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Home ›Crimini e misfatti dei soliti noti
Un anno di merda se n'è andato, un altro è arrivato. Spiace cominciare così, ma purtroppo c'è poco da stare tranquilli: questa è la verità. La banda di Atrojau colpisce ancora. Chi si era illuso che bastava cambiare l'orchestra per sentire un'altra melodia è rimasto deluso; chi invece plaude alle stonature, continua a sentirsi estasiato da cotanto ciarpame... anche perché son tutti stridori che non lo toccano minimamente ma, come al solito, vanno nella direzione preferita attratti come una calamita, tormentando carne, cuore, spirito e anima della povera gente; che se ne infischierebbe bellamente dell'anima e simili astrazioni, avendo ben altro di cui preoccuparsi, ovvero mettere insieme il pranzo con la cena, esercizio sempre più difficile per larghe fasce del proletariato che devono cimentarsi con tripli salti mortali.
I cuochi della banda Atrojau, osti della malora, han preparato i soliti piatti a base di lacrime e sangue, in questo sono imbattibili; non si preoccupano nemmeno di indorare e decorare il piatto: (FdI è il) «governo dell’Italia con la schiena dritta, che va a testa alta, con le scarpe piene di fango e le mani pulite»...(1) di sangue. Sangue sui corpi di chi crepa grazie alla partecipazione di fatto alle varie guerre in giro per il globo terraqueo, sangue sui migranti morti nel mare Mostrum, sangue di cui si nutre tutta la borghesia nello sfruttamento quotidiano del proletariato. La vostra schiena dritta lungi dall'essere un vanto è la conseguenza delle schiene che voi -e quelli prima e quelli dopo- avete continuamente piegato, cioè quelle delle masse sfruttate; le scarpe piene di fango infine, vi sono servite per passeggiare sui piatti dei poveri: la pietanza natalizia offerta con amore da Giorgia, il cognatino Lollogrigio (Capostazione e assiduo frequentatore delle mense Caritas) e il governo tutto.
La legge di bilancio è un esercizio di equilibrismo monetario, partita di giro e gioco delle 10 carte. L'importante è che il conto finale venga pagato dal solito pantalone. Il salario minimo dopo tanto girare a vuoto è, per adesso, sparito dai radar dei Partiti d'opposizione e dei sindacati, che, invero, non è che si siano dannati l'anima nel sostenerlo neanche con un minimo, appunto, di lotta. Ricordiamo solo, in sintesi, la richiesta di miserabili 9 sporchi euro lordi all'ora che riguarderebbero circa 3,5 milioni di lavoratori. Il governo, con la consulenza del premio Nobel mancato, il gigante, si fa per dire, “ecocomico” Brunetta, ha messo una pietra tombale sulla possibilità di legiferare in tal senso. È tecnicamente inapplicabile, si giustifica il governo, una possibile legge. Quindi il passaggio di una piccolissima parte dei profitti dalle tasche dei padroni a quelle dei lavoratori, è tecnicamente insormontabile. La contrapposizione degli interessi borghesi con quelli della classe operaia, per questa accozzaglia è solo questione tecnica o di contrattazione contrattuale. Infatti loro, come padroni dei servizi pubblici, sono i primi ad applicare i contratti e a rinnovarli senza nemmeno un minuto di sciopero! (sic!). (Salvini docet).
La riforma del Reddito di Cittadinanza si sta dimostrando ciò che anche le pietre sapevano, un ulteriore attacco alle condizioni di vita (sicuramente) e di lavoro - ma quando mai? - che al confronto la chimera pare un sogno! Solo per spiegare i mosaici delle normative ci vorrebbero interi articoli. Il Reddito è stato diviso come uno spezzatino: a) Formazione per tutti i cosiddetti occupabili; b) il nuovo assegno di inclusione, Adi. Chi ha studiato queste nuove normative, al di là dello sport preferito che ha a che fare col famoso ombrello di Altan, in cui eccellono, deve essere una mente malata e contorta, e non lo diciamo noi: “Nel creare il sistema per l’inclusione sociale e lavorativa abbiamo costruito sicuramente un percorso che non è perfetto” e “in un percorso così complesso può anche essere ammesso l’errore”. (2 ) Questa è la giuliva ministra/o, minestrone del lavoro, si fa per dire. Il problema della complessità è tutto riconducibile al mancato pagamento, (la strabiliante cifra di 350 euro mensili), alla stragrande maggioranza, di chi frequenta i fantomatici corsi di formazione, che, tanto per dire, sono 140.000 rispetto ad una stima di 240.000; di cui solo 70.000 ex percettori del Reddito. Come mai gli ex reddito sono appena il 50%? La vispa Teresa (Calderone), in forma smagliante, dà delle risposte fulminanti: “non si fa la formazione per avere il sussidio, ma si fa la formazione per acquisire competenze” (Ibidem). La benedetta vespona, ha così in odio chiunque puzzi lontano un miglio di proletario, che appena ne vede uno non sa trattenersi da ficcargli il pungiglione avvelenato. Dimenticandosi persino che la legge n. 85/2023, scritta dal suo Ministero, prevede espressamente l'elemosina di 350 euro (max per 12 mesi). Alla domanda su che fine abbiano fatto gli ex percettori del Reddito(170.000) risponde: “potrebbero non avere più bisogno del sussidio”. (Il Manifesto 19/12/2023). Insomma, cornuti e mazziati.
Assegno di inclusione, l'altra parte del RdC, viaggia sulla stessa lunghezza d'onda: Mazziati e cornuti. Purtroppo fintantoché non viene abbattuto il dominio della borghesia, questo sarà il canto che riecheggerà nei nostri timpani. Bankitalia, come è noto, covo di rivoluzionari, ha dovuto subire gli attacchi della solita Caldarrosta Ministra perché, tenendo conto delle nuove disposizioni per poter usufruire dell'AdI (Assegno di Inclusione), la platea dei potenziali beneficiari si riduce di 900.000 unità, da 2,1 a 1,2 milioni; ogni famiglia prenderà 1.300 euro in meno all'anno. In buona sostanza lo Stato risparmierà 1,7 miliardi di euro all'anno. Ogni capitolo meriterebbe una disamina a parte. Solo gli acronimi, sembrano un labirinto. Qui non abbiamo lo spazio, in seguito lo faremo.
Cuneo fecale. Non è un divertimento tale denominazione, con ciò vogliamo solo imprimere nella mente degli sfruttati, in ogni secondo, la storia di cui sopra: quella dell'ombrello, e marchiare a fuoco in ogni cellula vivente degli stessi l'odio di classe, che non deve mai venir meno, e che, anzi, va continuamente alimentato.
Insieme al cuneo dal 2024 le aliquote IRPEF scenderanno da quattro a tre, con un “beneficio” medio di circa 14 euro mensili. Il giornale dei padroni titolava: “Delega fiscale. Beneficio medio da 190 euro, sconto oltre il 5% nella fascia 21-29mila euro”.(IlSole24plus 29/12/'23). Naturalmente il titolo è completamente fuorviante, (sconto oltre il 5%), perché l'aumento medio di cui si dice si riferisce alla somma delle due misure, cuneo contributivo più Irpef. Ovviamente il cuneo è solo una riconferma dell'intervento emanato dal Governo Draghi per primo, riconfermato dal Governo attuale. Bisogna qui far chiarezza, in quanto tale intervento ribadisce la pesante entrata dello Stato nel sostenere il capitalismo nella sua fase di acuta crisi del saggio di profitto, alleggerendo le aziende da interventi sulle retribuzioni dei lavoratori, scaricandole sui proletari, che in questo modo si pagano i cosiddetti incrementi salariali da sé stessi. Intanto, come già si diceva all'inizio, tanto per non essere smentiti, questi fantomatici aumenti se li riprenderanno per una larga fetta: il Codacons ha già previsto una serie di rincari, dal cibo alle bollette, per il 2024, di 974 euro a famiglia!
Tali misure, oltre 15 miliardi, sono tutte fatte in deficit, questo vuol dire che per il 2025 bisognerà trovare i soldi. Impresa ardua per due motivi: primo perché bisognerà trovare soldi freschi e già ci sono i 15 miliardi del 2024 che pesano sul groppone della classe operaia; tra tagli alla spesa e maggiori entrate sono previsti circa 17 miliardi. I tagli alla spesa si stanno già manifestando con tutto il loro violento impatto sulla sanità, ormai ridotta allo sfascio, con tempi di attesa da fare invidia alle calende greche (in prospettiva inoltre sono già previsti tagli di 3 miliardi all'anno). E non bisogna dimenticare il mancato intervento sulle accise sui carburanti. Ma le lacrime e sangue sono garantite soprattutto dal nuovo Patto di stabilità Ue; ciò vuol dire per i conti pubblici italiani un rientro del debito di uno 0,5% annuo, che tradotto in cifre vuol dire un taglio di spesa o maggiori tasse, di oltre 10 miliardi, che sommati ai 15 del cuneo ed Irpef, fanno 25 miliardi, ad essere ottimisti. Mentre facevano un gran baccano sul Mes, usato come specchietto per le allodole, questi sovranisti della domenica si inchinavano agli ordini della Ue; d'altronde non è che devono pagare loro.
Ma già nelle settimane precedenti avevano dato dimostrazione del loro intrepido coraggio con la tassazione degli extraprofitti delle banche. “IL” Premier, ad imperitura memoria, ascriveva a sé questa rivoluzione copernicana, ma “L'uomo dell'anno”- Giorgio Meloni - (Libero, 29/12/'23), di fronte alle banche ha cominciato a tremare, e...s'è cagato sotto. Conclusione, le banche possono continuare a ingrassare e, non contento, Meloni, in un moto di generosità ha regalato 450 milioni alle compagnie energetiche. Ben fatto Atreju pelleverde, eroe dalla “tassa infinita”.
Rimane il loro pezzo forte: i migranti. Qui hanno stracciato tutti i record. Dal primo Gennaio al 29/12/2023 gli sbarchi sono stati 155.754; nel 2022 erano stati 103.846, nel 2021 67.040. Come si vede un aumento del 50%. I morti invece subiscono, secondo l'Oim, un incremento ben superiore, passando da 1.417 a 2.678, un aumento di oltre l'89%. Forse anche per questo, le mani (solo?) sporche di sangue, ha conquistato l'ambito titolo di homo... tra homini. L'Ue tra un patto e l'altro, patti tra briganti criminali, ha sfornato il Patto migrazioni: «L’Unione europea ha deciso di aumentare la detenzione, anche di bambini e famiglie in centri simili a prigioni. Ha anche sbattuto la porta in faccia a chi chiede il diritto d’asilo introducendo procedure con standard inferiori a quelli attuali». Lo sguardo corre alla registrazione con foto e impronte digitali anche ai bambini superati i sei anni e alla monetizzazione dei migranti (20mila euro a testa per chi non vuole accoglierli).». Non sono dichiarazioni di qualche rivoluzionario, ma di “Stephanie Pope, esperta dell’ONG Oxfam". (3). Ecco cosa si intendeva per superare gli accordi di Dublino. Le prigioni europee son piene di “galantuomini”, al confronto dei veri criminali che son tutti a piede libero.
Concludiamo con uno sguardo al mondo del lavoro produttivo. Qui è l'Ilva di Taranto a fare la “parte del leone”, con migliaia di posti di lavoro che rischiano il licenziamento e coi sindacati nazionali, vero e proprio ingranaggio degli interessi borghesi, anzi vera e propria “cinghia di trasmissione” di questi interessi, sempre schierati dalla parte giusta: quella dei padroni, privati o statali che siano.
Ma, niente paura, in questi chiaroscuri, c'è sempre un bagliore che acceca i nostri occhi, basta scorrere il sito di SiCobas, per passare da una vittoria all'altra: “SDA...vittoria operaia: ottenute tutte le rivendicazioni sindacali”. E ancora “(Fedex) Grande successo dello sciopero nazionale...”. E così via. Può essere che noi si viva in un mondo parallelo, e saremmo sicuramente i primi a gioire nel vedere la classe operaia e il proletariato in lotta; ma non ci pare di vedere queste grandi mobilitazioni. Si è appena conclusa (?) un'altra vertenza che si trascina da anni: la ex GKN, ora Qf. Il giudice ha reintegrato i 185 lavoratori che erano stati licenziati. Allora, prima di tutto bisogna ricordare che i lavoratori erano, due anni e mezzo fa, 422, dove sono finiti gli altri? Spariti. Inoltre, le cosiddette vittorie passano sempre attraverso interventi burocratici e giuridici; come in questo caso, in cui l'azienda non ha rispettato la giusta procedura. A seguito di ciò sentiamo delle vere e proprie bestemmie: “Ora la «fabbrica pubblica è socialmente integrata» è vicina. Siamo a una possibile svolta.” (Il Manifesto 29/12). Insomma giri l'angolo e ti ritrovi nel socialismo.
Che si può trovare se solo si rispondesse positivamente all'invito del SiCobas: “con l’esperienza di lotta più avanzata dell’ultimo decennio, (sottolineatura ndr), quella dei facchini e dei driver della logistica” (SiCobas e Pungolo rosso). Che guarda caso sono i settori dove sono maggiormente presenti i SiCobas.
Il terreno di battaglia e di scontro per questi signori è tutto nell'ambito del sistema capitalista, il sindacato e le sue rivendicazioni, si fa per dire, per essi è il primo e l'ultimo approdo, indi questa è la dolce casa e il rifugio caldo e sicuro. Casa che i rivoluzionari lavorano incessantemente per demolire e radere al suolo, rafforzando costantemente il partito della rivoluzione.
T
1) Dal discorso di Meloni ad Atreju. Il Sole 4 ore 17/12/2023;
2) Marina Calderone, Ministro del Lavoro; Fatto Quotidiano, 2 dicembre 2023
3) Ilsole24ore.com del 20/12/2023; “Accogliere i migranti o pagare: cosa prevede l’accordo europeo”
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