Sugli scontri di Piazza Navona

Cossiga ha detto: se io fossi ministro degli Interni infiltrerei il movimento studentesco con dei provocatori, causerei degli incidenti e poi, forte dell’appoggio dell’opinione pubblica, scatenerei una durissima repressione.

Oltre a notare di sfuggita che l’opinione pubblica in questione è talmente arretrata da ingoiare più o meno senza reagire l’aggressività e l’arroganza di questo macellaio della borghesia, constatiamo che per il momento il governo non ha avuto bisogno di mandare dei provocatori all’interno dell’Onda anomala studentesca, poiché questi, almeno in alcune città come Roma, ci sono già e sono i fascisti del “Blocco studentesco”, facenti parte di un gruppo politico - Casa Pound - fuoriuscito alcuni mesi fa da Fiamma Tricolore. Gli scontri avvenuti a piazza Navona il 29 ottobre tra i mazzieri del Blocco studentesco e gli studenti di sinistra, hanno fatto il giro di tutti i telegiornali e continuano a circolare su internet, grazie anche ai tanti video amatoriali fatti dagli stessi studenti presenti in piazza. La dinamica dei fatti è abbastanza chiara: i fascisti hanno cercato di prendere con la forza la testa del corteo degli studenti medi, al che gli studenti di sinistra - supportati da alcuni militanti cobas - hanno fatto dei cordoni per impedirglielo.

I mazzieri hanno allora caricato e sono rimasti i padroni del campo finché non è stata organizzata la nota rappresaglia a colpi di sedia, che ha fatto poi intervenire la polizia. I video circolati in tv e su internet mostrano la confidenza fra polizia e fascisti e l’intervento del tutto intempestivo dei celerini che, evidentemente, hanno assimilato subito e bene la lezione di Cossiga. Che fare, dunque, con i fascisti provocatori? Bisogna senz’altro tenerli lontano, anche perché se in un corteo pescano uno che distribuisce un giornale o un volantino comunista lo pestano in dieci contro uno, com’è nella loro tradizione. Ma allo stesso tempo non bisogna cadere nella vecchia trappola della guerra tra bande, che farebbe solo il gioco di chi vuole affossare questa mobilitazione, riducendola a uno scontro tra opposti estremismi. Ora, l’Onda anomala ha senz’altro un pregio molto importante, che è quello di avere in sé una forte componente spontanea: in diverse occasioni sindacati e partiti istituzionali si sono trovati nelle condizioni di dover rincorrere un movimento che ha spesso anticipato e anche superato le loro mosse; per adesso, infatti, nessuna forza o anima politica è riuscita a mettere il cappello a queste lotte, e una situazione del genere, ovviamente, può favorire anche il nostro tentativo di diffondere in questa mobilitazione un critica radicale non solo alla riforma Gelmini, ma all’intero sistema capitalistico. L’altra faccia della medaglia, però, è che in molti, all’interno del movimento, insistono sul fatto che questo debba essere apolitico e apartitico, e allora non deve sorprendere che lo slogan populista e demagogico del Blocco studentesco “né rossi né neri, ma liberi pensieri”, andrebbe benissimo anche a quegli studenti “di sinistra” che alcune settimane fa, durante una manifestazione, volevano impedirci - senza successo - di distribuire i nostri volantini.

La partita è ancora tutta da giocare.

Intanto, alla faccia sia degli apolitici che dei politicanti di regime, salutiamo con piacere lo striscione degli studenti di Ostia su cui campeggia la scritta Lotta di classe. Uno striscione che, con tre semplici parole, centra ancora una volta il nocciolo della questione.

GS

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.