Le iniziative politiche contro la guerra del Partito Comunista Internazionalista

Diverse sono state le iniziative del partito dall'inizio del conflitto nei Balcani. Conferenze pubbliche sono state tenute in diverse città in cui siamo presenti: Milano, Torino, Parma, Bologna, Catanzaro e prossimamente a Napoli. La partecipazione è stata positiva, evidentemente la gravità del tema e la situazione sociale complessiva stanno producendo i primi sintomi di risveglio e di maggiore sensibilità rispetto a quanto hanno da dire gli internazionalisti. Ciò fa ben sperare per il futuro affinché la conoscenza della tradizione storica della Sinistra Comunista italiana, con il suo ricco e unico patrimonio rivoluzionario teorico-pratico, possa fare dei passi in avanti.

I nostri interventi hanno ribadito con forza, senza compromessi, la denuncia che la guerra in atto è guerra imperialista tra un predone di proporzioni più modeste (Milosevic) e la coalizione di grandi predoni sotto il vessillo della Nato (europei e americani), i quali non tarderanno in futuro ad azzannarsi tra loro. Che a pagare le conseguenze dei conflitti è sempre e comunque il proletariato, sia al fronte, in termini di vite umane, che sui posti di lavoro, dove la scure dei sacrifici ricadrà ancora una volta e più pesantemente sul suo capo, mentre i borghesi rimpolpano i loro affari e accumulano profitti.

Fuori dai cori e dalla retorica ufficiale, la presenza del partito è stata particolarmente compatta e organizzata a Bologna alla manifestazione del 25 aprile e a Parma il 1ø maggio. I nostri striscioni e slogan si sono caratterizzati per l'assoluta intransigenza classista contro tutti i contendenti borghesi in campo (Nato, serbi e Uck). Inoltre, alcuni compagni hanno partecipato ai cortei contro la guerra alle basi Nato di Aviano e Bagnoli, diffondendo le prese di posizione del partito.

Purtroppo anche nel campo cosiddetto "internazionalista", autodefinizione usata a sproposito da alcune formazioni politiche, si fanno dei distinguo tra i rivali in campo, appoggiando a seconda dei casi, palesemente oppure in maniera velata, uno dei fronti della guerra.

È da rilevare, inoltre, che anche quando ci si attesta su corrette posizioni di classe, spesso l'analisi della complessità economica e di conseguenza gli interessi che esprimono le diverse frazioni della borghesia, in poche parole la comprensione della dinamica del capitale e le prospettive per il proletariato rispetto la ricomposizione della propria unità e identità di classe quale premessa all'assalto rivoluzionario, siano assolutamente assenti dalle organizzazioni che si richiamano alla Sinistra Comunista.

Non è sufficiente riproporre le classiche e generali impostazioni del problema crisi-guerra, seppure sempre valide, e non sforzarsi di cogliere le specificità dell'epoca attuale. Ad esempio quando si parla di finanziarizzazione dell'economia non si può ripetere negli identici termini le analisi di Lenin, da cui ne seguì coerentemente la spiegazione della natura dell'imperialismo del primo novecento. Il capitale finanziario a quel tempo era ancora strettamente legato all'economia reale, ai titoli d'impresa e all'andamento degli investimenti diretti. Oggi prevale la speculazione sulla speculazione: i derivati e tutte le invenzioni da casinò ad essi collegati, le manovre sulle divise ecc.

In questo contesto il petrolio costituisce uno strumento essenziale tra le moderne forme di appropriazione di plusvalore estorto alla classe operaia internazionale. In sostanza controllare le maggiori aree petrolifere del pianeta significa gestirne la rendita e avere in mano un formidabile mezzo in più per imporre il dominio della propria moneta con tutto ciò che ne segue. Non comprendere questi passaggi e utilizzare vecchi schemi significa di conseguenza adottare tatticismi che invece di rompere il fronte imperialista, come si pretenderebbe, portano direttamente acqua al suo mulino.

Certamente, il pilastro determinante di tutta l'impalcatura capitalista resta il momento della produzione, ieri come oggi, ma seguirne l'evoluzione in tutti i suoi aspetti di maggiore rilievo significa potersi inserire a pieno titolo nel vivo della lotta di classe quando le circostanze lo permetteranno.

Da questo punto di vista, magari immodestamente, pensiamo di essere tra i pochi, se non gli unici, nel milieu internazionalista, a tentare di produrre analisi all'altezza dei tempi e dei compiti rivoluzionari.

cg

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.