Dichiarazione della TCI sullo scioglimento del GIO (Canada)

Ieri, 4 gennaio 2017, i compagni della TCI hanno ricevuto la seguente breve comunicazione da parte dei compagni canadesi del GIO.

In conseguenza dei problemi che il GIO ha creato all'interno della TCI, i membri del GIO hanno deciso di sospendere le attività del gruppo per il bene della TCI. Una relazione vi sarà inviata nei prossimi mesi. Stiamo valutando la creazione di un nuovo gruppo di studio per riorganizzare le forze internazionaliste in Canada.

E’ con sentimenti contrastanti che riceviamo questo comunicato. Avremmo preferito che l'errore del GIO di ammettere un compagno con un passato violento verso le donne non fosse mai stato commesso. Altrettanto deploriamo i molti sforzi fatti in seguito per nascondere questa decisione alla TCI nel suo complesso. Tuttavia, dopo mesi di tentativi fatti per ottenere che il GIO riconoscesse l'enormità dell’errore e riconoscesse che non poteva più andare avanti né come affiliato della TCI né come rappresentante credibile della sinistra comunista in Canada, siamo grati che questo lavoro abbia ora portato a dei frutti. Tutto ciò è stato riconosciuto non solo dai compagni rimasti dell’ormai ex GIO (che non hanno contribuito all'errore), ma anche dai nuovi elementi che si sono avvicinati come simpatizzanti della TCI. La risoluzione del GIO apre la strada a tutti quei compagni canadesi della sinistra comunista che erano in contatto con la TCI, o che la seguivano, per partire con un nuovo inizio.

Ora attendiamo la più ampia dichiarazione promessa dagli ex-GIO e dai nuovi compagni su quelli che saranno i loro prossimi passi. Hanno già cominciando a delineare un programma di lavoro (menzionato in una e-mail successiva) per affrontare non un singolo errore, ma tutti i problemi avuti dal GIO in passato.

Ora che il GIO ha fatto quest’annuncio, siamo liberi di pubblicare le fasi finali della discussione che si è avuta tra di noi. Il primo documento è una lettera aperta della CWO indirizzata alla TCI e ai suoi simpatizzanti. Dopo averla letta, il compagno A si è dimesso. Tuttavia, in quel momento il problema ruotava intorno a ben più che un solo compagno. Tutta questa vicenda e la nostra discussione con vari compagni in Canada hanno rivelato che il GIO, per la maggior parte della sua storia (si è affiliato alla nostra tendenza nel 2001), non è mai stata un'organizzazione coordinata, ma un gruppo di individui ciascuno con la propria interpretazione della nostra piattaforma. Nonostante abbiano prodotto alcuni buoni documenti in linea con la piattaforma della TCI, il loro intervento nella lotta di classe era portato avanti in gran parte da singoli militanti. Le nostre preoccupazioni per il loro attivismo (soprattutto nel 2012), che sembrava farli partecipare al movimento studentesco in Quebec senza introdurvi alcun messaggio rivoluzionario distintivo, ci hanno costretto nel 2014 a inviare un delegato per monitorare la situazione. Quando il delegato è arrivato, erano tuttavia apparsi nuovi elementi che avevano aderito alle posizioni della TCI e si sperava che questi ultimi avrebbero guidato il GIO verso una base teorica più coerente. Si è rivelata ben presto una falsa speranza, uno di loro infatti se n’è andato disgustato dall'incoerenza dell’organizzazione sul campo, un altro è stato espulso per atti di violenza verso la sua compagna e un altro era appunto A. Nessuno di questi fatti è stato segnalato dal GIO alla TCI. Inoltre la questione della coerenza politica si ingrandiva. Ora emerge che altri compagni che si trovavano in accordo con la TCI, hanno lasciato il GIO a causa dell’"attivismo" e del "movimentismo" del suo leader. La conferma definitiva dell’irresponsabilità di quest'ultimo, e della mancanza di comprensione di cosa significhi una organizzazione, è stato quando ha abbandonato ogni tentativo di affrontare il problema di A (ancora una volta senza informare la TCI) e si è dimesso attraverso Facebook, senza discutere con alcuno dei suoi compagni o con il resto della TCI.

Anche noi, come TCI, dobbiamo trarre insegnamento da questa esperienza. La TCI non si è mai mossa nella direzione di creare cloni di se stessa. La TCI è l'organismo di coordinamento dei gruppi che si raccolgono intorno a una piattaforma comune, ma che hanno una notevole libertà di lavorare nella propria area con chi ritengono stia contribuendo alla costruzione di una organizzazione proletaria rivoluzionaria. (Con questo intendiamo elementi autonomi da entità socialdemocratiche, sindacali, che auspicano il capitalismo di stato, che cercano di integrare la classe operaia nella società capitalista, che si atteggiano a "socialisti", ma che in realtà sono intenti solo a riformare un sistema che ha da tempo cessato di essere utile all’umanità.) Il nostro obiettivo è di contribuire allo sviluppo della teoria e della pratica rivoluzionarie nei nuovi gruppi che partecipano alla lotta di classe ovunque essi si trovino. A partire ovviamente dal punto di vista della sinistra comunista. Questo il GIO l’ha fatto sporadicamente; come hanno evidenziato le nostre recenti discussioni, tendeva invece troppo spesso a seguire il movimento in una sorta di populismo di sinistra non sempre portando il proprio contributo distintivo e rivoluzionario. Questo è un tipico rischio che corre ogni nuovo nucleo politico e può essere superato solo col costante sforzo di chiarire collettivamente il significato dei fondamenti politici della sinistra comunista.

Facciamo quindi i migliori auguri ai compagni in Canada, così come attendiamo una loro dichiarazione più completa su questa esperienza. Noi naturalmente cercheremo di sostenerli il più possibile in questi tempi difficili e reazionari, affinché possano diventare un forte punto di riferimento nella lotta contro il capitalismo nel continente nordamericano.

Il Segretariato Internazionale della TCI
5 gennaio 2016

Lettera aperta della CWO al GIO

Compagni,

vi rivolgiamo questo appello più presto e più bruscamente di quanto avremmo voluto, ma vi siamo costretti dall'irresponsabilità di un ex-compagno che ha falsamente lasciato intendere, al momento delle sue dimissioni, che noi trascurassimo la questione riguardante il compagno A.

In aprile, quando alla riunione della CWO furono resi noti i dettagli di ciò che era successo, abbiamo subito pensato che la decisione di far entrare A nel GIO era stata “tossica”. La CWO non avrebbe mai fatto entrare tra i suoi membri una persona con un passato simile: ne spieghiamo di seguito i motivi.

I membri della CWO si sentono traditi da ogni singolo passaggio di questa faccenda: non solo all'epoca (marzo 2013) il GIO non informò nessuno degli altri affiliati alla TCI, né il suo Segretariato Internazionale, ma né il GIO né A lo hanno fatto in seguito, nonostante vi fossero molte occasioni, come nel novembre-dicembre 2013 - quando A venne nel Regno Unito e ci chiese di organizzargli un ciclo di conferenze - o quando il Segretariato Internazionale mandò un compagno della CWO a Montreal nel giugno 2014. Il nostro delegato passò molte ore da solo con A a discutere dei problemi politici del GIO e di come risolverli, ma egli non fece mai nemmeno un cenno al suo passato.

Infatti, ne fummo informati da A stesso quando doveva arrivare a Roma, nel novembre 2015, e anche allora avemmo una versione molto breve e “sterilizzata” di quanto era accaduto. Sospettiamo che ce l'abbia detto soltanto perché il compagno V, che lo aveva fatto entrare, aveva deciso all'epoca di rendere pubblica la questione: sapevamo che V aveva problemi con alcool e antidepressivi, ma ignoravamo che non guardasse più l'email, motivo per cui non rispondeva alle nostre richieste di chiarimenti; viveva la sua vita su Facebook e proprio su quel sito, con un atto irresponsabile e – stando alla sua confessione – sotto l'influenza di antidepressivi, aveva dichiarato le sue dimissioni dal GIO senza comunicarlo agli altri membri. Egli promise che avrebbe prodotto in seguito un'accusa più circostanziata ma, come tutti sappiamo, non è stato in grado di farlo.

In ogni caso noi non abbiamo atteso il “dossier” che ci aveva promesso, ma abbiamo contattato delle altre persone a Montreal che ci hanno fatto sapere che ad A era stato detto, in una manifestazione che ebbe luogo a Montreal all'incirca nel periodo in cui entrò nel GIO, che non era il benvenuto. Se a questo si aggiunge il fatto che non partecipò all'unica riunione col nostro delegato a Montreal, che corse nel Regno Unito alla fine del 2013 e che seguì un corso nel New Brunswick per due anni, si ha l'immagine di un compagno che sta continuamente scappando. Ciò ci ha portato a dubitare della sua versione dei fatti sull'incidente: aver “fatto del male” a una donna significa in realtà averle fatto violenza, e la successiva storia di un suo “blackout” (che in una delle versioni si dimentica di menzionare) non sembra molto credibile.

Crediamo che sia noi (inizialmente) che il GIO (ancora) siamo stati incredibilmente ingenui a non mettere insieme tutti gli indizi e a non accorgerci che quel compagno ci stava manipolando tutti. Egli non ha nemmeno mai tentato una pubblica difesa, tranne quando è stato necessario politicamente, e ciò che ha detto mostra rimorso soltanto per il danno alla sua reputazione e non per l'azione in sé: si vergogna, ma non si pente, e questo non corrisponde a quel ritratto di un penitente che la dichiarazione del GIO vorrebbe veicolare.

La quale dichiarazione è, per usare un eufemismo, debole: nella sua prima versione essa non menziona nemmeno il fatto che contro di A c'erano due accuse di stupro da parte di due donne diverse; inoltre non fa cenno del fatto che era stato accusato di essere uno stupratore quando era tra i transfughi del NEFAC (quando gli furono chiesti lumi via email, non negò, limitandosi a definirla l'accusa di una femminista folle che accusava di stupro tutti i maschi). Nella sua dichiarazione il GIO fa anche una giusta autocritica per non aver emesso nessun comunicato riguardo all'espulsione di N per la sua brutale aggressione alla sua partner mentre era in preda all'alcool: ma anche di questo incidente, nonostante esso fosse occorso qualche mese prima, non ne fummo informati sino a poco prima della riunione del Segretariato Internazionale nel novembre 2015. Di chi fu l'idea di non emettere un comunicato?

Noi pensiamo che il pentimento e la riabilitazione degli individui siano possibili e auspicabili, specialmente per crimini commessi quando si è minorenni: ma prendersi carico di ciò è responsabilità dell'individuo stesso, non di un'organizzazione comunista, soprattutto per quanto riguarda casi di violenza sulle donne (come abbiamo già detto nelle mail precedenti, la classe lavoratrice è per più di metà composta da donne, benché questa percentuale non coincida affatto con la rappresentanza femminile nei gruppi della sinistra comunista nel mondo). Come ha affermato in precedenza una compagna nel corso del dibattito:

Non possiamo costruire un'organizzazione per il futuro se è in dubbio la sicurezza delle donne nell'organizzazione stessa, come non possiamo posare neanche un mattone di una società comunista senza la partecipazione attiva di metà della popolazione.

Le organizzazioni comuniste non riflettono la società capitalistica (come il GIO ha cercato di argomentare in una delle sue repliche): al contrario esse presentano un saggio del funzionamento della società comunista del futuro e non possono permettersi il minimo segno (di sessismo, razzismo, ecc.) che screditi quel modello. Può essere che per gli individui che giungono al comunismo non sia così, poiché essi sono inevitabilmente portatori di alcuni dei costumi reazionari della vecchia società, ma è compito dell'organizzazione bandire questi costumi e affermare i principi del comunismo. Quando il GIO dice che ogni organizzazione comunista dovrà affrontare il problema di essere incappata in una persona con un passato sessuale violento, manca il punto centrale: non lo facciamo certo di nostra volontà, ma quando ne veniamo a conoscenza, come ci comportiamo? Per noi è piuttosto chiaro, ma il GIO non sembra aver capito come agire responsabilmente per la difesa delle idee e dell'organizzazione comunista.

La nostra conclusione è che la presenza di A nel GIO è incompatibile con lo scopo che esso dichiara in quanto gruppo comunista e che egli dovrebbe essere espulso. Alcuni compagni pensano che nemmeno questo potrebbe essere sufficiente per ripristinare la reputazione del GIO e consigliano che esso si sciolga e si riformi senza le persone responsabili di questo inconveniente. Il nuovo gruppo potrebbe eventualmente chiedere l'affiliazione alla TCI.

Se il nostro presente appello viene rigettato e la situazione rimane immutata, la CWO chiederà al Segretariato Internazionale di staccare il GIO dalla TCI. Questa storia è andata avanti anche troppo e noi possiamo conservare la fiducia di simpatizzanti e sostenitori (che finora ci hanno sostenuto in maniera davvero incredibile) soltanto se portiamo l'intera questione a una conclusione rapida e corretta.

Saluti Internazionalisti

Communist Workers’ Organisation (Organizzazione dei Lavoratori Comunisti, UK)
16 ottobre 2016

Proposta del GIO al Segretariato Internazionale per risolvere la crisi nel GIO

Non possiamo dire di essere molto soddisfatti della posizione della CWO. La loro lettera suona come un ultimatum.

Ma abbiamo deciso di fare la nostra parte. Dopo tutto, siamo noi, il GIO, che abbiamo causato quest’ondata che si è abbattuta sulla TCI.

La lettera della CWO ha avanzato le seguenti argomentazioni:

  • In nessun modo la CWO avrebbe consapevolmente ammesso qualcuno con un passato simile nel gruppo”;
  • La CWO si sente tradita dal GIO per la mancata divulgazione del suo passato aggressivo;
  • Un testimone ha detto che A non era il benvenuto a una manifestazione ed era assente da una riunione pubblica perché non gradito, e che per questo ha lasciato Montreal ed è andato nel New Brunswick, quindi stava già scappando;
  • La versione di A non è credibile: la storia del "blackout" è manipolativa, nel senso che non ammette realmente l'atto in sé;
  • La prima dichiarazione non fa menzione del fatto che ci fu una seconda aggressione;
  • Perché l'espulsione di N non è mai stata resa nota?;
  • I sostenitori del GIO sono del parere che A sia tossico e ostacoli il lavoro del GIO;
  • È responsabilità del singolo pentirsi e riabilitarsi, non dell’organizzazione comunista;
  • Non si può costruire un'organizzazione se essa non è sicura per le donne;
  • Se si scopre che qualcuno ha un passato aggressivo si deve escludere il membro, i comunisti devono avere un passato pulito;
  • Ultimatum: espulsione di A o in alternativa la richiesta di disaffiliazione del GIO dalla TCI.

La maggior parte degli argomenti della CWO regge, ma non l’accusa di manipolazione. A ha già dichiarato che fu ammesso nel GIO dopo aver rivelato il suo passato: non è una sua colpa personale, è il GIO che ha sottovalutato la portata che questa decisione avrebbe avuto tra gli attivisti di altri gruppi.

In più, il GIO ha rifiutato di condividere l’informazione con la TCI, eliminando nelle sue relazioni tutti gli accenni all'argomento. Ora siamo in una posizione migliore per criticare il nostro operato: è stato dato per implicito che questa informazione facesse parte della sfera privata, se non un vero e proprio tabù. Ciò poteva essere comprensibile dal momento che non vi era stata alcuna accusa da parte della polizia. Ma nei confronti dei militanti è stato un errore e ciò non è stato tenuto in considerazione. Eppure è ben noto che relegare l'attività delle donne alla sfera del privato (la famiglia, la cura, l'educazione dei figli, la cucina, la sessualità, la gestione domestica) è la causa della loro oppressione e le femministe radicali fanno di tutto per riportarle nella sfera pubblica e politica.

L'altra affermazione, che la riabilitazione è di sola responsabilità dell'aggressore, va contro ogni principio sociale. Naturalmente l'aggressore deve in prima persona volere il pentimento, altrimenti deve essere messo fuori dalla società. Ma la riabilitazione, come qualsiasi altro bisogno umano, deve essere a cura della società. Questo in linea di principio. Per noi comunisti, un compagno che intraprende un processo di riabilitazione ha bisogno della sua organizzazione per ottenere un recupero efficace.

Si dice anche che il compagno è ancora in fuga dalle conseguenze delle sue azioni. Anche se è stato costretto a ritirarsi dalle iniziative pubbliche, egli ha partecipato alle manifestazioni del Primo Maggio nel corso degli ultimi due anni, senza alcuna ritorsione da parte di nessuno. Inoltre, A è attualmente impegnato in un processo di giustizia riabilitativa affiancato da un professionista del metodo.

Allora rimane un dubbio. Se si considera il caso sotto l'aspetto legale ci si può ragionevolmente porre qualche domanda. La femminista VB, che ha messo il tampone sanguinante nel bicchiere di R, non ha mai spiegato il suo gesto. L'abbiamo contattata e lei non vuol dire niente. Per quale motivo ciò è stato collegato con la vicenda di A? Il bersaglio era un'altra persona? Questo pone una domanda. Ma non possiamo dare una risposta se non rilevando che è stato preso di mira R.

A si è dimesso durante il nostro incontro del 12 novembre 2016. Si è dimesso per placare gli animi e ricominciare su una base di fiducia reciproca. Ci rendiamo conto che con 3 grandi errori di fila (l'integrazione di un membro con il passato violento, oltretutto verso le donne; la non rivelazione di questa decisione alla TCI e anche l'aver mantenuto segreta l'espulsione di un altro membro per violenze verso la partner), questa fiducia tra compagni e tra gruppi è stata compromessa.

Tuttavia, le sue dimissioni non risolvono le questioni più profonde:

  1. Il GIO è da sciogliere?
  2. La riabilitazione dei compagni
  3. Come viene trattata l'oppressione delle donne nel nostro programma, nei nostri statuti e nel nostro atteggiamento

Scioglimento del gruppo

Lo scioglimento del gruppo avrebbe il vantaggio di ripulire la reputazione del GIO agli occhi dei militanti e di permettergli di rilanciare qui il lavoro comunista sotto un altro nome. Ma con gli stessi attivisti, gli stessi che hanno deciso di nascondere il passato di A e la storia di N; e D ha partecipato a tale decisione. Ciò equivarrebbe a rilanciare una società sotto una nuova amministrazione, quindi non sarebbe una buona idea. Il GIO dovrebbe rifletterci.

La riabilitazione dei compagni

Ciò si dovrà prendere in considerazione. La giustizia riabilitativa, quando può essere applicata, presuppone che il compagno non venga lasciato solo con se stesso. La comunità deve tenerlo al suo interno, per sorvegliarlo nella sua riabilitazione, fargli riconoscere i suoi sbagli e convincerlo a ripararli. Ciò può valere per la violenza contro le donne, ma anche per tutti i tipi di crimini di cui la classe lavoratrice viene accusata per ogni motivo, buono o cattivo che sia.

L'oppressione delle donne nel nostro programma, nei nostri statuti, e il nostro atteggiamento su questo tema.

Riteniamo che il nostro approccio alla questione dell’oppressione delle donne sia carente. L'attuale crisi del GIO ce ne rende consapevoli. La sezione sulla oppressione delle donne nell'opuscolo Per il comunismo esamina semplicemente l'argomento e non indica come agire nell'immediato. L'origine dell'oppressione spiegata da Engels è contestata e non vi è alcun pronunciamento su questo dibattito. Se l'origine della oppressione delle donne ci riporta ben prima dell'accumulazione della ricchezza, della monogamia, dell'emergere dello Stato e delle classi sociali (gli ultimi studi scientifici mostrano questo), ciò significa che la rivoluzione socialista non regolerà automaticamente il problema dell’oppressione. E quindi, non si può fare di questa battaglia un problema secondario.

Il dibattito su questo tema deve essere perciò ripreso nel programma, negli statuti e nel nostro atteggiamento (per esempio, le molestie e la violenza contro le donne attiviste non è un fatto privato: dovrebbe essere istituito un comitato di donne, almeno a livello di TCI, come occasione di raggruppamento non misto).

Come la CWO ha sostenuto, questa questione presuppone un maggiore centralismo in alcuni aspetti dell'organizzazione come gli statuti e i requisiti di appartenenza, per esempio.

Abbiamo già chiesto se una situazione come quella del GIO fosse già avvenuta in passato, in un gruppo della TCI o prima della sua fondazione. Non abbiamo ricevuto risposta. Come trattare la questione delle molestie e della violenza sessuale nello statuto di un'organizzazione? Immaginiamo che situazioni simili si siano verificate nella storia della Sinistra Comunista. Sarebbe interessante sapere in quali casi dobbiamo espellere i compagni coinvolti e in quali altri essi siano ritenuti degni di una riabilitazione. Ci sono sicuramente precedenti.

Vi chiediamo di lavorare con noi in questa direzione, perché questo è il nocciolo di questa crisi: non è più una cosa che riguardi solo A o N o R o il solo GIO.

Ciò di cui si parla è la trasformazione degli individui, la riabilitazione, il pentimento, la riparazione. Io non credo che sia necessario gettare nella spazzatura un gruppo, quando il raggruppamento che lo comprende non sa come porre rimedio al danno. Oltre alla soluzione di cestinare il tutto, c'è anche la possibilità dell'educazione: la nostra riguarda il marxismo, ma deve riguardare anche altri aspetti dello sfruttamento, in particolare quello delle donne. La giustizia riabilitativa è la chiave per risolvere questo stallo e aiutarci ad accogliere donne attiviste nei nostri gruppi.

Per il GIO, D
13 novembre 2016

Risposta del Segretariato Internazionale della TCI alla proposta del GIO per la risoluzione della propria crisi

Compagni,

vi ringraziamo per la risposta alla lettera aperta della CWO che vi era stata mandata come “appello” (si vedano i paragrafi iniziale e finale della suddetta) e non come ultimatum. Nonostante ciò, essa richiede che vengano prese delle decisioni, e il Segretariato Internazionale è profondamente preoccupato da alcuni dei vostri argomenti e dalla vaga conclusione della vostra proposta, che non sembra tener conto della gravità di questo triste episodio per una organizzazione comunista.

Potete anche ritenere che A abbia rivelato il tutto al momento in cui entrò nel GIO, ma egli non rivelò nulla agli altri compagni della TCI: questo fatto, per tutti i compagni che l'hanno ospitato e sostenuto e gli hanno procurato uditori per le sue conferenze, rappresenta una sorta di tradimento. Inoltre, continuate a far riferimento a una sola accusa nei confronti di A, quando noi sappiamo essercene almeno tre (senza entrare nel campo delle fantasie di RS). E ancora: se forse avremmo potuto accettare come giustificazione alla sua reticenza il fatto che si vergognasse sinceramente, dopo aver ammesso la cosa ci saremmo aspettati da A una solida difesa. Invece egli ripete la stessa versione minimizzante (con alcune incoerenze secondarie) di ciò che dice essere successo (come fa nella sua lettera a Common Cause), senza mai spendere una parola di rimorso per la persona che ha traumatizzato. Avrebbe dovuto produrre, come minimo, un documento indirizzato al resto della TCI o ai suoi accusatori.

Ci tacciate di non essere capaci di accettare l'idea del pentimento e della riabilitazione: potremmo anche accettarla, se ne fossimo convinti, ma non è questo il caso. Più questa faccenda andava avanti, tanto meno avevamo notizie di A: tutta questa evasività non ci mette nelle condizioni di poter emettere un giudizio, e non si può arrivare a una giustizia riparatrice senza che sia venuto tutto a galla. Una organizzazione comunista non è un tribunale, e non stiamo condannando un giovane ad anni di galera: stiamo semplicemente dicendo che un'organizzazione comunista (specialmente se piccola) non può portare il peso di qualcuno che ha una reputazione di un passato di aggressore sessuale nei confronti delle donne. Come fa il GIO a presentarsi seriamente come un'organizzazione dei lavoratori con persone simili al suo interno? Come può essere credibile per le donne del proletariato se esse sanno che potrebbero non essere al sicuro al suo interno? A noi sembra che continuiate a sottovalutare questo aspetto, nella vostra determinazione a difendere una decisione sbagliata di cui nessuno dei rimanenti membri del GIO è responsabile.

Dite anche di aver sollevato la questione se qualche altro gruppo della TCI ha avuto un'esperienza simile, senza ricevere risposta. Il delegato della CWO crede di avervi informato in precedenza che la CWO e la TCI sono fermamente contrari alla presenza di chiunque abusi delle donne in qualsiasi modo, e questa posizione è basilare e di lungo termine. Molti anni fa la CWO scoprì che un membro dell'organizzazione era non uno stupratore, ma un predatore sessuale seriale. Ne abbiamo discusso tra noi membri e, benché non unanimi, abbiamo immediatamente convocato il “compagno” affinché si spiegasse (c'erano delle accuse anche più gravi, su delle altre azioni che aveva intrapreso e che avevano messo in pericolo un altro compagno), ma rifiutò di presentarsi e sparì.

Ci sembra di aver capito che A fu ammesso non dopo un vero colloquio con l'intero gruppo, ma dopo una chiacchierata amichevole con un solo compagno, che pensava di avere una reputazione così grande a Montreal da poter garantire per lui. E così diventò un fatto compiuto, che i nuovi membri avrebbero dovuto accettare: ma una tale presunzione egoistica, che non può trovare spazio in una organizzazione comunista, ha completamente minato la coesione e la credibilità del GIO.

Verso la fine la vostra Proposta mostra ancora che state cercando di evitare il punto centrale. Quando scrivete che

Non è più una cosa che riguardi solo A o N o R o il solo GIO

state soltanto tentando di intorbidare le acque: certo, c'è da lavorare sulla nostra organizzazione, sulla nostra posizione riguardo alle donne e al sessismo, sugli statuti, ecc., MA il problema immediato è che tipo di organizzazione può accogliere qualcuno con un passato di aggressore sessuale. Una volta risolta la questione primaria si può allargare la prospettiva su ciò che è venuto alla luce nel corso di questo episodio. Ciò che scrivete per distoglierci dal problema principale fa una grossa ingiustizia alla TCI: quando scrivete, a proposito della lotta per la parità fra i sessi, che

Non si può fare di questa battaglia un problema secondario

non fate altro che ripetere il contenuto di Per il comunismo. Noi sosteniamo totalmente l'idea (già presente nei nostri statuti originari) che

Il dibattito su questo tema deve essere perciò ripreso nel programma, negli statuti e nel nostro atteggiamento (per esempio, le molestie e la violenza contro le donne attiviste non è un fatto privato: dovrebbe essere istituito un comitato di donne, almeno a livello di TCI, come occasione di raggruppamento non misto).

Ma ciò potrebbe essere fatto solo a livello di TCI, dato che il GIO è al momento l'unico gruppo in essa privo di elementi femminili, nonostante avesse in passato parecchie donne simpatizzanti. E continuare a difendere compagni che non sono stati in grado di farlo da sé non modificherà la situazione.

È ora di rompere con il passato (e non solo per via di questo caso). Per troppo tempo il GIO si è comportato come un insieme di attivisti individuali che a parole si rifacevano alle posizioni della TCI: questo gli è costato la perdita di diversi membri in passato (anche se è solo con il districarsi di questo affare che ne siamo venuti a conoscenza). Ci sono molti buoni compagni in Canada pronti a lavorare con e/o unirsi a un gruppo che rifletta realmente la politica della TCI e della Sinistra Comunista: è tempo di dar loro l'opportunità di un nuovo inizio. Ora potete cominciare questo progetto in modo proprio, ma non si può neanche pensare di iniziare a spiegare le nostre reali posizioni verso le donne con la reputazione che il gruppo si porta dietro al momento: il GIO deve sciogliersi per poter dare il via al processo che porti alla formazione di un nuovo gruppo.

Affinché il nuovo gruppo possa essere di nuovo affiliato alla TCI, esso deve rispettare certe condizioni:

  • C'è bisogno di un nuovo nome, ma non potrà essere semplicemente il GIO con un altro nome. L'unica continuità sarà quella della persona dell'unico compagno che non prese la decisione di fare entrare A e che non cercò consapevolmente di nascondere la verità dei fatti al delegato della TCI che si recò in Canada nel giugno 2014;
  • Tutti gli altri membri del GIO dovranno ricominciare l'iter per diventare militanti del nuovo gruppo;
  • Nessuno tra quelli che presero la decisione di far entrare A e di nascondere il suo passato alla TCI dovrà essere riammesso;
  • Nessuno il cui passato non sia conforme con le norme del comunismo dovrà essere riammesso;
  • La questione della riabilitazione di compagni con un passato non conforme alle norme del comunismo dovrà essere posposta fino a che il nuovo gruppo non sia formato ufficialmente e non si sia guadagnato una posizione solida, e sarà allora discussa assieme alla TCI.

Saluti internazionalisti

JW
CB
JD
(I delegati del Segretariato Internazionale della TCI per il GIS, il PCInt e la CWO)
18 novembre 2016
Venerdì, January 13, 2017