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Home ›Precario è bello ma solo per il capitale
L'occupazione cresce: i borghesi sono soddisfatti, i proletari molto meno
Qualsiasi cosa diventa un pretesto per rivendicare meriti o puntare il dito contro gli avversari, questo è tutto quello che offre la politica italiana. Non poteva sfuggire a questo giochino tanto meschino quanto sporco un problema fondamentale della odierna società capitalista, che riguarda milioni di proletari nelle stesse aree economicamente più avanzate del pianeta: la disoccupazione. I recenti dati Istat per quanto riguarda il lavoro, a prima vista, indicherebbero una sensibile ripresa dell'occupazione. Dall'ottobre del 1999 all'ottobre del 2000 i posti di lavoro sarebbero cresciuti di 590 mila unità, il 2,8% in più. Anche il Mezzogiorno averebbe fatto la sua parte nello sviluppo, seppure in proporzione meno consistente rispetto al resto del paese. Complessivamente i senza lavoro - ci dicono - sono passati dall'11,1% al 10%.
Questo quadro idilliaco che viene offerto è così poco corrispondente alla verità, che uno squallido personaggio dell'opposizione come Buttiglione, pur non potendo da buon borghese entrare nel merito per contestare la natura della nuova occupazione di cui si sbandierano i successi, ha dichiarato che comunque da quando governa il centrosinistra sia le pensioni che i salari sono diminuiti e diventa sempre più dura per i lavoratori tirare avanti.
Se tanta carità pelosa proviene da un pulpito del genere vuol dire che i numeri hanno altri scopi più interessati che fare luce sulla realtà, da una parte servire la campagna elettorale e dall'altra gettare fumo negli occhi dei proletari dando l'illusione che i continui sacrifici fatti per tanti anni cominciano a fruttare; quindi non bisogna mollare. Questa sostanzialmente è la morale di tutte le forze borghesi di destra e di sinistra indistintamente: continuare a rimboccarsi le maniche e chissà quali altre meraviglie ci riserverà il futuro.
Precisiamo subito che è fisiologico nell'andamento dell'economia capitalistica momenti in cui l'occupazione crescere alternati ad altri in cui si contrae, allo stesso modo quando diciamo che la parabola di crisi strutturale del capitale in essere oramai da lungo tempo non può essere risolta da nessuna ricetta politica borghese, non significa che il decorso è lineare ma si manifesta in modo discontinuo anche con riprese economiche che spesso confondono le idee agli allocchi.
Così nell'attuale periodo è vero che una piccola ripresa occupazionale c'è stata, ma molto più contenuta di quanto la propaganda vuol far credere. La stragrande maggioranza dei nuovi posti di lavoro rientrano nella deprecabile categoria dei lavori atipici, armamentario messo a disposizione dei padroni dal sindacato all'insegna della più selvaggia flessibilità. La precarizzazione della forza lavoro attraverso il lavoro in affitto oppure a par-time o a termine, destinata a crescere allo scopo di ridurre i costi e favorire i profitti e la competitività delle imprese, viene spacciata come toccasana quando in fondo non si tratta d'altro che di una nuova ridistribuzione della stessa quantità di lavoro tra un maggior numero di lavoratori che singolarmente presi nel corso dell'anno lavorano meno tempo. Infatti, non è un caso, soprattutto nel meridione, che alla crescita dell'occupazione non corrisponda un aumento dei consumi, perché oltre a quanto detto sopra un'altra parte dei nuovi impieghi è lavoro emerso e che precedentemente era in nero e sommerso. Questa è la realtà dei fatti, l'effimera portata del fenomeno non mancherà di sgonfiarlo ai primi segnali sfavorevoli della congiuntura economica, senza che i lavoratori atipici abbiano norme contrattuali che in qualche modo li tutelino dallo strapotere aziendale.
In mano ai partiti borghesi, insomma, un problema così drammatico come il lavoro diventa strumento di mistificazione e in campagna elettorale addirittura una farsa.. Tutti, in caso di vittoria, promettono più flessibilità e più occupazione come se la prima fosse la condizione indispensabile perché si abbia la seconda quando invece è vero il contrario. È vero: precario è bello, ma solo per il capitale.
cgBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #1
Gennaio 2001
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