La scienza in mano a Confindustria e ai sindacati

La collocazione del nostro paese in coda alle più recenti graduatorie compilate dalla Commissione Europea, denuncia uno sviluppo senza ricerca e un ulteriore allontanamento dai grandi paesi industrializzati, non solo per quanto attiene ai settori high tech ma anche ai settori tradizionali che specializzano il sistema produttivo italiano.

Questo è uno dei periodi contenuti nell'accordo del 19 giugno scorso fra Confindustria e sindacati. Vi si lamenta lo "sviluppo senza ricerca".

È evidente che Confindustria e sindacati si trovano d'accordo nel considerare la "ricerca" come qualcosa di strettamente legato alla produzione industriale, vale a dire alla produzione di merci che vendute sul mercato diano un profitto.

Ciò può anche essere considerato legittimo: basterebbe che dicessero chiaramente che trattano di ricerca tecnologica.

E invece no; loro intendono proprio ricerca scientifica.

Prima di dire altro, vediamo cosa dice non Marx, non un pericoloso rivoluzionario, ma uno scienziato socio della Accademia dei Lincei e più volte direttore dei Laboratori di Fisica dell'Istituto Superiore della Sanità, Mario Ageno:

La ricerca scientifica fornisce naturalmente idee guida alla ricerca tecnologica, ma certamente mai direttamente risultati all'industria. La ragione di ciò è che i sistemi che sono oggetto di ricerca scientifica non sono mai sistemi reali. Sono sistemi-modello idealizzati, risultato sempre di una preventiva complessa elaborazione concettuale.

Subito prima Ageno scrive:

(voglio fare) cenno a uno dei più strani equivoci che abbiano mai preso piede, a proposito della ricerca scientifica: la richiesta ormai generalizzata (siamo solo al 1992, ndr) che i risultati a cui questa perviene contribuiscano direttamente e concretamente a migliorare la qualità della vita e siano quindi di interesse immediato per le applicazioni, in particolare per quelle di cui si interessa l'industria. (1)

A questo punto verrebbe forse da chiedersi se gli uomini della Confindustria e quelli del sindacato che hanno steso e siglato quell'accordo siano così... ignoranti e antiscientifici.

Ma l'interrogativo è mal posto. A Confindustria e sindacati non importa un fico della ricerca scientifica cara ad Ageno (e a molti altri scienziati); quel che interessa loro è la "banale" ricerca tecnologica che consenta loro di privilegiare " i comparti di frontiera su cui il nostro paese è in grado di competere e le tecnologie avanzate a carattere diffusivo, con maggiori ricadute" (2). È ovvio poi che vogliano nobilitare le proprie basse intenzioni sciacquandosi la bocca con i termini, scienza, scientifico ecc.

Di fatto stiamo andando verso un progressivo impoverimento, dal punto di vista propriamente scientifico perché il bisogno di recuperare quote di profitto e di salvare le potenzialità nazionali di valorizzazione del capitale è tale da assorbire tutte le residue energie dell'establishment borghese (dalla Confindustria ai sindacati, dal governo alla opposizione). Ed è ovvio che per energie si intende capacità di finanziamento.

(1) Mario Ageno, Punti cardinali - Sperling & Kupfer 1992, pag.140.

(2) Questa, come quella di apertura, è citazione dal testo dell'Accordo del 19 giugno, il cui testo è disponibile sul nostro sito Internet internazionalisti.it , nella sezione Archivio lettori del comparto In Italia

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.