Peyke Anternasionalisti - Un documento di compagni iraniani

Pubblichiamo per la prima volta in Italia, un testo del Payke Anternasionalisti (Messaggio internazionalista) già pubblicato sul numero 17 dell'organo internazionale del Bureau, Internationalist Communist Review.

Il Payke Anternasionalisti (PA) è un gruppo, ben radicato nella diaspora iraniana, di compagni prevalentemente provenienti dalle file del Peykar, una delle maggiori organizzazioni della sinistra in Iran ai tempi del rivolgimento anti-Shah (1979) che ha portato al regime teocratico degli ayatollah (Khomeini e consorti).

Il PA ha attraversato tute le fasi del processo di dissoluzione e crisi della sinistra socialdemocratica e stalinista iraniana, progressivamente attestandosi sulla intransigente difesa degli interessi di classe, ciò che li ha portati ad avvicinarsi ai generali e generici principi di "sinistra comunista" che accomunano apparentemente le correnti e organizzazioni che conformavano il vecchio "campo politico proletario" (1).

Dopo un primo contatto con la CCI e preoccupati che questa fosse davvero rappresentativa del lavoro teorico marxista e della politica di sinistra comunista oggi, hanno avviato il dibattito e il confronto con il Bureau finendo per riconoscersi nella sua piattaforma e nelle sue prospettive.

Il documento che qui presentiamo è piuttosto datato, rispetto alle piu' recenti acquisizioni del PA, ma sufficientemente significativo del suo percorso di crescita come organizzazione internazionalista.

I punti 11 e 12 sono stati al centro delle più recenti discussioni dirette, che hanno consentito di chiarirne i significati:

  • per quanto riguarda il punto 11, si è d'accordo sulla opportunità di una diversa formulazione che renda esplicito il fatto che il capitalismo è modo di produzione formalmente dominane da ben prima la riforma agraria dello Shah e che ciò che più recentemente si è realizzato in Iran è il cosiddetto dominio reale, esclusivo del capitale su tutti gli aspetti della vita economica, sociale e politica del paese.
  • per quanto riguarda il punto 12, ancora, va modificata la formulazione per eliminare l'equivoco di quei compiti democratici della rivoluzione socialista, pericoloso lasciapassare per le posizioni "tappiste" che tanto abbiamo combattuto nel PCd'Iran in questi ultimi vent'anni.

Intenti e Posizioni del PA

Con la pubblicazione del primo numero di Messaggero Internazionalista si è aperta una nuova era per la promozione e la difesa delle posizioni comuniste all'interno dei vari circoli, movimenti e singoli militanti nella compagine dei lavoratori iraniani. Dopo il trionfo globale della ideologia della controrivoluzione e la dissoluzione del primo partito comunista (guidato da Sultanzadeh) questo movimento ha conosciuto un profondo arresto nella sua esistenza storica. La storia della Sinistra in Iran è storia di discontinuità: la storia del peso dell'opprimente sconfitta del proletariato e la storia della sinistra del capitalismo (stalinismo, maoismo, trotzkismo) che irrompe sulla scena con il fallimento della rivoluzione proletaria mondiale e il trionfo della controrivoluzione sul Partito Bolscevico.

In ogni caso, questo arresto nella continuità della vita del movimento operaio internazionalista non ha portato alla totale sparizione della tendenza comunista all'interno della lotta di classe. Appena i primi segni di degenerazione apparvero nel Partito Bolscevico e nell'Internazionale Comunista una particolare corrente costituita da partiti e gruppi comunisti, lottò contro tutto ciò costituendo la fazione sinistra dell'Internazionale.

Questa opposizione si staccò dalle politiche non comuniste del Comintern e centrò la sua attenzione sulla questione nazionale, su parlamento e sindacati, e sul ruolo del partito nella lotta di classe. Ne risultò una spaccatura nell'ala sinistra dell'Internazionale (olandese, tedesca e italiana) che era già di per sé in declino.

La debolezza delle fazioni olandese e tedesca nel continuare la lotta della Sinistra comunista significò che il ruolo storico di difesa delle conquiste, del riepilogo e degli insegnamenti tratti dalla sconfitta della Rivoluzione d'Ottobre fosse attuato dalle altre tendenze di questa corrente. Pertanto la Sinistra comunista continuò ad esistere in condizioni molto difficili e diventò il bastione difensivo delle posizioni internazionaliste contro l'imperialismo e l'apparato politico della sinistra del capitalismo.

Gli eventi politici dell'ultimo mezzo secolo hanno confermato la validità delle posizioni della Sinistra comunista. Posizioni che hanno permesso alle sue correnti di imparare le lezioni e la sostanza dell'esperienza delle lotte precedenti del mondo proletario e che hanno pertanto stabilito la possibilità di una ulteriore elaborazione rivoluzionaria del marxismo. È da queste basi che i comunisti internazionalisti hanno già cominciato il processo di formazione del partito internazionale, passando per discussioni teoriche e affrontando le problematiche di attualità e della prospettiva. Il PA si è dato il compito di presentare le posizioni delle varie tendenze della Sinistra comunista ai movimenti di lavoratori iraniani, in modo tale che sia possibile per i militanti di questa fetta di proletariato mondiale, intervenire nel processo summenzionato. Allo stesso tempo, questa introduzione e presentazione delle idee e delle posizioni dei comunisti internazionalisti, è un tentativo di compensare l'arresto nella continuità storica del movimento internazionalista in Iran. È anche un passo nella direzione di introdurre le posizioni storiche e teoriche che il PA difende. I più importanti principi di queste posizioni possono essere riassunti come segue:

  1. Lo sviluppo progressivo del sistema capitalistico è durato fino alla fine del 1800 ed è entrato in fase di decadenza con la prima guerra mondiale. Questo è stato accompagnato da cambiamenti nelle operazioni del sistema (forma e manifestazione della crisi) e nel suo carattere sovrastrutturale.
  2. Il processo di fusione dello stato e delle strutture sociali al fine di alleviare la crisi del sistema, è cominciato dopo la prima guerra mondiale. Con la salita al potere del fascismo in Italia e Germania e dello Stalinismo in Russia, questo processo si è sviluppato e la tendenza del capitale ad adottare la forma del possesso di stato è divenuta globale (sia nelle metropoli che nella periferia capitalista) ed è divenuta pienamente radicata dopo la seconda guerra.
  3. La prima e la seconda guerra mondiale erano le sole alternative possibili aperte al capitalismo per uscire dalla sua crisi. Dopo la seconda guerra, il ripresentarsi della crisi negli anni Settanta infiammò il conflitto per i nuovi mercati tra le potenze imperialiste (nella forma di guerre nazionali e regionali). Esso portò al collasso della predominante ala sinistra della classe dominante e alla fine condusse agli attacchi delle condizioni materiali dei lavoratori. La sola possibilità rivoluzionaria nell'era presente per il futuro della società umana è ora nelle mani della classe operaia e nella sua abilità a lottare a livello mondiale.
  4. I sindacati, che nel periodo ascendente e progressivo del capitale erano organizzazioni militanti del proletariato, nel momento attuale sono divenuti organi per il controllo e l'inganno della classe operaia e sono usati dalla classe dominante contro le sue varie fazioni. La possibilità di "ricatturare" queste organizzazioni e convertirle in organi indipendenti del proletariato è ormai venuta meno.
  5. Nell'era del declino e della dissoluzione del capitalismo, partecipazione in parlamento ed elezioni sotto la bandiera dell'"uso della piattaforma borghese" o la distruzione rivoluzionaria del parlamento dall'interno servono solo a confondere e rafforzare le illusioni della classe rivoluzionaria.
  6. Tutti i movimenti nazionali sono un'arena dove le varie fazioni dell'imperialismo si scontrano fragorosamente. Il supporto o la partecipazione a questi conflitti, quindi, significa impegnarsi in guerre reazionarie e sono atti controrivoluzionari.
  7. I vari enigmi sociali come problemi sessuali e razziali, sono parte del sistema esistente e sono da questo sistema permanentemente riprodotti. La formazione di specifiche associazioni e organizzazioni in relazione a ciò, che non prendono di mira la reale causa del problema (il sistema capitalistico), non solo non servono a risolvere questi problemi, ma dividono il proletariato in distinzioni di sesso e razza e pertanto indeboliscono la lotta di classe.
  8. Con il fallimento della rivoluzione in Germania e l'isolamento dell'Unione Sovietica da una parte, e la degenerazione, tramite lo stalinismo, del Partito Bolscevico e l'eliminazione delle opposizioni di sinistra dall'altra, la Rivoluzione d'Ottobre si è conclusa in una sconfitta. Dopo il "decesso" del Partito Bolscevico e dell'Internazionale, tutti i cosiddetti partiti comunisti sono serviti all'unificazione dello stato e delle strutture finanziarie e hanno formato l'apparato politico della sinistra del capitalismo (stalinismo, maoismo, trotzkismo).
  9. Tutti i cosiddetti stati socialisti (Cina, Corea del Nord, Albania, Cuba, ecc.) che non si sono formati nemmeno attraverso movimenti nazionali e di massa sono manifestazioni della crisi e della barbarie del capitalismo e sono controrivoluzionari.
  10. In nessuna epoca il partito del proletariato può essere un sostituto della classe nella lotta. Il compito del partito non è prendere il potere per conto della classe, ma, attraverso un intervento organizzato a livello mondiale nei movimenti dei lavoratori, estendere la coscienza di classe e difendere il programma comunista fino all'abolizione di tutte le classi.
  11. Il capitalismo è divenuto il modo di produzione dominante in Iran dopo la riforma agraria e già dall'inizio si trattava di capitalismo di stato, con lo stato come principale possessore di capitale e delle forze di produzione. Dopo la rivolta di febbraio e la creazione della Repubblica Islamica questa struttura è stata rinforzata e, come il capitalismo di stato in tutti gli altri paesi della periferia capitalista (Iraq, Siria, Algeria, ecc.), essa è la manifestazione della barbarie capitalista e dell'era di decadenza che viviamo.
  12. La mancanza di omogeneità della struttura socio-economica del capitalismo in Iran è manifestata nei termini dello sviluppo incompleto degli organi capitalistici e delle forze di produzione. La coesistenza di relazioni sociali pre-capitalistiche nel mezzo delle relazioni capitalistiche e la generale esistenza di piccole officine ed un esteso strato di piccola e insignificante borghesia sono esemplari delle caratteristiche principali del capitalismo nei paesi periferici. Queste particolarità non significano che la rivoluzione democratica debba sostituire quella socialista, ma indicano solamente i compiti democratici della rivoluzione proletaria. Pertanto ogni programma che nega la necessità della rivoluzione sociale in Iran (come parte della rivoluzione mondiale) sta difendendo oggettivamente il sistema della schiavitù salariata.
  13. Dalla formazione del partito comunista (sotto la leadership di Sultanzadeh) non c'è stata una corrente comunista in Iran. Tutti i partiti e le organizzazioni presenti sono parte della sinistra politica dell'apparato capitalista e sono controrivoluzionarie.

(1) Vedi Prometeo 1 Vi Serie (Giugno 2000) "Verso la nuova internazionale"

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.