Gli assassini inarrestabili del Dio profitto: i padroni

Ci risiamo. Questo semplice verbo, presente, in realtà coniuga tutti i tempi: passato, presente e futuro; questo finché il banco non viene ribaltato ovverosia fatto saltare per aria. Parliamo dell'ulteriore assassinio di un proletario, il bracciante indiano Satnam Singh morto all'ospedale San Camillo di Roma, a seguito di un grave infortunio: una macchina avvolgiplastica gli ha tranciato di netto un braccio e procurato diverse fratture; il tutto è avvenuto in Borgo Santa Maria in provincia di Latina, nell'azienda agricola di un certo Renzo Lovato, una delle tante bestie che chiamano “datori di lavoro” che, oltre ad essere prenditori di forza-lavoro, sono anche prenditori di vite.

E non si creda che tutto ciò sia una disgrazia una tantum: questa è l'essenza stessa di questo modo di produzione. La firma è del solito juke-box, la solita mastodontica macchina mangiasoldi che non si ferma davanti a niente e a nessuno, Attila, il flagello di Dio, che, dove passava lui non cresceva più l'erba, al confronto era un dilettante alle prime armi. Questo Juke-Box ha un nome ben preciso e si chiama capitalismo e la sua classe borghesia, e va da quella più stracciona al monopolio imperialistico; quella che più la pecunia puzza, più diventa attraente; quella che tutti i maledetti giorni inghiotte e tritura nel suo pozzo senza fondo in mille modi e mille forme centinaia di migliaia di proletari in tutto il mondo.

Ci fa schifo e ribrezzo la solita carrellata di “quelli” che cascano dalle nuvole e dei soliti professionisti istituzionali (governo-opposizioni e sindacati) del lutto incorporato che si avvia premendo il tasto play: le prefiche della politica, cioè le famose donnine del mondo antico, pagate ai funerali per tessere l'elogio del defunto, ed emettere grida di dolore. Loro, i politici prezzolati, hanno solo adeguato il listino e la recita della “disperazione”, ai nuovi, moderni e “civili” (sic!) tempi.

Questi, filistei, farisei e sepolcri imbiancati dell'ultima e della prima ora, è il mondo reale, il mondo vero quale tutti conoscono, è il mondo al servizio della borghesia. la quale se ne strafotte delle vostre mielose ipocrisie, quando si manifestano, e bada al sodo, al concreto: ai suoi interessi, che sono anche i vostri, pena la caduta dei vostri privilegi. Questa pletora di servi della borghesia, raggruppa tutti i partiti da destra a sinistra-sinistra e tutti i sindacati, dal più grande al più piccolo, pur nelle loro differenze. Perché tutti, al fine, sono per mantenere lo status quo. Ovvero lo stato capitalista. Al massimo arrivano a chiedere delle riforme e un volto più umano, una coscienza e un cuore che batte e pulsa contro le ingiustizie. Giusto. Il problema è che la “costituzione” del corpo capitalista, non prevede né coscienza né cuore; anzi, questa è la precondizione della sua vita, anche se, per la precisione, esiste anche una costituzione che prevede sia l'una che l'altro: coscienza e cuore borghesi battono, eccome! Ma solo a condizione di difendere i loro interessi di classe.

Il braccio tranciato e riposto nella cassetta da frutta è la dimostrazione che, per difendere il loro profitto, la pecunia, i PADRONI non guardano in faccia alle belle maniere. Il signor Lovato (sic!) - bestia suona meglio, perché di questo si tratta - in fondo ha fatto, in piccolissimo, ciò che in misura “immensamente” più grande stanno facendo, per restare all'oggi, i vari Hamas, Israele, Putin e Bidé-n - con le sue bombette di pace -, maciullando migliaia di bambini, uomini e donne, da una parte, e oramai centinaia di migliaia di altrettanti bambini, donne e uomini dall'altra. Per chi magari “ignora” o fa finta di ignorare i motivi di tanta crudeltà, informiamo che, sia in un caso sia nell'altro i motivi sono identici: lo sporco profitto.

Il vomito delle prezzolate penne della borghesia gioca a incantare a far vedere il dito al posto della luna. La cronaca lacrimosa imperversa come una valanga, a parte ovviamente i più reazionari giornaloni sempre sull'attenti agli ordini della destraccia più infame. Ne abbiamo un esempio con la newsletter del Corriere, giornale della borghesia moderata: “Satnam Singh si svegliava tutte le mattine all’alba, usciva di casa alle 6,30, percorreva 8 chilometri in bici verso le serre della famiglia Lovato e, nel tragitto tutto uguale di salici e oleandri delle campagne pontine, attraversava anche via della Speranza. Anche se difficilmente aveva contezza di questa toponomastica...”. Sono i soliti vagiti dei professionisti del pianto di cui sopra, specialisti nel toccare le corde più profonde dell'empatia. Se ci avvisava potevamo aiutarlo a rendere il pezzo ancora più “piangioso”. Perché ignorare i salici che sicuramente quella mattina avevano un presentimento e, come al solito anzi, più del solito, “piangenti” quasi lo supplicavano: “Satnam, ti prego, questa mattina non andare a lavorare, ti supplico rimani a casa”. Come si può vedere ci sono mille modi per ingannare. Ma quella mattina, mia cara newsletter, Satnam è dovuto andare a lavorare per i soliti 3/4 maledetti euro all'ora, che a voi non bastano neanche per l'aperitivo e lui e sua moglie invece ci dovevano campare: in una baracca. Perché così il suo padrone e tutti gli altri, dalle campagne alle fabbriche, agli uffici, all'edilizia, a tutto il mondo del lavoro possono ingrassare.

In tutto questo merdaio se ne leggono e sentono di tutti i colori. Proviamo a sintetizzare le cose più importanti oltre alle cose dette fin qui.

Una questione che va per la maggiore è senza alcun dubbio quella sullo sfruttamento. I più dotti ci informano che lo sfruttamento è una categoria che si verifica solo in alcuni casi limite. Sentiamo la dotta segretaria generale Flai Cgil Frosinone-Latina: “Questa crudeltà (si riferisce ai padroni alla Lovato) deriva da un tessuto lavorativo fatto di troppe aziende che sfruttano i lavoratori, soprattutto i più deboli e ricattabili quali sono i lavoratori stranieri.” (Il manifesto 20/06/2024). Sentiamo il suo capo Landini, molto più Dotto: “Aziende come queste vanno chiuse, va impedito che possano continuare a lavorare", aggiunge il segretario della CGIL. Per il sindacato ci sono “pezzi interi di economia in cui lo sfruttamento e il caporalato sono la regola”. (Landini, collettiva.it) Ma ancora: “uno studio di caso nazionale sui bambini e adolescenti figli di braccianti in due tra le aree italiane a maggior rischio di sfruttamento lavorativo agricolo la provincia di Latina, nel Lazio, e la Fascia Trasformata di Ragusa in Sicilia.” (Il manifesto 27/07/2023). Da destra a sinistra si ode quasi all'unisono la stessa, questa sì, enorme fake news che, si badi, è diventata la verità incontrastata: immigrati sfruttati, lavoratori sfruttati!

Ora con tutto il rispetto che si deve a quei luminari della scienza economica, vorremmo far sapere loro che lo sfruttamento della forza-lavoro può essere e avere diversi gradi di intensità (e brutalità) dovuti all'evoluzione tecnologica dei macchinari, all'aumento dei ritmi di lavoro, all'allungamento della giornata lavorativa, ovviamente all'ammontare salariale che deve sempre essere al minimo livello possibile ecc. Ma comunque sempre e in ogni caso si ha sfruttamento, ciò che cambia è solo l'intensità e il valore di questo, ma il tutto è sussunto ai rapporti di produzione capitalistici. Senza sfruttamento della forza-lavoro, anche nelle cattedrali dei cosiddetti diritti democratici, non vi sarebbe plusvalore e di conseguenza profitto, che è il cibo quotidiano per la borghesia.

Altra grande panzana di cui parla sempre la sindacalista della Flai Cgil, che purtroppo è in grande compagnia anche con larga parte del proletariato, è la storiella “padroni/datori di lavoro”. Non v’è dubbio che anche da questo punto di vista la propaganda e la produzione ideologica, di idee e cultura è in mano alla classe più potente, quella che detiene il potere, che ha perforato ogni più piccola cellula del corpo sociale. La vecchia classe operaia, non si sarebbe mai sognata di chiamare il padrone “datore di lavoro”. Le parole hanno la loro importanza. Cosa vuol dire “datore di lavoro”?: è il proletario che dà il *suo* lavoro, e il padrone lo prende; quindi, rifacendoci a Marx e per una maggiore precisione, l'operaio cede, dà al padrone la sua forza-lavoro; il padrone invece si appropria di questa forza-lavoro, divenendone il proprietario e quindi prenditore. “Padroni, questo il loro vero nome, non datori di lavoro” (ibidem), ripete sconsolata la sindacalista, non sapendo e non immaginando neanche lontanamente quanto abbia ragione, anche se lei ha in testa il padrone buono, ergo il datore di lavoro. I padroni buoni non esistono. Esistono solo padroni che fanno i loro interessi, che sono contrapposti a quelli del proletariato.

Ora tutti fanno gli gnorri, come se non sapessero che in quel di Latina, nel Pontino, esiste una situazione del genere, cose che conoscono anche i sassi (vedasi sopra Il manifesto) dove anche il criminale sfruttamento dei bambini e bambine è prassi abituale. “Un esercito di braccianti indiani sikh sfruttati e costretti a doparsi per sopportare la fatica dei campi e le violenze dei 'padroni', a pochi chilometri dalla Capitale”; questo è un rapporto Onlus (inmigrazione.it, che si può trovare anche sul sito della camera.it). Come se non sapessero che le mafie agro alimentari sono una vera e propria organizzazione che fornisce manodopera, forza-lavoro, a buon prezzo, il prezzo più basso che si possa spuntare sul mercato. Ma il tutto accade all'insaputa del governo (figuriamoci...), quello attuale ma anche quelli precedenti, benché la cosiddetta opposizione gridi allo scandalo, come se negli anni precedenti fosse stata sulla luna.

Naturalmente la ministra del lavoro, e il super ministro dell'agricoltura, hanno altro di cui occuparsi. Lollo è di casa da queste parti: è qui la festa?, pare di sentirlo. Essì perché qui ci sono le mense più povere, metro zero, e lui, si sa, adora questi pasti perché i poveri mangiano meglio dei ricchi, infatti al G-7 hanno convocato lo chef dei barboni, mica Massimo Bottura, che ti chiede, per mangiare da lui, da 500 euro in su, più o meno l'elemosina mensile di un bracciante! Hanno persino il culo come la faccia, infatti ora fanno incontri contro lo sfruttamento e il caporalato per dare un colpo mortale a questi fenomeni disumani: ma allora fermate tutto signori! Par di sentirlo, Lollo, “fermate il treno, voglio scendere!”. “Il governo Meloni è in prima linea su tutti i fronti per contrastare qualunque forma di sfruttamento sul lavoro. Siamo di fronte a una tragedia che non ci può lasciare indifferenti e sulla quale andrà fatta piena luce.” (Lollobrigida- ilfattoquotidiano.it 20/06/2024) Piena luce?? Sìì, ha detto proprio così. Strano vero? Nell'Agro Pontino, ma in tutti gli agropontini d'Italia, il lavoro nero e il caporalato sono un fenomeno che interessa il 25% delle aziende. Gli “agropontini” italiani sembrano le Svalbard, il luogo della Norvegia in cui il sole di mezzanotte si verifica per un periodo più lungo. Qui il sole non tramonta mai dal 20 aprile al 22 agosto. Nei “Pontini” invece non tramonta per tutto l'anno! A voglia di “piena luce”! Ah Gino Lollo, ma a chi vuoi piglià p' 'o culo?

Ma questi sono i migranti che piacciono alla Meloni e company: lavorare e zitti, i moderni schiavi che sono come i vecchi schiavi. Un serbatoio infinito di forza-lavoro. Su questi disperati tacciono per non disturbare i padroni del Pontino feudo incontrastato delle destre alla Durigon o del presidente del Lazio Rocca, e ovviamente, dello stesso Lollo. Nel mondo, ogni minuto 20 persone sono costrette ad abbandonare le proprie case; in tutto sono 120 milioni di disperati in fuga da guerre, violenze e persecuzioni. Un rapporto dell'ISPI, non dei violenti comunisti, appena uscito (20/06/2024), ci delucida in merito alle migrazioni: “A far ingrossare le fila di questa umanità (ovvero i 120 milioni) in fuga – tra cui figurano 43 milioni di rifugiati – sono i conflitti sempre più diffusi, la crisi climatica, l’insicurezza alimentare ed energetica. Tutti fattori che negli ultimi anni hanno costretto un numero sempre crescente di persone ad abbandonare le proprie case o il proprio paese alla ricerca di sicurezza e protezione. A riferirlo è il rapporto Global Trends 2024 diffuso da Unhcr in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, che si celebra ogni anno il 20 giugno. Secondo i dati, nel 2024 il 73% di tutti i rifugiati al mondo provengono da soli cinque paesi: Afghanistan (6,4 milioni), Siria (6,4 milioni), Venezuela (6,1 milioni), Ucraina (6 milioni) e Palestina (6 milioni).”.

Come risulta evidente, c'è una strettissima relazione soprattutto tra crisi climatica e guerre, tutte ascrivibili al capitalismo in crisi. Crisi di valorizzazione dei capitali come conseguenza della caduta del saggio di profitto, e come sviluppo distorto, per quanto riguarda la crisi climatica, di questo modo di produzione basato solo sull'estorsione sempre maggiore di plusvalore: l'unico fine della borghesia è il profitto e nessuno ostacolo alla sua realizzazione è sopportato. Ecco perché il proletariato di tutto il mondo deve dichiarare guerra al capitalismo tutto, perché come non ci sono padroni buoni e cattivi, ma padroni e basta, così non ci sono imperialismi buoni o cattivi, ma imperialismi, e a tutti va dichiarata guerra senza quartiere.

Ancora due cose prima di concludere. La segnalazione di un altro infortunio mortale, un ragazzo di 18 anni, Pier Paolo Bodini, ha perso la vita a Brembio (Lodi), schiacciato da una seminatrice. Un operaio di 34 anni è morto venerdì mattina durante il turno di lavoro in una fabbrica di laminati in vetroresina di Cividale Mantovano. Inoltre, sei operai sono rimasti feriti a causa di un’esplosione avvenuta nel reparto produttivo di una fabbrica di alluminio nella zona industriale di Bolzano, mezz’ora dopo la mezzanotte di venerdì. Quattro di loro sono gravi. Pare quasi un bollettino di guerra, anche se, con le guerre sempre più vicine, somiglia molto a una propedeutica alle guerre prossime future.

Ancora una cosa. Quando si parla di lavoro siamo in un campo prettamente sindacale/economico, ovvero il campo da cui ha origine lo scontro delle classi, cioè principalmente del proletariato e della borghesia. Quindi è qui che si riconoscono gli “attori” in campo. Detto e ridetto e denunciato in ogni nostro intervento il gioco sporco di partiti di sinistra-sinistra ,che vanno considerati a pieno titolo nel campo della borghesia, lo stesso discorso vale per tutti i sindacati, che per noi non sono altro che la cinghia di trasmissione degli interessi padronali nel seno del proletariato. A far compagnia a queste organizzazioni controrivoluzionarie, ci sono pure i cosiddetti sindacati di base. Tra questi una nota di merito va senza dubbio alcuno a coloro che si ritengono il meglio sulla piazza del mercato sindacale, ovvero il Si-Cobas: neanche una mezza frase e una parola su questo scempio capitalista, ma, forse, non è sufficientemente remunerativo sul mercato della compravendita di forza-lavoro. Quindi il loro slogan, la loro pietra miliare: “toccano uno toccano tutti”, è riferita solo ai loro iscritti. Alla loro parrocchia, dove i successi non si contano, via uno avanti un altro. Se poi i migranti ascrivibili ad altre “parrocchie” (in questo caso la CGIL-FLAI, confederali in genere) crepano e vengono trattati come bestie, non è affar loro. Ma non è affar loro neanche ciò che accade alla Stellantis, se non hanno mercato. Questi sindacati vanno denunciati come organizzazioni controrivoluzionarie al pari della triplice sindacale.

Noi continueremo a stare solo da una parte, che è quella di essere sempre contro tutti i padroni e contro tutti gli imperialismi; la scelta dei padroni e degli imperialismi buoni la lasciamo a voi.

T

P.s. Va da sé che la legislazione borghese ha chiesto per i Lovato il classico omicidio colposo, quando appare lapalissiano che il minimo per simili persone, anche dal punto di vista delle leggi e del diritto borghese, sarebbe l'omicidio volontario tout court.

Sabato, June 22, 2024