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Home ›Cara Battaglia... – Corrispondenza con chi ci legge
Credendo di fare cosa gradita a chi ci legge, continuiamo con questa rubrica e pubblichiamo un'altra discussione con un compagno che ci ha scritto. Riteniamo infatti possa essere un documento utile a tutti i lettori per chiarire ulteriormente alcune nostre posizioni.
Cara Battaglia Comunista, da ormai anni stiamo assistendo ad una avanzata del modello di vita borghese e del sistema di sfruttamento capitalistico ma da un anno e mezzo a questa parte stiamo assistendo ad una vera e propria offensiva neanche più palese dei sui metodi più crudi, quale lo sfruttamento di una situazione come la pandemia creata o meno non è questo il punto). La salute è diventata sanitaria merce di scambio i medici non sono mai stati liberi di curare, chi lo ha fatto è stato definito "pazzo" oppure è stato licenziato sospeso o mandato in "ferie" forzate! Purtroppo il popolo è sempre turlupinato dai mezzi di comunicazione nazionale falsi e comprati e non si riesce a fare capire che se ci fosse stata una sanità pubblica, completamente pubblica, non ci sarebbe stata una tale emergenza. Se si informasse il proletariato che con la salute non si gioca e che i governi in 40 anni hanno tagliato migliaia di posti letto e di personale qualificato (SI PARLA DI 500.000 POSTI LETTO NEL 1980 ai poco più di 140.000 di oggi) ebbene io da comunista mi domando come si può evitare una cura e rincorrere il guadagno e il piacere delle multinazionali del farmaco? Come può un governo qualsiasi permettere questo? Trattarci da cavie e rovinare la vita di milioni di persone solo ed esclusivamente per voglia di profitto? Insomma cosa stiamo aspettando a dare a questo immondo sistema il colpo di grazia?
In molti si è purtroppo diffusa l’idea che imputa al capitalismo - in generale ma a in particolare a quello più ingiusto! - interventi e misure esagerate contro un virus che sarebbe solo influenzale e poco insidioso. Ma quella del Covid 19 è certamente una epidemia grave e importante, rispetto alla quale il capitale è stato costretto a muoversi perché metteva in discussione il ciclo stesso di accumulazione del capitale per mezzo dello sfruttamento della forza lavoro. Il capitale è stato costretto a politiche di forte controllo di isolamenti sociali, individuali e di comunità, e lo ha fatto per un solo fine: arginare il virus per garantire lo sfruttamento. Anzi, proprio per garantire il processo di estorsione del plusvalore (cioè lo sfruttamento), molte attività produttive non sono mai state fermate, nonostante il contagio dilagasse (vedi, in particolare, la Lombardia e certe sue aree altamente industrializzate), esponendo la classe lavoratrice al rischio di morte, come infatti è successo, e rilanciando in tal modo la diffusione del virus con le sue tragiche conseguenze. I luoghi di estorsione e “movimentazione” del plusvalore primario sono rimasti aperti (manifattura, logistica), mentre le attività commerciali dei servizi (regno della piccola borghesia) sono state, per forza di cose, in gran parte sacrificate.
In ogni caso hai ragione quando, al di là dell'emergenza dovuta a un virus sconosciuto, imputi ai tagli alla sanità la responsabilità maggiore. IL problema è proprio quello, lo abbiamo scritto numerose volte, anche se, al contempo, non crediamo che la sanità pubblica possa essere la panacea di tutti i mali, anche perché rimarrebbe sempre all’interno di una società capitalista, con tutte le sue inique contraddizioni. Discorso a parte quello riguardante le multinazionali del farmaco, che stanno banchettando con le vendite dei vaccini… e questa è ancora l’essenza del capitalismo – come dimostra il fatto terribile che i brevetti sui vaccini siano privati! Il tutto dimostra che il capitale è un ostacolo all’ulteriore sviluppo del genere umano e deve quindi essere abbattuto, come giustamente sottolinei.
Tornando alle politiche sanitarie e sociali di contenimento del virus, per le stesse esigenze del capitale si è trattato di contromisure comportanti colpi di ritorno molto negativi, soprattutto se guardiamo alle già pessime condizioni strutturali e in peggioramento di anno in anno. Sia i lock-down che le politiche di indebitamento sono state un duro colpo per l’economia, ma non vi è dubbio alcuno che le conseguenze economiche e sociali saranno sempre più rovinose e non potranno che aggravarsi finché persisterà il dominio della classe borghese e del capitale sul cui possesso si regge il potere che affligge l’intera umanità. Un potere e un dominio i quali hanno definitivamente svolto quelle iniziali funzioni di relativo progresso con le quali hanno rivoluzionato il precedente mondo feudale. Facendole pagare a caro prezzo alla classe dei proletari…
Non occorre immaginare fantastici disegni complottistici: si tratta del “normale sviluppo” di questo storico modo di produzione e delle risposte che esso dà quando si manifestano le più clamorose e assurde contraddizioni del suo operare – come nel caso di questa pandemia.
L’agricoltura industriale sviluppata dal capitalismo ha oggi avvelenato con pesticidi i campi di mezzo mondo e ha diffuso prodotti tossici che, introdotti nella catena alimentare, hanno avvelenato il nostro cibo. Lo stesso per il mercato alimentare delle carni e della pescicoltura. E dopo queste gesta criminose con in testa lo sfruttamento del lavoro umano, è la volta dei mercenari della televisione e della stampa prodigarsi per la manipolazione dei cervelli alimentando le ignoranze individuali e favorendo il manifestarsi di comportamenti insensati. Tutto ciò che – purtroppo – allontana quella che è la vera questione, di vita o morte, oggi più che mai all’ordine del giorno: un radicale rivoluzionamento del presente stato di cose..
Il capitalismo è diventato un virus mortale per la specie umana e per il pianeta e le stesse teorie cospirative paranoiche, attaccando supposte minoranze elitarie, finiscono per negare che la responsabilità sia del capitalismo tout court e ci deviano da quella che è la realtà di questo sistema, il quale ha una sua logica bel precisa, e funziona con dinamiche dagli effetti devastanti virus più micidiale è il capitalismo. Non si dimentichi che questa economia si regge sulla produzione e il consumo di merci: se il Pil non cresce, l’economico collasso planetario avanza. E la vittima principale sarà il proletariato del mondo intero.
Quanto ai virus (aviaria, Sars, suina) essi sono in massima parte prodotti dell’industria zootecnica, dagli allevamenti intensivi e dai loro nutrimenti. Le deforestazioni (l’Amazzonia continua a perdere ogni anno una superficie di quasi 7.000 miglia quadrate di foresta), la diffusione dell’agrobusiness, stanno distruggendo l’habitat naturale per uomini e animali; si allarga il pericolo dei “salti di specie”, sempre più in agguato, minacciando contagi che troverebbero - nella globalizzazione e nei giganteschi agglomerati urbani voluti da capitale - le migliori condizioni di diffusione.
Sappiamo tutti i danni che il capitalismo ha già portato alla natura; ora c’è il rischio che faccia all’intera specie umana quello che ha fatto e sta continuando a fare alla Terra, alla sua fauna e flora.
Per questo è essenziale che gli elementi più critici, più coscienti, che hanno maggiormente a cuore le sorti dell’umanità e del pianeta, abbraccino una milizia rivoluzionaria fondata su una piattaforma solida e coerente, affinché, domani, quando il vento della lotta di classe potrebbe cambiare, il proletariato si trovi con la sua arma più potente: un partito rivoluzionario che sappia dirigere l’opposizione sociale montante verso la soluzione rivoluzionaria e anticapitalista: comunista, senza ulteriori aggettivi, come giustamente solleciti in altre lettere.
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