È ora di lottare!

Appello per una nuova stagione di lotte, a partire dal Primo Maggio

Precarietà, licenziamenti, tagli, miseria, scempi ambientali, guerre... queste è quello che viviamo quotidianamente, questa è la crisi, questo è il capitalismo.

Stiamo subendo - e il peggio deve ancora venire - un brutale peggioramento delle nostre condizioni di vita e di lavoro che, aldilà del colore politico o tecnico che sia, ritrova uniti in una grande coalizione tutti quelli che ci sfruttano.

È ora di ribellarsi, è ora di agire!

Già da alcuni anni lotte durissime di lavoratori, disoccupati e studenti stanno attraversando il mondo intero dimostrandoci che ribellarsi è giusto, che agire è possibile. Il problema è come uscire dall'isolamento e da questa perenne sensazione di sconfitta, come rendere la nostra lotta sempre migliore, sempre più efficace ed incisiva.

All'attacco condotto in maniera unitaria dai capitalisti sfruttatori di tutti i paesi dobbiamo rispondere con l'unità, nella lotta, di tutti gli sfruttati, indipendentemente dalla nazionalità e da ogni fattore che possa spezzare la nostra coesione: noi sfruttati non abbiamo patria.

Tutti i lavoratori, i disoccupati, i pensionati, gli studenti sono chiamati all’appello. Costruiamo subito, sfruttando anche i potenti mezzi offerti dalla rete, comitati di lotta, collegati tra loro nelle città, nei quartieri e nei luoghi di lavoro, nelle scuole!

a necessità dei comitati di lotta nasce dalla constatazione che noi sfruttati abbiamo bisogno di unirci, indipendentemente dalla appartenenza politica o sindacale, sul piano della lotta concreta per la difesa dei nostri interessi, partiamo necessariamente dalla constatazione che i sindacati sono ormai totalmente integrati al sistema e che quindi abbiamo bisogno di nuove forme organizzative per portare avanti la nostra lotta.

I comitati sono quindi organismi assembleari che nascono per portare avanti la lotta a livello di azienda, territorio o scuola. Questi comitati hanno la necessità di collegarsi tra loro per uscire dal particolarismo e dare vita a mobilitazioni sempre più ampie e generali, fino a porsi come punto di riferimento per tutti gli sfruttati e dare vita ad un'unica lotta contro gli sfruttatori. Quello che vogliamo fare è aggredire il problema alla radice: affrontare di petto lo sfruttamento e la frammentazione in quanto tali. In questo sistema, non siamo altro che merci da sfruttare e gettare al solo fine di produrre profitto per i nostri sfruttatori: siamo oggetti. Se vogliamo reagire dobbiamo diventare soggetti capaci di organizzarci e muoverci in maniera indipendente dalle logiche del sistema.

Abbiamo la necessità di aggregare gli sfruttati come noi (lavoratori, precari, disoccupati... in una parola: proletari) e gli studenti, sulla base della resistenza agli attacchi concreti del sistema e della sua crisi.

Dobbiamo mettere al centro la lavoratrice e il lavoratore, e il pensionato e lo studente (a partire da quelli figli di proletari) che sentono la necessità di schierarsi dalla loro parte, invitandoli ad insorgere contro le concrete condizioni di miseria e sfruttamento quotidianamente vissute. Per questo le parole d'ordine che utilizziamo sono semplici ed immediate fondate sul rifiuto senza condizioni dell'aggressione alla quale siamo sottoposti:

  • opporsi alle paghe da fame
  • opporsi all'assenza di sicurezza, agli infortuni ed alle morti sul lavoro
  • opporsi ai ritmi ed ai carichi di lavoro massacranti
  • opporsi al lavoro precario, flessibile, usa e getta
  • opporsi ai licenziamenti e alla disoccupazione
  • opporsi al carovita
  • opporsi all'inquinamento, agli inceneritori, alle grande opere inutili.
  • opporsi ai tagli ai servizi, alla sanità, alla scuola
  • opporsi all'edilizia scolastica fatiscente ecc.

Siamo coscienti di un fatto: fino a che sussiste il capitalismo, la proprietà privata (o nazionalizzata) dei mezzi di produzione e lo sfruttamento, non saremo mai liberi. Per questo motivo, mentre insorgiamo e ci organizziamo per contrastare ogni singolo attacco alle nostre condizioni, mentre ci sforziamo per unire tra di loro tutte le lotte a partire dalla constatazione che ad essere colpiti siamo sempre noi proletari ed a colpire sono sempre i capitalisti, avanziamo un'unica, unitaria e generale soluzione a tutti questi mali della società: la distruzione del capitalismo, l'affermazione di una nuova società fondata sul soddisfacimento dei bisogni di tutti e di ognuno, la proprietà collettiva dei mezzi e degli strumenti di produzione, la fine della divisione in classi della società, della divisione del mondo in stati e della mercificazione dell'uomo. In breve la nostra prospettiva è:

No allo sfruttamento! Si all'abolizione del sistema capitalista!

Su questa base ti invitiamo a contattarci, organizzarti ed operare, noi abbiamo già iniziato: il Primo Maggio sarà una giornata centrale per dare vita alle prime iniziative.

Non è più ora di piangerci addosso, è ora di organizzarci, è ora di agire, con volontà e coscienza!

Gruppo Internazionalista di Territorio di via Efeso 2, Roma
Martedì, April 3, 2012

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.