Il mito della democrazia e del cristianesimo - ...certe pagine superflue

Archeologia del mito è il titolo dell'ultimo libro di Andrea Carandini, noto archeologo dell'età classica, docente alla facoltà di scienze umanistiche di Roma e collaboratore del Corriere della Sera.

Evitando qui di analizzare le duecentocinquanta pagine in cui l'autore delinea quello che secondo lui dovrebbe essere il giusto metodo interpretativo dei miti arcaici, vorremmo invece spendere due parole sulle venti pagine finali dedicate alla problematica dei miti di oggi.

Il termine mito richiama oggi una vasta gamma di significati. Per intenderci possiamo comunque adottare la definizione che di esso dava già il pensiero filosofico greco, ossia discorso che non richiede o non prevede dimostrazione, contrapposto al logos, che è invece l'argomentazione razionale.

Ora, secondo Carandini il comunismo non è stato altro che un mito - negativo - che intendeva ripristinare la comunità egualitaria primitiva, similmente al nazismo che voleva recuperare la gerarchia di tradizione feudale. Per cui, "sia il nazismo - per non parlare del fascismo, che voleva risuscitare l'impero romano - che il comunismo, erano fondamentalmente utopie retrospettive, rimedi rivelatisi peggiori dei mali che intendevano eliminare". La socializzazione dei mezzi di produzione a livello mondiale e l'abbattimento di tutte le frontiere nazionali, dunque, significa, per il nostro autore, nient'altro che riproporre il collettivismo tribale preistorico... Fantasia o mala fede? Lo stalinismo, tra l'altro, ossia il presunto comunismo realizzato a cui evidentemente si riferisce l'autore, fu un regime - capitalista - di tipo squisitamente moderno, gerarchico e fortemente centralizzato, altro che piccole tribù egualitarie! No. La visione di Carandini risulta oltremodo viziata dai suoi miti di riferimento. Niente di meglio, infatti, che l'universalismo cristiano occidentale, "presupposto religioso della sua forma secolare: l'universalismo dei diritti democratici. Una religione il cui fondamento è nell'amore dell'altro e nel perdono." Amen.

Ma oggi questi valori hanno un grande nemico: l'Islam, religione fondata su miti ferocemente negativi, che minaccia il mondo cristiano occidentale. E basta giustificare gli islamici! - dice Carandini - sono malvagi punto e basta: "i media continuano a propinare spiegazioni economiche agli eventi luttuosi: lo stato di Israele, le basi americane, le limitazioni imposte all'Iraq, il controllo del petrolio, la miseria... Eterna colpevole sarebbe la modernità, mai l'ostacolo mentale che inibisce all'Islam lo sviluppo, e così favoriamo noi stessi la tendenza diffusa negli islamici ad autocommiserarsi, a incolpare gli altri delle proprie sfortune, a invidiare." Gli islamici, dunque. Non gli sceicchi miliardari e i mullah integralisti al loro servizio da una parte, e i proletari, i diseredati, gli affamati di tutto il medio Oriente dall'altra. No. Gli islamici. Tutti insieme. Che ci invidiano. Da qui alla guerra santa il passo è breve. E infatti: "come essere d'accordo coi pacifisti a oltranza, pensare che non dobbiamo difendere ragionevolmente ma efficacemente il nostro modo di esistere? Una democrazia disarmata non può sussistere in questo mondo." Oriana Fallaci docet.

Ci chiediamo a questo punto perché mai Carandini non abbia voluto finire il suo libro venti pagine prima. Il richiamo del mito, probabilmente. Un mito così efficace da far pensare all'autore che il comunismo non nasca dalle concrete esigenze della stragrande maggioranza dell'umanità vessata dal capitalismo, ma da una... utopia retrospettiva; che l'odio di tanti mediorientali verso l'Occidente - fomentato e strumentalizzato dalle borghesie arabo-islamiche - non sia l'inevitabile prodotto delle aggressioni imperialiste, ma dell'"ostacolo mentale che inibisce all'Islam lo sviluppo." Un mito così potente, infine, da fargli pensare all'Occidente come a un mondo profondamente 'cristiano' - nel senso di umano - e democratico.

GS

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.