Fascisti a Bologna (e a Roma) Difesa della Costituzione o lotta di classe?

Dopo gli scontri di sabato scorso a Bologna alla manifestazione contro la presenza nel capoluogo emiliano di 300 militanti di Casa Pound, sono esplose le polemiche sulla gestione dell'ordine pubblico e sull'opportunità di vietare l'iniziativa fascista per evitare tensioni e incidenti. Sulla carta, per quanto possa fare schifo, si potrebbe condividere la posizione di Lepore, sindaco della città, indignato per il mancato divieto da parte degli organi di polizia del corteo dei topi di fogna, mossa diretta a creare incidenti da usare in campagna elettorale (in Emilia Romagna si vota il 17-18 novembre). I richiami alla Costituzione poi, si sono sprecati anche stavolta.

Ma il fascismo si può davvero combattere con la fiction elettorale, schedaiola, legalitarista, in altre parole democratica? O va considerato, come andrebbe, come fenomeno endemico all'attuale sistema economico per cui solo con la scomparsa di quest'ultimo in quanto causa, scomparirà l'effetto?

La Costituzione, faro supremo di tutte le anime pie, vieta (a parole) la ricostituzione del disciolto partito fascista. Il problema sarebbe che non è stata applicata a dovere, per molti. La sua "non applicazione" però è implicita nella sua stessa natura. Infatti oltre a recitare la parte di figlia della Resistenza, la Costituzione afferma l'inviolabilità della proprietà privata e difende la libera impresa. Quindi difende i padroni. Esatto, gli stessi che hanno armato e finanziato il fascismo usandolo come arma contro i lavoratori. Anche se tanti fascisti hanno la faccia così da culo da autodefinirsi "anticapitalisti" o "di sinistra", perché si scordano da dove vengono, chi li ha sostenuti e li sostiene.

Di conseguenza, ogni appello alla difesa della Costituzione, specie se viene da chi si proclama antagonista a questo sistema, non è che patetico piagnisteo democraticista. A chi per legittimarla tira fuori il sacrificio dei partigiani bisogna rispondere con obiettività e amarezza, che è stato un sacrificio inutile. Anche perché al governo oggi ci sono, magari non nella stessa forma e per ora solo in discreta parte nella stessa sostanza, i nipotini di quell'esperienza storica e politica in camicia nera.

La Costituzione ci ha difesi da loro? No. Ne ha prevenuto il ritorno? Nemmeno. E allora è venuto finalmente il momento di smettere di considerarla come una Bibbia davanti alla quale genuflettersi. Ed è anche ora di considerare fascismo e democrazia come due giocatori della stessa squadra, allenata dai padroni, che loro stessi alternano in campo ogni tanti anni a seconda della loro convenienza, delle loro esigenze e soprattutto del livello della lotta di classe. Infine è ora di convogliare tutte le energie che si spendono nell'antifascismo (e purtroppo solo in quello, non avendo altri contenuti seri) incanalandole in una prospettiva anticapitalista di superamento di questo lurido sistema sociale.

Si può resistere oggi, attaccare domani, resistere ancora dopodomani e andare avanti così all'infinito. Ma se pensiamo davvero di risolvere il problema una volta per tutte senza arrivare alla resa dei conti con il sistema che col fascismo ci campa (il capitalismo) siamo solamente dei poveri illusi.

La Vespa rossa

Martedì, November 12, 2024