Rifondazione insegue le logiche del capitale

A scanso di equivoci, i Rifondazionisti precisano il proprio “appoggio costruttivo” alla borghesia di... sinistra

Dopo aver approvato tutte le sofisticate manovre del governo Prodi, nel mare in tempesta del bilancio statale, Rifondazione lancia ora il suo rantolo di battaglia: “siamo contrari ad un intervento finanziario supplettivo in primavera”. E recita la propria parte nel solito gioco della pseudo sinistra borghese: qui ti meno e qui ti liscio.

Le carezze, quando non si tratta di veri e propri... atti impuri, si concentrano sul mitico proposito di una “riqualificazione dello Stato sociale”. Fra le novità in arrivo, sottobanco: tutti (i sopravissuti alle misure...sanitarie) andranno in pensione-carità a 65 o 68 anni (basta pensioni di anzianità); stop agli adeguamenti al costo della vita per le pensioni mensili oltre i due milioni lordi; riduzione dei contributi previdenziali e sanitari a carico delle imprese. Ognuno si arrangi come pu•. Questo servirà a “rendere più competitivo il sistema Italia”. (È il frutto di un cervellone, l’economista L.Cappugi, ex consigliere economico della Presidenza del Consiglio dal 1973 al ‘95. Cioè, da Andreotti a Cossiga e a Dini...)

Nota bene: Rc è contraria a nuove randellate finanziarie fino a un certo punto, poich‚ lo “sarebbe ancor di più” solo se si dovessero “anticipare gli ulteriori peggioramenti della legge sulle pensioni”, di cui sopra. (Vedi Liberazione del 4 gennaio.) Peggioramenti accettabili, purch‚ si stia ai patti, cioè nel ‘98 piuttosto che nel 97.

Dall’antipasto al piatto forte - richiesto sempre da Rc - del “rilancio di una nuova qualità dello sviluppo e prospettive politiche anticicliche per il lavoro”. E qui Rc supera se stessa, con una dose di ipocrisia politica da far invidia agli antichi farisei. Infatti, dopo aver approvato il decreto di fine anno, fa finta di scandalizzarsi per “i regali alle grandi famiglie del capitalismo”, Agnelli in testa. Quindi acconsente di nuovo, e mercanteggia sulle privatizzazioni: dove c’è sicuro profitto, lo Stato faccia il suo dovere capitalistico. E Bertinotti sposa il “modello Chirac”!

Ecco infine le invocazioni per incentivi alla produzione, cioè aiuti ai capitale, e per “ipotesi di riconversione e di ricerca finalizzata alla innovazione di prodotto”. Un po’ di fantasia imprenditoriale, dunque, per impiegare la forza-lavoro disoccupata, dopo i lavori di pulizia delle spiagge e di restauro dei monumenti.

Le logiche della economia politica, che annebbiano i pensieri dei professori, ipnotizzano anche Rc che - da buona innovatrice - rispolvera i modelli di sviluppo usciti dalle meningi degli intellettuali di Togliatti e di Berlinguer e miseramente naufragati nella crisi economica, al pari dei modelli vagheggiati dai capitalisti privati e statali.

Chiedere a questi signori - che blaterano di impatti sociali, ambientali e occupazionali - di entrare nel merito delle loro imbecillità, affrontando una analisi critica della economia capitalistica anzich‚ sognare “scelte coraggiose e cambi di marcia” del... capitalismo, è fiato sprecato. Basti dire che (a dispetto anche della buona fede di molti sostenitori) Rc si preoccupa innanzitutto di trovare “una strada per la riqualificazione dell’intervento di risanamento del deficit pubblico”. Se questo non è senso dello Stato borghese e della sua economia capitalistica, fate voi!

Come dessert, ecco la lotta all’evasione fiscale. Puntate saldi i piedi, compagni: Rc si schiera in favore del fisco all’americana, cioè per il “conflitto d’interessi”, contro il fatturato sommerso. Tutti pagherebbero le tasse - si fa per dire - se fosse consentita nella dichiarazione dei redditi la possibilità di dedurre una certa percentuale di spese sostenute. In parole povere: chi ricorre, per esempio, all’idraulico per un guasto, pretenderà la fattura. Per esempio: pagherà 200.000 lire invece di 160.000, ma in compenso e mostrando la ricevuta fiscale otterrà dal Fisco un rimborso di 15.000 lire. Dunque, l’idraulico (il fornitore) verserà 40.000 lire di tasse dirette e indirette, in realtà già sborsate in più dal cliente al quale lo Stato rimborserà 15.000 lire, tenendo per s‚ le altre 25.000. Chi paga, a conti fatti, è sempre e solo Pantalone, cioè il proletariato, occupato, disoccupato o pensionato.

L’importante - anche per Rc - è sviluppare armoniosamente il capitalismo e far quadrare i conti pubblici dello Stato borghese. In un clima, s’intende, di giustizia sociale.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.