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Home ›Volantino: SCIOPERO CONTRO LE GUERRE IMPERIALISTE, SI ALLA GUERRA DI CLASSE
Anche quest’anno, è stato indetto dai sindacati di base uno sciopero che chiama i lavoratori di tutti i settori alla mobilitazione, e anche quest’anno, come sempre, parteciperemo. Occorre però rilevare il carattere rituale di queste mobilitazioni.
Certo, ci sono molti motivi per organizzare scioperi: l’inflazione taglia pesantemente il nostro potere d’acquisto, i contratti, anche se rinnovati, fanno riferimento a un indice dei prezzi che non corrisponde all’aumento del costo della vita; il lavoro nero e precario è l’unico dato che aumenta, alla faccia delle promesse elettorali... I disastri ambientali non fanno più neanche notizia e da ultimo, sulla pelle e con la pelle dei lavoratori, si accendono o si sviluppano episodi bellici. In Ucraina si sta combattendo una guerra feroce, e i soldi che sono stati trovati per finanziare il conflitto, non si sono mai trovati per le esigenze della maggioranza della popolazione, cioè il proletariato. In Medio Oriente, si è aperto un nuovo feroce capitolo di un massacro ultradecennale, compiuto dalle borghesie d'area, articolazioni e complici di schieramenti imperialisti vecchi e nuovi.
Contro i migranti, viene condotta una “guerra” nave per nave, fatta di leggi disumane che li espongono alla morte in mare, nei deserti, nelle “terre di nessuno”. Le fasce più povere del proletariato vengono private anche degli scarsissimi sostegni che permettevano a malapena di galleggiare (il RdC). Il punto è che l’unica stella polare nella società in cui viviamo sono gli interessi dei padroni e il loro modo ferocemente ipocrita di vedere il mondo.
Fin qui niente di nuovo si potrebbe dire, ma qualcosa di nuovo invece c’è: Le guerre, dall'Ucraina al Medio Oriente, non sono semplici episodi. Significa che al capitale non bastano più le vecchie ricette, fatte di compressione dei salari, precarizzazione/sottoccupazione, delocalizzazione, finanziarizzazione, saccheggio e devastazione dell'ambiente: quello che si prepara è uno scontro tra classi dominanti, tra poteri dominanti a livello internazionale, cioè tra imperialismi contrapposti, ma lo scontro lo pagheranno, lo stanno già pagando, solo ed esclusivamente i dominati.
Se lo scenario è questo - e purtroppo lo è - pensare di poter affrontare la situazione indicendo scioperi con largo anticipo, rispettosi delle compatibilità e corredati da una lista di obiettivi che presupporrebbe uno scontro generale contro la borghesia e i suoi organi di potere, non ci farà fare un passo avanti. Se lotta dev’essere, che sia lotta economica vera. Al momento, gli unici settori (o quasi) che hanno praticato lotte di questo tipo sono quelli, prevalentemente composti da immigrati, nella logistica. Scioperare per respingere le aggressioni dei padroni e del loro Stato contro le nostre condizioni di lavoro e di vita - passaggio necessario per passare dalla difesa all'attacco - adottare la determinazione necessaria è il primo passo; superare le divisioni di settore è il passo il successivo; costituire comitati di sciopero che tolgano l’iniziativa alle molteplici e litigiose chiesuole sindacali è quello dopo ancora. L’iniziativa di lotta, se mai partirà, partirà dal basso, di certo non dall’alto delle gerarchie sindacali. Ma perché abbia speranze di successo deve rimanere nelle mani di chi l’ha espressa, attraverso delegati eletti dai lavoratori in sciopero, revocabili in ogni momento.
La situazione in cui ci troviamo è frutto delle leggi economiche del capitale. Dunque, noi, classe lavoratrice, non possiamo aspettarci di uscire definitivamente dalle secche in cui ci troviamo, se non ci libereremo dalla schiavitù del lavoro salariato. Solo le guerre come la Seconda guerra mondiale fanno ripartire nuovi cicli economici per il capitale, e noi un’altra guerra generalizzata non la vogliamo. Per questo lanciamo un appello a coloro che, facendo propri i principi dell'internazionalismo, contro ogni forma di nazionalismo, si muovono insieme contro le guerre della borghesia, agitando tra il proletariato la necessità della lotta contro il capitale e tutte le sue guerre, costruendo comitati la cui bandiera sia: NO ALLA GUERRA IMPERIALISTA, SI ALLA GUERRA DI CLASSE (NWBCW); le nostre armi non sono bombe e fucili, ma la coscienza di classe, le lotte proletarie, gli organismi che da esse nascono per guidarle_._
Se la lotta di classe proletaria, vera, è indispensabile, da sola non basta; occorre la presenza del partito rivoluzionario internazionale, alimentato dalle lotte e che a sua volta le orienti politicamente, per affossare definitivamente questo sistema basato su sfruttamento e oppressione, che produce miseria e morte. O lui o noi, non c'è alternativa.
PCInt. - Battaglia comunista, affiliato alla Tendenza Comunista Internazionalista
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