi a Dubai, nel settore edile in rapida espansione, e una serie di risposte draconiane da parte dell’elite al potere.

L’ultima protesta è finita con dei violenti scontri tra i lavoratori che lottavano da giorni per un aumento salariale e la polizia: decine di manifestanti sono stati confinati. Il 16 maggio, 8.000 dipendenti della Besix hanno scioperato in tutti gli Emirati arabi per un aumento del salario, un più alto assegno per il cibo e molte altre rivendicazioni, tra cui la richiesta dello stipendioe dell’assegno per il cibo anche nel giorno di riposo.

Le proteste hanno fermato I lavori in circa 20 cantieri e hanno causato la perdita di molti milioni di dinari. Il 20 maggio quasi 50 lavoratori hanno, però, interrotto la sciopero. In seguito contro di loro ci sono state forti rappresaglie da parte dei loro colleghi.

Gli operai edili continuano a lamentarsi delle loro disperate condizioni e sostengono che siano comuni a molti altri settori della “fiorente economia” degli Emirati Arabi. Nel paese infatti si susseguono manifestazioni e scioperi di molti altri lavoratori per il pagamento di salari arretrati, e sia in marzo che in aprile ci sono state violenti sommosse anche per le strade della capitale, Dubai.

jt

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.