Il ciclo del capitale e quello del lavoro

Ogni volta che si apre un perio do di contrattazione sindacale l'attenzione si appunta esclusivamente sulle richieste salariali, cominciano così le rampogne borghesi contro le irresponsabilità dei lavoratori che culminano nell'ipocrita deduzione che l'unica cosa che interessa loro siano i soldi. Ma vediamo le cose un po' più da vicino mettendo a confronto il ciclo del capitale con quello del lavoro.

Il ciclo del capitale è D-M-D' (denaro-merce-denaro) dove D' è maggiore di D. All'inizio e alla fine del ciclo del capitale c'è una quantità di denaro e la somma finale deve essere maggiore di quella iniziale, questa differenza è il profitto che è già presente come valore in M. Quindi tale ciclo...

non deve il suo contenuto a nessuna distinzione qualitativa dei suoi estremi, poiché essi sono entrambi denaro, ma lo deve solamente alla loro differenza quantitativa.

Ed il borghese funziona da capitalista...

solamente in quanto l'unico motivo propulsore delle sue operazioni è una crescente appropriazione della ricchezza astratta. Quindi il valore d'uso non deve essere mai considerato fine immediato del capitalista. E neppure il singolo guadagno: ma soltanto il moto incessante del guadagnare.

@Marx, Il Capitale libro I, cap. IV

È della borghesia il fine di fare più denaro, quindi ad essa interessano solo i soldi e meno denaro va al monte salari più ne rimane per il capitale.

Il ciclo del lavoro lo rappresentiamo con L-D-M (forza lavoro-denaro-merci). All'inizio ed alla fine del ciclo del lavoro c'è una merce con qualità differenti. All'inizio abbiamo la merce forza lavoro (L), questa, assieme ai mezzi di produzione, è la componente che determina la produzione di M nel ciclo del capitale. Ma la forza lavoro sono gli uomini stessi, non uomini astratti, ma uomini reali, diversi, unici, nel senso di portatori di caratteristiche umane uniche. Tali uomini sono costretti ad una condizione sociale che li degrada, li sfrutta e li riduce a merce tutta uguale perché, purché produca, un lavoratore è uguale ad un altro, seppure la produzione di merci qualitativamente differenti implica l'estrinsecazione di lavori qualitativamente differenti. Alla fine del ciclo troviamo ancora merci che sono i qualitativamente differenti valori d'uso necessari alla soddisfazione dei bisogni dei nostri lavoratori. Al contrario del ciclo del capitale, che è quantitativo, quello del lavoro è essenzialmente qualitativo. Qui il denaro (D), che poi è il salario, è necessario per giungere a soddisfare dei bisogni. In una frase, al proletariato interessa la qualità della vita, migliorare le sue condizioni nel senso più ampio del termine, che dalle condizioni di lavoro va alla qualità di beni e sevizi, fino a quella dell'aria che respira e dell'acqua che beve. Questo perché vive materialmente una condizione sociale che lo porta istintivamente a tale conclusione. Però la qualità della vita che si può estrinsecare nella società borghese è solo la possibilità di accedere ad una quantità maggiore di merci; altro non è che il riempimento della vita con delle merci e va benissimo alla borghesia, che irretisce il proletariato su questo terreno, perché non mette in discussione il suo potere. Ma non basta poiché il proletariato, nella lotta per elevare le sue condizioni, è costretto a spartirsi solo quelle merci che il capitale gli concede di appropriarsi. Infatti la società che non deve porre limiti al capitale pone limiti ben precisi al salario, quest'ultimo non deve superare quel livello che metterebbe in discussione il profitto capitalista. Da tutto ciò concludiamo che da sole le lotte salariali, o in termini più ampi quelle sindacali, non possono superare le caratteristiche di un sistema sociale, non possono oltrepassare le leggi economiche del capitale. Dunque non basta limitarsi alle sole lotte economiche, anzi, queste non devono mai essere disgiunte dalla lotta politica: la lotta di classe è lotta politica. Perché solo la lotta politica trae la classe operaia fuori dalle compatibilità del sistema e la incita a proseguire sulla strada della sua definitiva emancipazione. Al partito del proletariato il compito di unificare la classe perché tale partito...

dirige la lotta della classe operaia non soltanto per ottenere condizioni vantaggiose nella vendita della forza-lavoro, ma anche per abbattere il regime sociale che costringe i nullatenenti a vendersi ai ricchi [... e per far ciò...] dobbiamo occuparci attivamente dell'educazione politica della classe operaia, dello sviluppo della sua coscienza politica

@Lenin, Che fare? cap.III

Al proletariato il compito storico di rovesciare la società borghese per costruire una società senza classi dove si realizzerà un nuovo modo di porsi e risolvere i problemi della vita, e le persone potranno contribuirvi secondo le loro capacità e qualità umane.

m.r.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.