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Home ›Migranti e briganti
Il coro (stonato) della diplomazia europea, ovvero di chi per secoli, e ancora oggi, ha fatto il negriero, sembra essere unanime, almeno all'apparenza: contrastare il fenomeno dell'immigrazione a monte impedendo le partenze. Anche l'asse franco-tedesco, che, a detta della bugiarda propaganda governativa, avrebbe sempre adottato, nelle persone di Scholz e Macron, la linea della chiusura delle frontiere con l'Italia scaricando interamente su di essa il costo più alto in termini di presenze (1), ora è d'accordo sul fatto che le politiche della Meloni vadano aiutate e che l'Italia non vada lasciata sola a gestire la patata bollente degli ingressi. Non sempre però le parole di concordia corrispondono ai fatti, altrimenti non si spiegherebbe la tensione tra Italia e Germania sui finanziamenti di quest'ultima alle ONG che favorirebbero, a detta del governo italiano, il cosiddetto pull-factor, (fattore di attrazione) degli sbarchi sul nostro territorio nazionale. Dato falso e propagandistico che serve solo a nascondere la merda sotto il tappeto. Solo due dati a mo' di esempio smentiscono clamorosamente la banda del buco meloniana: nel 2022 gli sbarchi attribuibili alle ONG sono stati del 15%; nell’anno in corso addirittura del 4,24%!(2). È una collaborazione difficile da costruire perché al di là dei buoni propositi di facciata, di ripartirsi cioè equamente ognuno la propria quota di ingressi, tutti tirano l'acqua al proprio mulino. A dimostrazione ulteriore che l'impalcatura comunitaria europea cova al suo interno spinte niente affatto omogenee, anzi che remano in direzioni opposte in quanto a interessi. Intanto l'hotspot di contrada Imbriacola a Lampedusa si riempie sempre di più fino a contenere un numero di ospiti quasi sempre quadruplicato rispetto alla sua capienza, che di volta in volta vengono dirottati verso Porto Empedocle o altre località per stare più larghi, si fa per dire, e non salire sulle spalle del vicino di posto. Il testo del Patto europeo sulla migrazione e l'asilo necessitava di un aggiornamento e il tutto è bloccato dopo l'intervento della Spagna. La nuova normativa italiana del governo tra le altre cose prevede il costo di 5000 euro a carico del singolo immigrato per non finire in un centro di detenzione – in pratica, una tangente di stato sulla pelle dei più disperati, che mostra il ghigno feroce della borghesia. Ma il furore “disumanitario” dei ceffi del governo è andato un po' fuori misura, diciamo così, visto che un giudice (donna) ha di fatto reso nulla quella misura, mettendo, in pratica, in discussione l'intero impianto delle norme governative. Oltre a quel provvedimento cassato di fresco, il governa contempla un inasprimento della militarizzazione del territorio e soprattutto di stazioni, ambasciate e consolati, inasprimento dei controlli per verificare l'età dei minori accompagnati con tanto di rilievi antropometrici, che se confermano un minimo di 16 anni di età significano l'inserimento del minore in strutture apposite o se queste hanno problemi di capienza in strutture ordinarie ma fino un massimo di 90 giorni, dopodiché se ne torna indietro. Non conta niente che la scienza dica come sia quasi impossibile stabilire con precisione la vera età dei giovani, quello che conta è coprire con la solita propaganda infame le carognate contro chi non può difendersi.
La sostanza del discorso è che al di là del paravento della lotta agli scafisti e al traffico di esseri umani di cui tutti si riempiono la bocca, a loro del contrasto agli scafisti in quanto tale interessa poco e niente, è solo una schifosa, ipocrita distrazione propagandistica. Così come il proposito di scongiurare l'immigrazione "aiutandoli a casa loro" è pura chiacchiera, non meno disgustosa. Gli unici aiuti che i governi europei hanno intenzione di elargire a quelli del Nordafrica (e di altre regioni) sono tutti rivolti al contenimento delle partenze ma non in termini di misure economiche che assicurino un tenore di vita che dissuada dal partire perché uno sta bene a casa sua, ma in termini di controllo non solo sugli scafisti ma anche su tutte quelle organizzazioni non governative messe sullo stesso piano dei primi, come se tutti quanti operassero nell'illegalitá (borghese, ovviamente). In pratica, com'è ampiamente noto, i governi europei, di ogni colore e in primis quello italiano, pagano i feroci e corrotti dittatori locali per far fare loro il lavoro sporco: trattenere con violenze di ogni genere i diseredati che cercano disperatamente una vita meno peggiore. Tralasciamo il discorso che quelli che a volte dicono di volere aiutare gli africani (e gli immigrati in genere) a casa loro si dimenticano di oltre duecento anni di esportazione di interessi occidentali (cioè del capitalismo occidentale) sul territorio e sulle risorse africane, allora mascherata come civilizzazione di popoli arretrati, ma che, per chi l'ha subita, è stata vera e propria rapina della quale pagano le conseguenze proprio i "partenti" che arrivano sulle nostre coste. Tralasciamo anche - si fa per dire - che le guerre da cui i migranti scappano sono il frutto dello scontro di interessi imperialisti contrapposti, cioè, ancora una volta del sistema capitalista reso sempre più “cattivo” da una crisi ultra decennale, che genera e amplifica le sofferenze per quote via via crescenti di proletariato e di esseri umani in generale.
Non siamo tra quelli che fanno l'apologia dell'emigrazione in quanto tale, come si sente in certi ambienti del riformismo. Il cosiddetto multiculturalismo ci sta bene (e soprattutto sta bene a chi ne è portatore) se è il frutto della volontà di partire perché uno vuole farlo, non il frutto della costrizione economica. E vedremmo bene un mondo e una società dove se io che vengo da Brazzaville vado a stare a Roma (o a Parigi) è perché mi piace vedere il Colosseo (o la Tour Eiffel) quando mi affaccio alla finestra, e non perché a casa mia non riesco a mettere insieme il pranzo con la cena. Le condizioni per questo tipo di multiculturalismo spontaneo e non forzato le darà una società non più legata al profitto come suo motore. Finché domina questo modo di produzione, possono illudersi finché vogliono, i potenti della terra, di frenare l'immigrazione coi decreti legge o la repressione, ma chi è disposto ad attraversare deserti a piedi e mari su zattere continuerà a farlo perché ha la pancia vuota, o fugge dalla guerra o dalle devastazioni ambientali o per tutte e tre le cose assieme. Sarebbe come fermare un carro armato con un petardo, di quelli che si fanno esplodere a Capodanno. E quindi, se si vuole veramente ragionare in termini alternativi, bisogna ripensare una società alternativa che offra all'umanità qualcosa di alternativo che il capitalismo non potrà mai offrirle: un mondo in cui non esisteranno minoranze che opprimono e si arricchiscono ai danni delle maggioranze e in cui i bisogni collettivi sostituiranno il profitto di pochi come criterio di funzionamento sociale che fa andare avanti la baracca. Questa società, per anacronistico che possa sembrare per chi sa solo dire che sono teorie obsolete e datate, è quanto di più innovativo e moderno si possa immaginare, perché da “sempre” esistono classi che sfruttano e classi sfruttate. Il nuovo "vero" è il superamento delle classi, il comunismo. E questo mondo che c'è adesso è destinato in futuro a essere considerato roba da museo. O peggio, a finire nella spazzatura.
Iv
Tra 2012 e 2021 la Germania ha ricevuto 2,3 milioni di richiedenti asilo (2,77 ogni 100 abitanti); l’Italia 592 mila (1 ogni 100 abitanti); La Francia 863 mila (1,29); la Svezia con 10,5 mil. di abitanti 433mila (4,12%); la stessa Ungheria ultra sovranista su 9,7 milioni abit. Ha ricevuto 266mila richieste con un rapporto del 2,66%! una richiesta 6 volte maggiore dell’Italia.
Quindi la Germania, ha ricevuto quasi 2,3 milioni di richiedenti negli ultimi 10 anni. Seguono la Francia, con 863mila, e l’Italia (592mila). Agli ultimi posti si trovano invece alcuni stati dell’Europa centrale e orientale, in particolare Estonia, Slovacchia e Lettonia, con meno di 3mila richiedenti l’una.
Se poi rapportiamo il numero di richiedenti asilo alla popolazione residente, l’Italia si posiziona quindicesima in Ue, con 1 richiedente ogni 100 persone. Anche se analizziamo i dati relativi al solo 2022 vediamo che l’Italia non è il primo paese per numero di richiedenti*. Anzi, tra i grandi stati dell’Ue, è ultima.*
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