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Lotte vere e non rituali
lotte in cui i lavoratori siano protagonisti coscienti e organizzati e non dei babbioni che aspettano in sala d’attesa mentre altri fanno accordi sulla loro testa…
La finanziaria 2025 segna ufficialmente il ritorno alla tristemente nota austerità. Dopo il periodo di sospensione post-pandemico, che era necessario per evitare di accoppare (oltre a molte aziende) quella che per la classe dominante rimane pur sempre la gallina dalle uova d’oro - ovvero il mondo del lavoro dipendente, senza lo sfruttamento del quale non si possono fare i profitti e il PIL- eccoci di nuovo al ritorno delle antiche ricette.
Tagli alla spesa, blocchi del turn over, rinnovi contrattuali al di sotto dell’inflazione (detti anche volgarmente tagli dello stipendio) e, per non farsi mancare niente, già si profila all’orizzonte una nuova riformina delle pensioni… “ma sì dai, per non perdere l’allenamento”. Dopotutto l’ultima, la “Fornero”, è costata in termini sociali solo qualche ora di sciopero, ma ha fatto risparmiare assai… e poi tra i 67 anni e l’esaurimento delle energie vitali di chi lavora, c’è ancora una breve finestra temporale, due o tre anni utili prima di mandare il lavoratore definitivamente affanculo, visto che “dopo 40 anni che timbra ‘sto cartellino ha anche rotto i coglioni”. Al trattamento di fine rapporto ci penseranno il gatto e la volpe, con il metodo del silenzio assenso: essi lo custodiranno nei fondi investiti nei mercati finanziari, dove produrrà un albero dalle monete d’oro.
Naturalmente non stiamo parlando di tutti i lavoratori ma solo di quelli “garantiti”, quelli che usufruiscono ancora in forma residuale delle condizioni di lavoro acquisite con le lotte di un passato lontano (quelle un po' più vere e non quelle totalmente ritualizzate e svuotate di significato di oggi, che servono come legittimazione sociale e politica per i sindacati, ma lasciano i lavoratori sempre allo stesso punto, al netto della trattenuta per lo sciopero). Per i giovani, dicevamo, il futuro è un bel po’ più radioso: dopo periodi di lavoro intermittente, a chiamata, a chiamata ritardata, a giorni alterni ma compresi sere e festivi, dopo aver sperimentato il lavoro smart e il salario slim essi possono senz’altro mettersi in fila per la mensa dei poveri o provare per tutta la vita l’ebbrezza di una sanità fatta in casa. Per esempio, il vicino di casa con la pinza potrà aiutare a cavare il dente cariato; se non ti sentirai bene ci saranno gli antichi rimedi della nonna (sempre del vicino), cosa che serve anche a mantenere vive le tradizioni del folklore italico locale, e se poi proprio proprio hai qualcosa di grave beh… “sono anche un po’ cazzi tuoi, noi ti avevamo dato il welfare aziendale in cambio della sanità, mica ti avevamo promesso la luna che non si può avere, ancora non l’hai capito, testa di minchia!”
Per carità di patria non menzioniamo i lavoratori immigrati e le loro condizioni di lavoro, nella logistica o nelle campagne, già devono dirsi fortunati di non aver vinto un viaggio premio per l’Albania.
Si dirà: “ma questa è demagogia, populismo, spianare la strada alle destre con un facile disfattismo”. No, ci dispiace, la strada a tutto questo l’hanno spianata coloro che hanno condiviso la responsabilità delle normative antisciopero, che hanno firmato nel tempo di tutto e di più pur di rimanere al tavolo della trattativa, e ora piangono (ma neanche tanto) perché nessuno tra i ceti popolari va più a votare, e nessuno o quasi sciopera più.
Noi scioperiamo oggi come abbiamo sempre fatto, ma la strada per cambiare la situazione è un’altra, e richiederà lotte autentiche e dirette dai lavoratori stessi tramite comitati di lotta e coordinamenti dal basso, nonostante l'inasprimento delle leggi repressive in chiave preventiva di scioperi e manifestazioni. Altrimenti il futuro è già scritto e noi avremo perso un’occasione utile per cambiare le cose.
Se la lotta di classe proletaria, vera, è indispensabile, da sola però non basta; occorre la presenza del partito rivoluzionario internazionale, alimentato dalle lotte e che a sua volta le orienti politicamente, per affossare definitivamente questo sistema basato su sfruttamento, oppressione e devastazione dell'ecosistema, che produce miseria e morte. O lui o noi, non c'è alternativa
PCInt- Battaglia comunista, affiliata alla Tendenza Comunista Internazionalista
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