La fase...
Submitted by gaetano on Tue, 2008-10-21 14:01
Vorrei che mi fosse spiegato se la scienza marxista ha previsto quando si aprirà la fase o congiuntura storica ed economica favorevole ad una rivoluzione proletaria.
Il mio timore è che la borghesia possa ricorrere all'arma di difesa nazionalizzazioni per risollevarsi ogni qual volta è chiamata ad affrontare una crisi e che non esista alcuna fase favorevole alla causa rivoluzionaria nell'avvento della quale poter sperare. Grazie.
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Il marxismo prevede
Il marxismo prevede semplicemente che il modo di produzione capitalistico, a un dato stadio del suo processo di accumulazione, entri in crisi strutturale ed irreversibile, dovuta alla caduta del saggio del profitto che da "tendenziale" diventa "reale". Il capitalismo può mettere in moto tutta una serie di controtendenze per cercare di frenare questa caduta. Una delle principali controtendenze è L'AUMENTO DELLO SFRUTTAMENTO, sia attraverso l'aumento dell'estorsione di plusvalore relativo (aumento della produttività del lavoro/saggio di plusvalore) sia attravreso l'aumento dell'estorsione di plusvalore assoluto (aumento della giornata lavorativa). Oggi, infatti, che stiamo vivendo la crisi del terzo ciclo di accumulazione capitalistica su scala planetaria, assistiamo proprio ad un aumento massicco dello sfruttamento ed un attacco al salario mosso su vari fronti, tra cui quello dei tagli alla spesa sociale e alla previdenza, che non è altro se non salario indiretto e differito.
Ma le controtendenze del capitale riescono a rallentare, non certo a fermare la caduta del saggio di profitto - che tra l'altro è la causa principale per cui sempre più capitali si spostano dalla produzione di merci alla speculazione finanziaria - per cui la crisi, in ultima istanza, non fa che allargarsi e approfondirsi.
Basta la crisi strutturale del capitalismo a creare le premesse per una rivoluzione proletaria? Certo che no, è condizione necessaria ma non sufficiente. Primo perché la classe lavoratrice, almeno in Occidente, non è ancora "con l'acqua alla gola" (grazie ad ammortizzatori come la famiglia che senz'altro attutiscono il peso della crisi... ma fino a quando?), e secondo perché il dominio ideologico della classe dominante (la "sovrastruttura") è ancora forte e manca un soggetto politico forte - il Partito di classe - in grado di guidare il malcontento verso la rivoluzione sociale. Il nostro compito è quello di costruire, rafforzare e radicare questo partito per fare in modo che, quando la crepa del sistema si allargherà, la classe avrà la sua guida, il suo programma e la sua organizzazione. E ricordatevi le parole di Onorato Damen: "Ogni rivolta sociale, senza il partito, si esaurisce nel sistema".