La Danimarca dimostra che il virus è figlio del capitale

La notizia è rimbalzata rapida sui media il 5 novembre: negli allevamenti intensivi di visoni danesi si è sviluppata una variante del Sars-Cov-2 che indebolisce la capacità di produrre anticorpi con il rischio di compromettere l’efficacia dei futuri vaccini.

Almeno 214 gli infettati accertati, 280mila persone in isolamento, tutti i visoni danesi abbattuti: 15 milioni in oltre mille allevamenti.

Gli allevamenti intensivi sono un brillante esempio dell’impresa capitalista applicata all’allevamento degli animali. Nella ricerca del massimo profitto, l’allevamento industriale riduce al massimo il costo della riproduzione della “merce visone”, ammassando in spazi angusti migliaia di animali impossibilitati a soddisfare i loro bisogni più essenziali. Fabbriche di animali che impiegano poca mano d’opera massimizzandone la produttività.

Lavoratori spesso privi dei minimi dispositivi di sicurezza vivono attigui a grandi ammassamenti di animali, oltretutto non tradizionalmente addomesticati, come il visone. Gli animali si contagiano dall’uomo e l’uomo dagli animali, i salti di specie, in una direzione e nell’altra, favoriscono lo sviluppo delle nuove mutazioni del virus. Al mercato di animali vivi di Wuhan (aberrazione ereditata da formazioni sociali precedenti e oggi amplificata dal capitale) sembra che il virus sia passato dal pipistrello ad animali terzi e da questi all’uomo. Ancora l’ammassamento di specie differenti favorisce il salto di specie e l’allevamento intensivo porta alle estreme conseguenze il rischio della formazione e diffusione di nuovi virus.

Anche in Italia ci sono allevamenti di visoni, e anche qui si sono registrate positività di animali e abbattimenti.

Il CoViD è natura, senza dubbio, ma una natura aggredita, violentata, trasformata dall’esigenza di profitti crescenti. La possibilità di superare questo processo di produzione per il profitto passa dalla messa in discussione dei suoi elementi costitutivi: il profitto, il capitale, il lavoro salariato, il mercato.

Potremmo chiedere la chiusura immediata di tutti gli allevamenti intensivi, e la cosa è sicuramente realizzabile, solo che per raggiungere tale obiettivo bisogna prima passare attraverso una rivoluzione politica, anticapitalista appunto. La mutazione del virus negli allevamenti intensivi dimostra che la produzione per il profitto, e non per i bisogni, è all’origine di questa pandemia come degli altri drammi che sta vivendo l’umanità. Il superamento della logica del profitto sta al centro degli unici argomenti politici seri che si possano sollevare oggi.

Lotus

Sabato, November 7, 2020