Il papa e lo sterminio degli ebrei

La prima pagina dell’inserto ‘Domenica’ de il Sole 24 ore del 25 giugno tratta delle riflessioni del papa Benedetto XVI sui campi di concentramento nazisti. Le affermazioni del papa sono a dir poco inquietanti: i campi di concentramento sono visti come luoghi costruiti per negare la fede e calpestare l’amore, lo sterminio nazista degli ebrei è definito “misterium iniquitatis”. A malapena si riesce a celare la determinazione a propagandare la rinuncia a capire e cosi a non rintracciare le cause del nazismo nella società borghese e nella fase imperialista del capitalismo. Ridurlo a mistero, a follia o a indicibile tragedia equivale a toglierlo dalla storia per collocarlo sul più friabile e astorico campo degli archivi di un ospedale psichiatrico. Oltre a ciò, su tutta questa indicibile tragedia, si eleva sconcertante il silenzio di Dio: “perché Signore hai taciuto? Perché hai potuto tollerare tutto questo?”, si chiede e chiede a Dio il papa. Vien da rispondergli: paraculo! Cosa ha fatto la Chiesa? Quali gli accordi e le connivenze tra Chiesa e nazismo? Ma insomma se ha taciuto Dio cosa poteva fare la Chiesa? Però la china intrapresa è pericolosa, non si può infatti screditare il proprio Dio e così il papa ripiega: parato il culo alla Chiesa tirando in ballo Dio occorre pararlo a Dio tirando in ballo i limiti umani; sentitelo:

noi non possiamo scrutare il segreto di Dio, vediamo soltanto frammenti e non possiamo ergerci a giudici di Dio.

Tutto qui, siamo esseri limitati pertanto non possiamo capire. Potremmo altrettanto dire dov’è Dio di fronte alle odierne guerre, ai genocidi, alle deportazioni, alle torture e alla morte per fame e sete? Forse Dio non interviene perché approva? Forse ci fa sbagliare per farci ravvedere? O forse Dio ci salva in virtù della sua impotenza e come per Cristo in croce la nostra salvezza è la morte? Certamente presupporre un Dio per non capire e spiegare i fatti umani, relegandoli nel campo del mistero, equivale a tener ben saldo il dogma del proprio potere morale e materiale, e con esso omogeneizzare la storia dell’uomo svuotandola dei contenuti che caratterizzano i diversi periodi storici. Ma soprattutto bloccare il futuro che sta contro e al di fuori dell’odierna società borghese. Ben prima del papa, alla fine degli anni ‘40 del ‘900 la Arendt, una delle figure intellettuali più significative del ‘900, di cui si è appena ricordato il centenario della nascita, aprì la strada del fiorente filone sul totalitarismo. E ha cercato di spiegarlo come forma politica (solo politica!?) nuova, quindi senza legami con quelle passate e soprattutto con la società borghese. Fatto nuovo, eccezionale, che si può confrontare solo con se stesso, la cui essenza è il terrore. Ma ad un certo punto il totalitarismo che voleva spiegare meglio: quello nazista, non lo ritrova più, sentiamola:

Solo se la Germania avesse vinto la guerra, avrebbe conosciuto un dominio totalitario completo... In ogni caso fu soltanto la guerra, dopo che le conquiste nell’est europeo avevano reso possibile i campi di sterminio e messo a disposizione enormi masse umane, che la Germania fu in grado di instaurare un regime veramente totalitario. (1)

Quindi regime totalitario solo a guerra iniziata e mai totalitarismo completo perché la Germania ha perso la guerra. La sconfitta in guerra ha così determinato l’estinzione del totalitarismo nazista forse mai nato.

A questo punto rimaneva solo il suo omologo regime stalinista, l’unico vero totalitarismo. Per il papa il nazismo è un mistero, per la Arendt il totalitarismo nazista ha avuto breve vita o forse non è mai veramente esistito. Che arguzia di ragionamenti! E che quadretto commovente: l’imperialismo americano approva, quello russo/sovietico regge il gioco, la Cia sponsorizza, il Dio assente tacendo lascia fare, il proletariato non può capire e per salvarsi deve morire ed infine il papa benedice tutti e prega per l’oblio delle coscienze.

mr

(1) H. Arendt, “Le origini del totalitarismo”, p.430, Edizioni di Comunità 1999.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.