Pinocchio alla ribalta

Gad Lerner, vicedirettore de La Stampa da qualche settimana ha ripreso la sua collaborazione alla Rai: conduce la trasmissione Pinocchio. Dal titolo si potrebbe pensare che l’autore si prefigga di sbugiardare il politico o la personalità di turno e invece no. Nella prima puntata dedicata alla ricerca di chi ha realmente in Italia il potere dei soldi abbiamo assistito increduli a uno show dell’amministratore delegato della Pirelli Tronchetti Provera davvero esilarante se non fosse che il cumulo di bugie e di falsità raccontate sono passate per verità cristallina. D’impeto, Tronchetti Provera ha preso la parola in difesa di Cuccia, il presidente di Mediobanca, perché difendendo il capitalismo privato avrebbe salvato la nazione dal disastro.

Non dobbiamo dimenticare che oltre il 60 per cento dell’economia nazionale -- ha detto il nostro -- era nelle mani dello stato, una vera economia di tipo sovietico.

E giù a elencare i disastri dell’economia “sovietica” che sicuramente avrebbero travolto l’intera economia nazionale senza l’eroica resistenza del signore di via Filodrammatici. Insomma: una vera pinocchiata; una delle tante sceneggiate a cui ormai questi signori privi del benché minimo senso del pudore da tempo ci hanno abituati. Dimenticava Tronchetti Provera che nel lontano 1932 era stato proprio Cuccia uno degli artefici della nascita dell’Iri e non certo per smanie sovietiche, ma per evitare che la profonda crisi in cui versava la gran parte dell’industria privata italiana travolgesse l’intero sistema. E Nel dopoguerra lo stato non ha espropriato, tanto per citarne qualcuna, imprese come l’Alfa Romeo, la Motta, l’Alemagna, la Cirio, il Nuovo Pignone ecc.; ma le ha rilevate per evitarne il fallimento. Lo stato, cioè, è sempre intervenuto per mettere una pezza ai disastri provocati dai colleghi di Tronchetti Provera scaricandone i costi sull’intera collettività; né la Pirelli fa eccezione: quanti finanziamenti a fondo perduto ha ricevuto dallo stato nel corso della sua lunga vita? Quanta cassa integrazione ha scaricato sulla fiscalità generale per portare avanti i recenti processi di ristrutturazione? Non sa Tronchetti Provera che all’indomani della seconda guerra mondiale senza i fondi elargiti dallo stato la Pirelli, come la Fiat e la maggior parte della grandi imprese italiane, non avrebbero neppure riaperto i cancelli? Deve essere una caratteristica genetica dei nostri industriali e dei loro corifei questo liberismo double face; altrimenti non si spiega la disinvoltura con cui si incazzano contro lo stato per l’eccessivo debito pubblico e si incazzano ancora da più se lo stato non concede loro sgravi fiscali sui profitti reinvestiti, fiscalizzazione degli oneri sociali, incentivi per vendere automobili, all’esportazione, a investire nel sud ecc. Cuccia ha creato, a spese della collettività, un vero e proprio impero industriale e finanziario rilevando per quattro soldi (Comit), o dopo che lo stato aveva provveduto a ripianare i debiti contratti dai colleghi di Tronchetti Provera (Montedison) banche e imprese di ogni tipo e le ha messo nelle mani delle solite quattro famiglie che hanno il vero potere in questo paese e per questo dobbiamo essergli pure riconoscenti per averci salvato dal bolscevismo. E poi dicono che non ci sono più le classi sociali, che siamo tutti cittadini, che siamo tutti uguali di fronte alla legge; che godiamo degli stessi diritti. I borghesi possono mentire, corrompere, evadere il fisco, fallire, distogliere i fondi delle aziende per uso personale, appropriarsi di quello dello stato vendere prodotti scaduti, non rispettare gli accordi sindacali e sono degli eroi. Gli operai, pur pagando fino all’ultima lire le imposte e le tasse a loro carico, solo perché reclamano una pensione decente o una sanità pubblica dignitosa o un posto di lavoro degno di questo nome, quando gli va bene sono dei privilegiati, quando gli va male finiscono in galera. Ah, se ci fosse un forte partito marxista rivoluzionario quanti tronchetti starebbero a... cuccia!

Giorgio

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.