Come si lavora nelle fabbriche dell’elettronica

La nona in classifica

La ST-Microelectronics è una ditta produttrice di semiconduttori, nata nel 1958 come SGS (Società Generale Semiconduttori) e poi espansasi ai quattro angoli del pianeta, passando attraverso una fusione poi sciolta con la Thomson francese, da cui il nome attuale di ST (SGSTHOMSON). I clienti attuali della ST portano nomi come Kenwood, Sony, Nokia, Pioneer e Ford, ditte per le quali i microchips vengono assemblati nelle sedi malesi e singaporenie dell’azienda.

Il nostro settore è ben lontano dall’aver raggiunto la maturità.

Dice l’amministratore delegato per l’Italia con compiaciuta insoddisfazione.

Oggi più che mai, è necessario crescere vigorosamente e con determinazione, identificando al momento giusto le applicazioni emergenti e sapendo sviluppare delle soluzioni adeguate, competitive e producibil i in grandi volumi. [...] Nel 1998 abbiamo raggiunto il nono posto della classifica mondiale dei semiconduttori [...] La sfida per il 1999 è quella di una forte svolta in produttività e cycle time dell’innovazione.

La retorica è alla base della politica all’interno di questa azienda, che conta oggi più di 25000 dipendenti sparsi per il mondo. All’interno della mensa, durante il mese di dicembre, è stata allestita una mostra fotografica sulla storia della ditta dal titolo “Immagini di 40 anni”:

una mostra allestita grazie alla collaborazione di 400 “colleghi”,

dice Micromega News, il giornaletto aziendale. E se una mostra fotografica è ancora un qualcosa di troppo comune, nello stesso periodo un dirigente fonda, per i padri pellegrini della ST, lo ST SENIOR CLUB, affermando che:

Chi ha vissuto la nostra avventura di lavoro per trent’anni consecutivi è di diritto socio di questa associazione e sarà invitato a contribuire con la sua presenza e con le sue idee in modo da renderla vitale.

A questo punto sembrano quasi scontati i discorsi in mondovisione dell’amministratore delegato, trasmessi, al me-no per quanto riguarda la sede principale di Agrate, da un teleschermo posto tra le macchinette del caffè nello spazio antistante la mensa.

E per quanto riguarda gli operai, che comunque sono la in numero la maggioranza tra i lavoratori della ST ? Quelle poche volte che parla di essi l’amministrazione aziendale ce li presenta, tra giornaletti e telegiornali interni, come felici del proprio lavoro su un ciclo di tre turni (il tipo di produzione richiede un funzionamento di ventiquattro ore su ventiquattro dei macchinari), esaltati vincitori di tornei interni di calcetto, padri di bambini felicissimi di andare alle gite organizzate dalla ditta.

Una massa di amebe felici, come li vorrebbe dipingere o, meglio, come li vorrebbe la “Intellighentia” della ST ?

Dopo lo sciopero nazionale del 18 febbraio, ecco cosa hanno detto i delegati di fabbrica:

La trattativa sembra avviata, ma le posizioni sono notevolmente distanti. Anzi, su alcuni argomenti siamo di fronte ad una vera contropiattaforma delle aziende. A fronte delle richieste sindacali sul tema dell’orario, Federmeccanica chiede maggiori flessibilità nella gestione degli orari settimanali e nel ricorso agli straordinari, senza dover essere vincolata ad una contrattazione aziendale. La richiesta economica è pari all’inflazione programmata 1999-2000, ma anche su questo si è ancora lontani. Infine, su relazioni sindacali e diritto d’informazione Federmeccanica vorrebbe svuotare il ruolo delle R.S.U., cioè dei delegati di fabbrica. Per questi motivi, dato che la trattativa è partita solo dopo le prime iniziative di lotta e la partecipazione dei lavoratori agli scioperi e alle altre forme di mobilitazione è determinante per ottenere un buon risultato, abbiamo indetto uno sciopero di 8 ore per turno, da venerdì 19 marzo 1999.

Senza scendere nel merito della contrapposizione tra sciopero indetto dai sindacati di una singola azienda e lotta di classe, l’appoggio di massa degli operai ST allo sciopero del 19 aprile è segno che una coscienza, se non ancora di classe, almeno della propria condizione tra i lavoratori di questo colosso della microelettronica esiste. Cambiati di definizione in “operatori” dagli addetti alla propaganda aziendale, non esitano a considerarsi operai. Sembra, a questo punto, che le amebe felici siano in realtà dall’altra parte della barricata, con i loro clubs per veterani, i loro discorsi autocelebrativi, i corsi sulla comunicazione ai dipendenti tenuti da vips dello spettacolo ed i corsi anti-stress per i dirigenti. Il fatto che l’amministrazione aziendale abbia rimproverato con una circolare i lavoratori per aver aver sospeso la produzione “senza voler entrare nel merito delle motivazioni” (un po' come facevano i professori negli scioperi liceali) è indice del fatto che nella stanza dei bottoni si cerca ancora un paternalismo, che comunque non può attecchire con chi ha in mano i mezzi di produzione.

Un lavoratore ST

Fogli operai

//Aurora// è il "//Foglio internazionale di intervento operaio//" che, per iniziativa del BIPR, viene prodotto e diffuso (identico nella prima pagina) nelle fabbriche e nei quartieri proletari di Italia, Gran Bretagna, Francia, Usa, Canada, Colombia.

Esso concretizza la unitarietà e omogeneità politica delle avanguardie rivoluzionarie a scala internazionale e per questo si caratterizza come un passo avanti, seppur piccolo, nel processo di costituzione del partito internazionale al quale puntano i compagni che lo producono e diffondono.

In Gran Bretagna sostituisce nelle sue funzioni la testata //Workers' Voice//: la agitazione all’interno della classe operaia, a partire dai problemi concreti e immediati del proletariato, delle indicazioni politiche di classe e rivoluzionarie. Negli altri paesi funge da primo organo di intervento unitario dei gruppi e compagni simpatizzanti del BIPR.

Invitiamo tutti i lettori simpatizzanti, anche isolati, a richiederne copie alle nostre sedi o alla amministrazione centrale, per aiutare l’organizzazione nella diffusione negli ambienti proletari.

Oltre ad //Aurora// il PCint pubblica e diffonde nelle fabbriche e sui posti di lavoro //Lotta di classe//.

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