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Home ›Iran: I lavoratori del petrolio rifiutano i sindacati
Nel mondo capitalista, qualunque sia l'argomento, un evento fa notizia solo se la classe dominante ne ha il controllo. Se la notizia riguarda una guerra, il cambiamento climatico, la recessione economica, un cambio di regime, elezioni, proteste, l'immigrazione, qualsiasi questione in cui la classe lavoratrice è assente in quanto classe, così che la stessa notizia può essere manipolata in un modo soddisfare la classe dominante, allora non solo viene coperta dai mass media, ma attira anche l'attenzione dei media e dei giornalisti "indipendenti". I quali di solito la seguono con tediose discussioni, seminari, film e ancora più notizie. Al contrario, quando ha luogo un evento in cui la classe operaia potrebbe essere protagonista, anche solo parzialmente, allora la storia è diversa. Il primo passo è quello di soffocarlo con un blackout delle informazioni. Poi, se questo non funziona, appare sulla scena l'esercito dei falsi amici e dei riformisti. Questo è esattamente ciò che sta accadendo oggi in Iran.
Più di 100.000 lavoratori, in condizioni estremamente difficili, in presenza della pandemia (l'Iran ha uno dei più alti tassi di mortalità) sono in sciopero dal 19 giugno, ma non c'è quasi alcuna notizia al riguardo né a livello nazionale né internazionale. E la copertura non è solo assente nei media statali, ma si trova appena menzione anche nei media “indipendenti”.
Nonostante il boicottaggio delle notizie, i lavoratori stanno lottando su molti fronti. Qui sotto c'è la loro ultima dichiarazione, che, di per sé, dà la prova di quanto lontano siano arrivati questi coraggiosi lavoratori in Iran.
CWOComunicato n. 19
La nostra risposta nel settore petrolifero è eleggere dei veri rappresentanti dei lavoratori, non associazioni di categoria.
L'industria petrolifera, con migliaia di lavoratori, non poteva essere trattata nell'ambito dei Consigli Islamici, perché lo stato aveva paura della formazione persino di queste istituzioni che lui stesso crea. Ma con l'inizio dei nostri scioperi diffusi a livello nazionale dei lavoratori “a contratto” (1) del petrolio, è stata lanciata l'idea di creare Consigli Islamici. Ci siamo subito opposti e abbiamo annunciato che non avremmo permesso che il nostro ambiente di lavoro venisse ulteriormente militarizzato attraverso la creazione di Consigli Islamici. Ora stanno proponendo l'idea dei sindacati di categoria, un sottogruppo della Casa dei Lavoratori, altra istituzione statale, per soffocare la nostra lotta, per cercare di contenere le nostre proteste nel quadro delle stesse norme contro cui ci siamo sollevati, cioè sbarazzarsi degli appaltatori e abolire le norme della Zona Economica Speciale.
Per esempio, sono in corso le elezioni per formare delle associazioni di categoria tra i nostri lavoratori del terzo pilastro (1) nelle varie raffinerie del complesso del gas di South Pars. Le "elezioni" si sono tenute il 1° settembre nella nona raffineria e a quanto pare sono stati annunciati anche i tempi per le "elezioni" in altri centri. Ad esempio, alla dodicesima raffineria, le "elezioni" si terranno il 14 settembre. In breve, stanno rapidamente creando le loro organizzazioni fantoccio. Il nostro avvertimento ai compagni di lavoro è di prendere le distanze da queste organizzazioni create dallo Stato e li sollecitiamo ad affidarsi alla nostra Assemblea Generale e di eleggere dei veri rappresentanti. In pratica come è successo a Hafshjan, dove i nostri compagni di lavoro, scegliendo i loro rappresentanti, sono andati al tavolo delle trattative con i rappresentanti degli appaltatori e ci hanno indicato la strada da seguire.
Sappiamo che molti dei nostri compagni del terzo pilastro nei settori del petrolio e delle raffinerie hanno seguito una strada simile per il bisogno di organizzarsi. Non solo le associazioni di categoria non sono la risposta a questa necessità, al contrario, sono uno strumento che creerà divisioni e isolamento tra noi lavoratori. La nostra soluzione è affidarci esclusivamente alla nostra Assemblea Generale come luogo di decisione in stile consiglio per esercitare la nostra volontà diretta di eleggere i nostri veri rappresentanti.
Questa è la nostra vera e corretta risposta alla questione dell'organizzazione, e ora che siamo nel bel mezzo di uno sciopero, l'unico modo è mantenere il nostro potere decisionale unito e collettivo nelle nostre Assemblee Generali, concludere accordi collettivi e non permettere agli appaltatori di saccheggiare ulteriormente le nostre vite e mezzi di sussistenza e limitare la portata dei loro attacchi quotidiani liberandoci di loro dai nostri posti di lavoro.
Amici!
La nostra organizzazione deve essere la voce della nostra protesta contro il lavoro “a contratto” e i contratti di lavoro temporanei. La nostra voce di protesta deve essere contro le norme schiaviste delle Zone Economiche Speciali. Deve essere contro la militarizzazione dei nostri ambienti di lavoro. La creazione di organizzazioni statali fantoccio è un passo contro tutto questo che ha il fine di creare un ambiente di lavoro più restrittivo. Impediamo che questi piani vengano attuati, dare terreno alle organizzazioni statali come le associazioni di categoria, che hanno lo scopo dividere la nostra linea di protesta e deviare la nostra lotta, porta solo a un vicolo cieco.
Compagni lavoratori!
Il nostro sciopero dei lavoratori del petrolio è stato un successo finora. Ha dato un forte colpo all'atmosfera da caserma che domina il nostro ambiente di lavoro. Con il nostro sciopero li abbiamo avvertiti che non siamo più disposti a continuare a lavorare nei campi petroliferi in condizioni umilianti di schiavitù, con contratti “a contratto” e temporanei. In gran parte siamo riusciti a indebolire la posizione degli appaltatori e abbiamo imposto le nostre richieste. Ora, insieme a voi, colleghi del terzo pilastro, possiamo andare oltre, marciare con forza e coordinati fino a quando tutte le nostre richieste saranno soddisfatte. Tenere un'assemblea generale, basarsi sulle decisioni dei consigli collettivi, esercitare la volontà dei lavoratori, eleggere dei veri rappresentanti dei lavoratori e istituire un'assemblea dei lavoratori del terzo pilastro con rappresentanti di tutte le raffinerie è il modo pratico di organizzarsi, questa è la via per tutti noi lavoratori, in tutti i centri petroliferi.
Facciamo affidamento sulla nostra forza lavoro di migliaia di persone e sbarazziamoci di tutti gli appaltatori. Questo obiettivo può essere raggiunto solo convocando assemblee generali ed eleggendo veri rappresentanti dei lavoratori.
Consiglio per l'organizzazione delle proteste dei lavoratori del petrolio, 2 settembre 2021(1) Ci sono tre tipi di impiego: 1) Formale, 2) Contrattuale, 3) Diritto del lavoro. Il primo gruppo è il dipendente ufficiale, una persona che è stata assunta da uno dei gruppi della tabella legale per ricoprire una delle posizioni organizzative permanenti. Il secondo gruppo si riferisce a un dipendente che è stato assunto per un lavoro specifico con un contratto specifico. Questo gruppo è composto di dipendenti che stanno compiendo i loro corsi contrattuali di 2 e 4 anni per entrare alla fine nel primo sistema (Formale). Il terzo gruppo è quello del diritto del lavoro. Sono lavoratori che non hanno un contratto e un periodo di lavoro specifico, in altre parole, sono un sottogruppo dell'Ufficio del Lavoro e dell'Organizzazione della Sicurezza Sociale. Di conseguenza, nel sistema amministrativo, il primo gruppo è chiamato primo pilastro, il secondo gruppo è chiamato secondo pilastro e il terzo gruppo è chiamato terzo pilastro.
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