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Home ›Finanza, denaro ed… elicotteri
Se questa agonia del capitalismo in crisi non fosse per il proletariato una tragedia, ci sarebbe quasi da ridere nel vedere l’intelligenza borghese che si dispera di fronte al venir meno di tutti i rimedi messi in campo per ridare salute all’ammalato. A cominciare da un Pil che non aumenta (almeno fino al 3%, si prega!) e da una inflazione che non si decide a salire di qualche punto (ce ne sarebbe bisogno – dicono!) mentre la deflazione è più che stagnante. Si pensa che solo con l’inflazione si possa convalidare una ripresa in grande dell’economia, poiché indicherebbe alta domanda di merci, bassa disoccupazione, aumento dei salari e magari con il petrolio di nuovo a 100 dollari il barile… (Pie illusioni, ma non tutti se l’aspettano.)
Le cause della “decrescita” sarebbero addebitate ad una “politica” sbagliata delle Banche centrali e alla non volontà dei Governi nello “stimolare” la domanda. Tutti chiedono investimenti e nuovi lavori pubblici (sembra che li reclamino con urgenza anche le consorterie mafiose di vario stampo, e con loro Ocse e Fmi). Inoltre, se persiste una “carenza di domanda”, come si farebbe a produrre e vendere merci? Occorrerebbe una politica fiscale espansiva, con l’appoggio – così si blatera a destra e a sinistra – di tassi di interesse del denaro al minimo e una “monetizzazione della spesa”. Insomma, politiche fiscali e interventi strutturali miranti a creare un buon clima per gli affari! Poco importa se il deficit statale salirà. E qui ritorna a circolare nei pubblici dibattiti, foraggiati dai mass media, la scoperta del secolo (chissà le altre che bollono in pentola!) lanciata tempo fa dal leader laburista Jeremy Corbyn: “quantitative easing for the people”. Entusiasti sia The Economist che il Financial Times. E si deve al geniale M. Friedman (padrino dei Chicago boys, consulenti di Pinochet) l’idea di lanciare denaro ai “cittadini” dagli elicotteri con l’operazione “helicopter money”.
Persino qualche esimio professore dell’università di Oxford invita la Bce a versare moneta a favore di lavoratori e pensionati (muniti di codice fiscale e iscritti nei registri elettorali…). Un po’ di “credito” dal cielo! Se poi qualcuno volesse un vero e proprio “prestito” (500 o 1000 euro) a tasso quasi azzerato, glielo si conceda subito, sperando sempre che l’inflazione aumenti assieme al costo della vita per lavoratori e pensionati! Cosa non si farebbe per i “bisogni dell’Europa” (e dei corporate bond emessi dalle aziende)!
Si sta evidenziando – in proposito – come il QE della Bce sprofondi nelle paludi del mondo finanziario: va detto che, come chiaramente appare, in effetti c’è, sì, una inflazione che sale ed è quella dei valori finanziari con bolle la cui prossima esplosione frantumerà non poche luccicanti vetrate. Bolle alimentate proprio dagli eccessi monetari; bolle speculative che stanno per.. atterrare e fragorosamente scoppiare. Tant’è che la “vigile” Bce ha esteso i suoi acquisti, oltre ai debiti (bond) statali, anche alle obbligazioni non bancarie: sono i bond “investment grade” giudicati rischiosi ma non tanto… L’accumulazione di debiti su debiti prosegue. Fra chi applaude, non manca qualche bravo gestore di hedge fund a livello mondiale.
Dopo tutto, anche le Banche devono pur sopravvivere (magari nazionalizzate…); se non hanno i loro guadagni, tra tassi attivi e passivi, come possono rafforzare i loro patrimoni? Devono pur esserci “margini di manovra”, dopo un “democratico” controllo dei prezzi degli asset e una regolamentazione (?) dei movimenti di capitale a breve termine…
E mentre invano si cerca il bandolo della matassa, si lanciano allarmi anche sulle rendite al lumicino delle polizze vita e dei fondi pensione. Quanto ai tassi negativi del denaro (qualcuno azzarda una proposta di tal fatta) è palese, dalle esperienze fatte, che gran parte della moneta creata resterebbe bloccata allo stato di carta straccia. E già lo è.
Ma nonostante i bei risultati fin qui ottenuti, in un fiume di liquidità che minaccia incontrollabili inondazioni, si ritorna all’imperativo: si crei moneta e la si distribuisca al popolo sovrano. Secondo alcuni cervelloni del capitale, la domanda di beni e servizi riceverebbe così un forte impulso e il livello dello stimolo sarebbe proporzionale al valore della nuova moneta “creata” dalle rotative elettroniche. (Che girino giorno e notte! anche se “creeranno” più esuberi che occupati. D’altra parte, non si può contemporaneamente avere la botte piena e la moglie ubriaca!)
Oltretutto, vi sarebbe finalmente un po’ d’inflazione e questa – come tutti loro pregano! – sarebbe benedetta, insieme a “corposi investimenti”, riconversioni delle economie in senso ecologico, ristrutturazioni e riqualificazioni industriali, ecc. E The Economist, non sapendo più cosa consigliare di fronte al crescente “malessere” dell’economia (quella inglese, poi, traballa parecchio!), non esclude persino qualche stimolo a favore di aumenti salariali: tanto più che i lavoratori che conserveranno un posto e un salario non saranno poi così tanti!
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