La truffa delle pensioni

Le menzogne che la borghesia da in pasto all’opinione pubblica al fine giustificare i suoi sporchi giochi non saranno mai abbastanza grandi da farli vergognare di loro stessi!

Le Pensioni di anzianità sono state oggetto di un violentissimo attacco dal 1992 ad oggi e la definitiva conclusione di questa riformona deve ancora arrivare! La parte del leone la stà facendo il sindacato, perennemente in bilico tra la difesa del capitale, ossia far digerire ai lavoratori le amare ricette proposte dai capitalisti, e il mantenimento della fiducia dei lavoratori che viene sempre più a man-care. Così ecco Cofferati esclamare dalle colonne del corriere dell’8 settembre 1999 che gli assegni ai pensionati devono diventare “meno robusti” se si vuole “stabilizzare” la spesa previdenziale.

Quali sono le motivazioni/menzogne portate dal capitale per sostenere la necessità di “snellire” la spesa sociale?

  1. I conti dell’INPS - a causa dei pensionati che sono troppi, privilegiati (!) e , tutto sommato, con assegni eccessiva mente abbondanti - sono in rosso di decine di migliaia di miliardi, bisogna procedere nel tagliaglio/riforma delle pensioni. Falso! Infatti nel deficit dell’inps sotto la voce pensioni vengono calcolati in un unico calderone anche: I fondi versati a sostegno delle aziende in crisi (come: cassa integrazione, prepensionamenti, sgravi contributivi), sussidi di disoccupazione e mobilità, sgravi contributivi concessi ai padroni ed accollati allo stato per contratti come Formazione Lavoro ed Apprendistato, copertura delle liquidazioni mancanti in caso di fallimento dell’azienda. Sia chiaro se tutte queste spese venissero eliminate dalla voce “spese pensionistiche” non muterebbe l’esigenza del capitale di far pagare i costi della sua crisi ai labvoratori, ma almeno non potrebbe sostenere una delle sue principali (e fallsissime) motivazioni nella riforma.
    Ecco qualche dato interessante: dal 1986 al 1998 lo stato ha versato all’inps 760.000 mld, 585.000 (!) di questi sono stati adoperati per le suddette “spese improrie”.
    Inoltre facendo un conto realistico, agli anziani pensionati viene distribuito meno di 1/7 del PIL, in linea perfetta con gli altri stati europei, anzi in italia la spesa complessiva per il welfare in rapporto al Pil è del 24,6% contro la mediea europea del 28,4%. Quindi, signori contabili e scribacchini della borghesia, potete anche risparmiarvi dal addossare a migliaia di anziani proletari colpe inesistenti al fine di soddisfare la vostra continua sete di profitti!
  2. La popolazione invecchia, ci sono trop-pi pensionati e pochi giovani lavoratori! continuando di questo passo il rapporto arriverà a 2 pensionati per ogni lavoratore, come faremo a far tornare i conti? Falsissimo!! Per due semplici motivi: - La produttività di ogni singolo operaio negli ultimi 50 anni è più che centuplicata, quindi anche se ci sono meno lavoratori giovani in realtà producono infinitamente più “ricchezza sociale”.
    Già questo sarebbe sufficiente a riempire il gap e a far quadrare i conti. - Poi come concordano quest’affermazione - pochi giovani lavoratori in rapporto ai troppi pensionati - se il mercatto non riesce ad assorbire neanche tutta la giovane manodopera presente? Una disoccupazione media del 12% con punte del 70% tra i giovani della calabria! Altri giovani a cosa servirebbero al capitale se non ad ingrossare le file dei disoccupati? In realtà è il sistema che è marcio da cima a fondo, la progressiva sostituzione delle pensioni INPS con quelle dei fodi privati rappresenta una fonte non indifferente di capitali da investire nel mercato finanziario! Tanto che anche il sindacato - con la creazione del fondo cometa ed il passaggio con l’ultimo contratto metalmeccanici dal 18% al 40% della quota di TFR destinato ad esso - vuole giocare un ruolo da protagonista nella sua gestione!

A pagare sono e saranno sempre gli operai, infatti le stime prevedono che la futura pensione integrata - fondi privati + inps - rappresenterà solo il 70, 80% della somma a prima della riforma Dini, con un prelievo sul salario destinato ai fondi del 10% contro l’attuale 2%. Naturalmente non è obbligatorio aderire ai fondi (quanta democrazia!), peccato che la pensione senza il fondo vicino non raggiungerà neanche il 50% dell’ultimo salario.

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