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Home ›Elezioni in Polonia: Non piangere, Organizzare!
Il 25 ottobre si sono svolte in Polonia le elezioni parlamentari. Il risultato è stato sorprendente: Diritto e Giustizia (PiS) formerà il nuovo governo.
Dopo 8 anni di governo di Piattaforma Civica (PO), era chiaro che questo partito non sarebbe stato in grado di confermarsi alla guida del governo. Il presagio di quello che doveva venire sono state le elezioni presidenziali all'inizio di quest'anno, in cui il candidato di PO, Bronisław Komorowski, perse e il candidato del PiS, Andrzej Duda, vinse. L'arroganza della cricca di PO è stata ben riassunta da Komorowski stesso, che ha spiegato la sua sconfitta con il fatto che i giovani, troppo “esigenti”, non apprezzano ciò che è stato conquistato a fatica (da lui, tra gli altri, ovviamente), la “libertà”, e che hanno paura di correre rischi. No, signor Komorowski, ciò che voi e altri eroi della “opposizione democratica” ci avete servito dopo il 1989 non è la libertà, ma nuove catene e schiavitù! PO sostiene che 26 anni di “libertà” polacca sono stati un successo, soprattutto sotto il suo governo. Questo, però, è lontano dalla verità. La Terza Repubblica polacca è stata all'avanguardia degli orrori neoliberali sin dal suo inizio e, durante questi 8 anni, PO ha messo in atto misure di austerità severe, come ad esempio l'aumento dell'IVA (per i generi alimentari, tra le altre cose) e l'innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni (che in precedenza era di 65 per gli uomini e 60 per le donne; è anche interessante notare che uno dei famosi 21 punti del Comitato di sciopero – che comprendeva più fabbriche – nel 1980 chiedeva l'età pensionabile a 55 anni per gli uomini e 50 per le donne). Sono state fatte leggi che hanno ulteriormente deregolamentato il lavoro e ora circa 3 milioni di persone lavorano inquadrate nei cosiddetti “contratti spazzatura” (o praticamente senza contratto), senza norme che tutelino la sicurezza sul lavoro, senza l'assicurazione sanitaria o le ferie pagate. Nel 2013 il governo ha praticamente cancellato la giornata lavorativa di 8 ore. Molti ospedali “non redditizi” sono stati privatizzati, insieme con le industrie di proprietà statale, anch'esse liquidate (nel gennaio di quest'anno uno sciopero di minatori in Slesia ha fatto slittare la chiusura delle miniere e i licenziamenti). Molte scuole sono state chiuse e il fondo per l'istruzione è stato tagliato. Ulteriori tagli e privatizzazioni hanno colpito anche il sistema di trasporto pubblico, in primo luogo le ferrovie, che erano già in uno stato pietoso. Il governo PO-PSL è stato anche responsabile dei licenziamenti nel settore pubblico, del congelamento di salari e pensioni; inoltre, si era opposto all'idea di aumentare la soglia di reddito minimo esente da tasse. La disoccupazione giovanile è al 25%; 1,4 milioni di bambini e di giovani sotto i 24 anni, su 8,9 milioni, vivono sotto la soglia di povertà; i salari sono tra i più bassi dell'Unione europea (il salario mensile lordo medio è calcolato a 3942 złoty, o 939 € , ma in realtà l'80% della popolazione guadagna meno); un pensionato su cinque vive in estrema povertà.
Il primo segnale dei guai in arrivo per la coalizione di governo è stato lo scandalo intercettazioni telefoniche del 2014, in cui è stato rivelato che qualcuno aveva illegalmente registrato le conversazioni private tra politici in un ristorante e nella villa dell'ex primo ministro Donald Tusk. Le intercettazioni che hanno fatto più scalpore sono brani di conversazioni tra l'ex ministro degli esteri, Radosław Sikorski, e l'ex ministro delle finanze Jan Vincent Rostowski, pubblicati dalla rivista Wprost; si tratta di volgari e denigratorie osservazioni circa l'alleanza con gli Stati Uniti (Sikorski l'ha paragonata a una prestazione di sesso orale e ha detto che questa alleanza non è solo inutile, ma dannosa, in quanto crea un falso senso di sicurezza) e vari capi di Stato europei, come David Cameron. All'epoca ebbe una scarsa ricaduta politica, ma nel 2015 nuove rivelazioni su questa vicenda (per esempio che il recentemente scomparso Jan Kulczyk, l'uomo più ricco in Polonia, ha chiesto a Tusk l'aiuto del controspionaggio polacco nelle sue operazioni di business in Ucraina) ha portato a un rimpasto di governo. Sikorski ha rassegnato le dimissioni dalla carica di presidente del Parlamento, come hanno fatto i Ministri dello Sport, Privatizzazioni e Salute e diversi segretari di Stato.
Austerità, crescente disuguaglianza, disoccupazione cronica, scandali politici – non c'è da stupirsi che il PO non sia stato in grado di vincere in questa tornata elettorale. I politici del PO avevano da offrire solo una distinzione da quei pazzi del PiS – anzi in questa campagna elettorale Ewa Kopacz aveva ancora l'audacia di invitare la gente a votare PO, in quanto il voto per i partiti minori avrebbe facilitato la vittoria del PiS. La gente improvvisamente ha optato per il diavolo, che si supponeva di aver tenuto a bada per 8 anni. Il PiS è un partito nazionale conservatore cattolico. Il suo leader è Jarosław Kaczyński, fratello gemello dell'ex presidente polacco Lech Kaczyński, morto nell'incidente aereo di Smolensk nel 2010. Kaczynski è un populista che sfrutta la rabbia dei lavoratori verso l'élite dominante di orientamento PO. Naturalmente, dirige il malcontento in canali molto reazionari. Nella corsa alle elezioni, Kaczyński era uno dei politici partecipanti a una crociata razzista anti-immigrati (arrivando ad affermare che gli immigrati/rifugiati porteranno malattie e parassiti, cosa che ci ricorda la propaganda nazista sugli ebrei). Il PiS ha promesso, tra le altre cose, di aumentare le sovvenzioni per i bambini (“500 złoty per ogni bambino”), farmaci gratuiti per gli anziani e parla della necessità di un dialogo tra governo e sindacati (forse perché vogliono ottenere l'assenso dei sindacati su ulteriori misure di austerità!). Ma, come l'esperienza ci insegna, una volta al potere, PiS si dimenticherà di tutto ciò, essendo nient'altro che demagogia sociale, e si concentrerà sulla costruzione di un regime autoritario, potendo ispirarsi all'operato del maresciallo Józef Pilsudski, il dittatore polacco che, tra il 1926 e il 1935, represse comunisti, operai, contadini e minoranze nazionali. Quando era al potere nel 2005-07, il PiS ha abbassato le tasse per i ricchi, ha messo in atto misure di austerità continue, ha inviato la polizia contro gli infermieri che protestavano, ha lavorato per l'introduzione della pena di morte, ha aggredito il diritto all'aborto, già molto limitate per le donne, e ha introdotto un Ufficio Centrale Anti-Corruzione, che spiava le istituzioni e gli individui, responsabile di molte false accuse.
La vittoria del PiS è un altro sintomo della crescita della reazione politica e sociale in Polonia. Possiamo dire del “nostro” paese la stessa che Marx disse sulla Germania degli anni '40 dell'Ottocento:
Noi abbiamo infatti condiviso le restaurazioni dei popoli moderni senza condividere le loro rivoluzioni… Noi, coi nostri pastori alla testa, ci trovammo tuttavia una sola volta in compagnia della libertà, nel giorno della sua sepoltura.
Introduzione a Per la critica della filosofia del diritto di Hegel, 1844
Le elezioni hanno visto prevalere i partiti di destra. Un politicante eccentrico e parlamentare europeo, Janusz Korwin-Mikke (le cui idee sono uno strano mix di liberismo economico e conservatorismo sociale, con un debole per l'autoritarismo molto forte – pur sostenendo di essere un amante della libertà), è molto popolare tra i giovani, anche se non può nemmeno entrare nel parlamento, perché la maggior parte dei suoi sostenitori sono minorenni. Il suo partito ha messo in guardia sulle “orde di clandestini” che stanno devastando l'Europa (anche se non molto tempo fa lo stesso Korwin-Mikke disse di preferire il mondo musulmano alla “decadente” Europa “di sinistra” e propose un'alleanza con il fondamentalismo islamico contro la sinistra) . D'altra parte, i candidati della lista elettorale di Paweł Kukiz, musicista rock ed “eroe” “contro il potere costituito” (che ha raggiunto circa il 20% nelle elezioni presidenziali) sono entrati in Parlamento. Tra loro ci sono alcuni ultranazionalisti del Movimento Nazionale – il che non è sorprendente, dato che Kukiz ritiene che l'assegnazione di alcune migliaia di rifugiati alla Polonia sia parte di una cospirazione tesa ad indebolire e dividere la nazione. Se saranno persuasi a sostenere il governo PiS, sarà interessante vedere cosa succederà quando la guardia pretoriana dell'11 novembre, gli hooligans di Winnicki, saranno di nuovo a Varsavia durante la Marcia dell'Indipendenza (1), e la polizia sarà guidata da un collega di Winnicki al governo. Scontri tra destre potrebbero costituire una delle poche vie d'uscita da questa situazione.
Il futuro è cupo. Ma, in Polonia, le cose sono cupe da tempo immemorabile. Non dobbiamo piangere il PO, né pensare che sia meglio una sorta di fronte popolare anti-PiS (rispetto al quale Barbara Nowacka della coalizione Sinistra Unita ha detto che sarebbe il miglior risultato possibile delle elezioni). Abbiamo già elencato i loro “successi”. Alcuni diranno che PiS creerà uno Stato religioso – ma anche il PO era servile verso la Chiesa cattolica, sovvenzionandola pesantemente quando era al potere. Con il PO al governo, si può essere citati in tribunale per “offesa ai sentimenti religiosi”. Il PiS costringerà donne o ragazze povere o minorenni violentate a partorire? Ebbene, sotto il PO il numero di aborti legali era già basso. La dura verità diventerà palese. Entrambe le parti sono conservatrici e di destra. Entrambe parteggiano per la guerra, sostenendo la “rivoluzione Maidan” e assumendo atteggiamenti bellicosi contro la Russia in Ucraina, parlando della necessità di aumentare la spesa militare, mentre dicono che non ci sono soldi, ad esempio, per l'assistenza ai disabili (anche se differiscono sul fatto che il PO vuole governare la Polonia in linea con i dettami di Bruxelles e Berlino, mentre il PiS vuole essere più autonoma dalla UE e rafforzare i legami con gli Stati Uniti).
Alcuni lamentano il fatto che ora abbiamo un parlamento senza la sinistra. In effetti, l'Alleanza socialdemocratica di Sinistra Democratica (SLD) ha perso le elezioni, in parte perché correva in coalizione con altri partiti di sinistra (il “Vostro movimento”, Verdi, Unione del Lavoro e il Partito Socialista Polacco), e le coalizioni devono avere un punteggio più alto dei partiti che corrono da soli, al fine di entrare in parlamento, e in parte perché un nuovo partito politico Razem (“Insieme”) ha portato loro via una parte significativa del voto di sinistra. Ma lo stesso SLD, quando era al potere, ha attaccato la classe operaia come il PO e il PiS (ad esempio, aprendo la strada ai “contratti spazzatura”), ha abbassato le tasse per le aziende, ha partecipato all'avventura imperialista in Iraq, ha permesso la tortura di persone nelle prigioni segrete della CIA e si è mostrato accondiscendente verso la Chiesa. Possiamo fare a meno di tale sinistra in parlamento! Possiamo solo essere felici per la morte politica di Leszek (2), Miller e altri cinici. Inoltre, a cosa potrebbe davvero servirci una eventuale presenza in parlamento? Noi comunisti potremmo andarci per dissipare le illusioni che i lavoratori hanno nel sistema, ma molte persone in Polonia stanno già vedendo la menzogna democratica o, meglio, non hanno mai creduto a tali storielle nel corso di questi ultimi 26 anni: solo il 51% delle persone aventi diritto al voto si sono prese il disturbo di andare a votare. Ma non hanno coscienza di classe, non vedono l'alternativa, e dovrebbero invece organizzarsi autonomamente, invece. Il vero potere non sta in parlamento.
Che dire dei protagonisti di queste elezioni, Razem? Hanno causato molto scalpore, guadagnando abbastanza voti per ottenere sovvenzioni statali, e molti di destra, inorriditi, li hanno chiamati “sinistra radicale” e “comunisti”, indicando la vecchia foto di uno dei loro membri, Adrian Zandberg, che indossa una t-shirt con la faccia di Karl Marx (Kukiz ha detto che per lui è equivalente ad indossare una t-shirt con Hitler e che Zandberg è una “minaccia per la democrazia”, proprio lui che sostiene collegi uninominali e indossa t-shirt con i banditi fascisti delle Forze armate nazionali). In realtà questo dimostra solo come il discorso politico si sia spostato a destra, perché si tratta di un piccolo-borghese, chiaramente anti-comunista (che non vuole “residui post-comunisti”, cioè gli ex-stalinisti di SLD, che non sono veri comunisti, ma dato che si stanno usando termini del genere, è chiaro che per lui non c'è differenza), un partito il cui programma è quello della socialdemocrazia classica. I modelli sono Syriza e Podemos. Tutto quello che si vuole è il welfare state, un salario minimo più elevato, e che i capitalisti paghino le tasse in Polonia. Lo slogan di Razem è “Un'altra politica è possibile”. È possibile? Non nel quadro del sistema capitalista. L'austerità e i tagli alla spesa sociale non sono il risultato della congiura dei neoliberisti e dei banchieri avidi, ma sono imposti dall'accumulazione del capitale. Il capitalismo in crisi è più disposto a commettere crimini (non importa quanto grandi) che non a concedere qualcosa alla classe operaia, come la capitolazione di Syriza in Grecia dimostra.
Abbiamo bisogno di rilanciare la lotta di classe nelle strade e nei luoghi di lavoro, e costruire il nostro partito rivoluzionario, che indicherà la via d'uscita dalle misere condizioni di vita sotto il capitalismo, dallo sfruttamento, dalla guerra, dall'oppressione e dall'arretratezza religiosa. Contro la crescente reazione politica e sociale dobbiamo contrapporre un fronte unico classista dal basso. C'è molto da fare, visto che molti lavoratori hanno interiorizzato l'ideologia neoliberista, sono demoralizzati, incapaci di reagire e ostili al comunismo, o anche a qualsiasi forma di sinistrismo.
Ma se la rivoluzione è stata possibile nella Russia zarista, considerato il bastione reazionario d'Europa, con la sua monarchia assoluta, con i suoi pogrom e il terrorismo dei Cento Neri, allora è possibile anche qui, in questa moderna roccaforte europea della reazione.
Antoni Lulek(1) L'indipendenza della Polonia si festeggia l'11 novembre, il giorno in cui Pilsudski salì al potere nel 1918. Negli ultimi anni, l'ala destra dei raggruppamenti nazionalisti ha trasformato la marcia in sommosse. Robert Winnicki, un ultra-nazionalista, presidente onorario dell'Unione della Gioventù Polacca, è uno degli organizzatori della marcia dell'indipendenza. L'Unione della Gioventù Polacca è specializzata nell'attaccare i gay o i sostenitori dei diritti gay. Uno dei loro slogan era “gas ai gay”. Tutti i gruppi nazionalisti sono filo-cattolici, razzisti e anti-immigrati, come il loro recente attacco a un locale dove si preparano falafel, a Varsavia, dimostra.
(2) L'ex primo ministro SLD.
Battaglia Comunista #11-12
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