You are here
Home ›La crisi e la bussola comunista
Le nubi della crisi si addensano: i comunisti devono essere la bussola
Si apre una stagione politica carica di compiti e responsabilità per chi ha scelto di avanzare sul terreno della costruzione dell'avanguardia politica comunista internazionalista.
Sono decenni che la nostra classe, la classe dei lavoratori salariati, precari e disoccupati, sta arretrando sotto i colpi frequenti e pesanti portati dalla classe dominante borghese: grandi capitalisti, padroni, uomini d'apparato, speculatori, mafiosi...
Ad ogni colpo affondato lo Stato borghese è stato capace di rimodularsi rafforzando le proprie posizioni: crescita dell'apparato sicuritario e repressivo, precarizzazione del rapporto di lavoro, limitazione del potere di sciopero e delle possibilità di iniziativa autonoma da parte dei lavoratori, disciplinamento del conflitto, sistematica distruzione del patrimonio politico di classe, etc. Meno il proletariato è stato capace di alzare la testa più la borghesia ha stretto le sue maglie onde esorcizzare la possibilità di future proteste.
In questo quadro va inserita anche la persecuzione giudiziaria ai danni di quei soggetti (No Tav, Movimenti, etc.) che, sebbene estranei – a nostro giudizio – ad una chiara progettualità politica comunista, hanno deciso di muoversi, parzialmente e nelle loro espressioni più radicali, in maniera autonoma dagli organismi istituzionali (partiti riformisti, sindacati, associazionismo) per criticare questo o quell'aspetto delle politiche governative: sono fioccate denunce e condanne.
Ma quello di cui stiamo parlando è un attacco a tenaglia: si restringono le maglie del controllo sociale con il fine di evitare che il sistematico alleggerimento delle tasche proletarie possa innescare delle reazioni conflittuali serie. Nell'ultimo decennio è stato operato un taglio indiscriminato al salario diretto, indiretto (servizi e assistenza) e differito (pensioni). Ricchezza che è fluita nelle tasche dei ricchi capitalisti i quali hanno visto di anno in anno accrescere i propri patrimoni.
Il Fondo Nazionale della Politiche Sociali è passato dai 992 mln del 2003 ai 70 mln del 2012, i disoccupati dai 2 mln del 2004 ai 3,14 mln del maggio 2013, il potere d'acquisto dei salari è precipitato, la precarietà aumentata in maniera impressionante e poi i tagli alla sanità, ai trasporti, alle pensioni ecc. Tra i proletari, a pagare più degli altri sono sempre gli elementi più deboli, a partire dai giovani, i bambini, gli anziani, le donne, i disabili, gli abitanti del meridione d'Italia.
Questa è la crisi: i proletari aumentano per numero e miseria, i borghesi concentrano ricchezze sempre più ingenti.
Volere riformare il sistema è utopia: il quadro appena presentato non è frutto di una scelta, ma la logica conseguenza di un sistema fondato sul profitto nel quale sopravvive solo chi riesce ad accumulare capitali sempre maggiori, aumenta la crisi? Diminuiscono le briciole da distribuire ai lavoratori ed al ceto medio, aumenta la concorrenza. La classe dominante è incapace di avanzare un diverso modello di sviluppo. Esso però ci sta conducendo dritti dritti verso il baratro della barbarie sociale (i notiziari ne descrivono il quotidiano avanzare) e della guerra extrema ratio per affrontare le contraddizioni accumulate dal capitalismo: il peggiore dei mondi possibili.
Nei prossimi tempi le cose potrebbero continuare a scivolare su questo piano inclinato fino al punto di produrre dei nuovi movimenti di opposizione.
È prevedibile che un giorno le classi attualmente dominanti potrebbero non essere più in grado di gestire una situazione sociale resasi sempre più incandescente dalle manovre finanziare fatte di lacrime e sangue, tagli, precarietà, miseria...
In quel frangente storico, forse nemmeno così remoto, sarà indispensabile la presenza del Partito rivoluzionario, radicato nella classe. Un Partito capace di guidarle la classe lavoratrice a prendere in mano la situazione, fino ad assumere il potere politico nelle proprie mani secondo quello che è il nostro programma:
- esclusione da ogni diritto politico della classe borghese – la quale è responsabile di tutto quanto da noi fin qui subito;
- affermazione di nuovi organismi di potere – i consigli territoriali – in sostituzione dei vecchi;
- progressiva socializzazione dei mezzi di produzione;
- progressiva sostituzione del denaro con il buono lavoro.
Il piano nazionale si intreccia inevitabilmente con quello internazionale nel progetto di trasformazione del mondo, nell'operatività del Partito internazionale del proletariato.
É per costruire il Partito internazionale del proletariato capace di guidare il movimento di classe a questi obiettivi politici immediati – e a quelli superiori del comunismo – che il nostro partito è nato nel lontano 1943, è per assolvere a questi compiti che noi oggi siamo stretti in questo vincolo organizzativo.
Dobbiamo lavorare affinché il Partito Comunista Internazionalista cresca nella qualità del suo lavoro, della sua vita organizzativa, del suo metodo, della sua disciplina militante. Dobbiamo lavorare per far crescere i suoi ranghi con la linfa di nuovi militanti – in particolare proletari – che riconoscano, nel vivo delle lotte e della battaglia politica, come corretta la nostra prospettiva e la nostra modalità di impostare i problemi. Per fare si che questo si verifichi è necessario un impegno significativo.
Attraverso volantini, manifesti, pubblicazioni, deve essere presa posizione sui fatti principali che riguardano la vita politica e l'intervento. Solo prendendo posizione sulle varie questioni che attengono alla vita proletaria – e, in generale, alle infamie del sistema borghese – dimostrando la fattibilità, la concretezza e la necessità del nostro programma, il Partito Comunista Internazionalista può diventare punto di riferimento negli ambiti dove è presente.
Il giornale, in particolare, deve ancor di più essere un vivo strumento di dialogo nell'organizzazione tra noi e la classe. Parlare sempre più delle esperienze e dei problemi concreti, quotidianamente vissuti, i quali non sono altro che il riflesso dei meccanismi di accumulazione del capitale, della sua crisi, nell'ambito della nostra esperienza individuale.
La propaganda incessante dei principi, l'elaborazione dei loro sviluppi insieme alla partecipazione attiva alle lotte proletarie per le rivendicazioni immediate sono il compito immediato che deve segnare il ritmo della nostra vita organizzativa.
Ugualmente verranno intensificate le assemblee ed i momenti aperti di confronto nei quali i nostri militanti espongono a simpatizzanti e contatti i cardini della visione comunista internazionalista del mondo, il programma, l'importanza di fare propria la causa rivoluzionaria del Partito comunista internazionalista, la causa dell'emancipazione proletaria dalle catene dello sfruttamento.
Nell'intervento non abbiamo bisogno di rincorrere questo o quel movimento o manifestazione politica, sempre in balia del contingente e di prospettive illusorie, ma dobbiamo favorire il contatto vivo e diretto con la classe, specie quella non politicizzata, e con le sue esperienze, dobbiamo avere la capacità di ergerci sempre più come punto di riferimento politico ed organizzativo. Individuare compiti circoscritti e praticabile per realizzarli e poi, solo poi, passare a compiti ulteriori.
Diventare un punto di riferimento significa essere scoglio capace di reggersi fermo ai colpi più impetuosi della tempesta. Si è un credibile punto di riferimento per la classe solo se si è solidi e fermi anche sul piano organizzativo oltre che politico. Dobbiamo far crescere ancor di più la disciplina militante – che deve essere naturale in un partito rivoluzionario – derivante dalla corretta applicazione del principio del centralismo democratico: disciplina non imposta quindi dall'alto come cieca applicazione di direttive, ma viva condivisione della piattaforma, del metodo, della tattica e della strategia, affinché tutti si riconoscano negli obiettivi e nei mezzi di lavoro in quanto coerenti con i presupposti fondamentali e frutto della sintesi che dal centro emana alla periferia per poi tornare al centro, ed alla riflessione collettiva, sotto forma di esperienza pratica dalla quale possano scaturire nuove sintesi politiche. Solo lavorando in questo modo il contributo di ogni singolo viene valorizzato al massimo nell'ambito della collettiva vita di partito e la vita di partito diventa uno strumento imprescindibile al fine di esaltare le capacità individuali.
Aderendo al Partito Comunista Internazionalista ci siamo assunti la responsabilità storica di forgiare, a partire dalla tradizione e dagli insegnamenti della Sinistra comunista italiana, nel vivo delle lotte e di un rapporto costante con la classe, lo strumento politico della lotta proletaria.
Quando questa inizierà a manifestarsi in tutta la sua ampiezza e potenza non potrà concedersi il lusso di non trovare – già al proprio interno – una avanguardia capace di guidarla al conseguimento dei suoi obiettivi storici o, peggio, di trovarla impreparata. Siamo coscienti della limitatezza delle nostre forze attuali, ma anche del ruolo che oggi ci spetta: operare – assieme alle altre sezioni della Tendenza Comunista Internazionalista – sul territorio e nella classe per costruire e radicare il partito internazionale del proletariato, dotato di un chiaro programma rivoluzionario. Rapportare un così alto compito – il più alto – alle nostre forze attuali potrebbe ingenerare demoralizzazione e disfattismo eppure tali sentimenti – segno che l'ideologia borghese nella quale siamo immersi può fare breccia anche nelle nostre menti – non possono e non devono trovare dimora tra le nostre fila, al contrario, il compito e l'imperativo dell'ora è: costruire, costruire, costruire.
Usciamo da decenni di passività della nostra classe e, naturalmente, ne scontiamo ancora le conseguenze, ma, sebbene la passività non sia finita, l'evolvere della crisi ci impone con maggior forza di prepararci per la tempesta che potrebbe venire. A tutti noi ed a tutti coloro i quali si pongono con genuina coerenza sul terreno del comunismo rivoluzionario non possiamo che augurare un buon anno politico 2013-2014: la nostra classe ha bisogno di noi.
Il Comitato Esecutivo...ma il treno della storia presto ancora passerà e ci insegna la memoria che per poco si fermerà...
Battaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Inizia da qui...
ICT sections
Fondamenti
- Bourgeois revolution
- Competition and monopoly
- Core and peripheral countries
- Crisis
- Decadence
- Democracy and dictatorship
- Exploitation and accumulation
- Factory and territory groups
- Financialization
- Globalization
- Historical materialism
- Imperialism
- Our Intervention
- Party and class
- Proletarian revolution
- Seigniorage
- Social classes
- Socialism and communism
- State
- State capitalism
- War economics
Fatti
- Activities
- Arms
- Automotive industry
- Books, art and culture
- Commerce
- Communications
- Conflicts
- Contracts and wages
- Corporate trends
- Criminal activities
- Disasters
- Discriminations
- Discussions
- Drugs and dependencies
- Economic policies
- Education and youth
- Elections and polls
- Energy, oil and fuels
- Environment and resources
- Financial market
- Food
- Health and social assistance
- Housing
- Information and media
- International relations
- Law
- Migrations
- Pensions and benefits
- Philosophy and religion
- Repression and control
- Science and technics
- Social unrest
- Terrorist outrages
- Transports
- Unemployment and precarity
- Workers' conditions and struggles
Storia
- 01. Prehistory
- 02. Ancient History
- 03. Middle Ages
- 04. Modern History
- 1800: Industrial Revolution
- 1900s
- 1910s
- 1911-12: Turko-Italian War for Libya
- 1912: Intransigent Revolutionary Fraction of the PSI
- 1912: Republic of China
- 1913: Fordism (assembly line)
- 1914-18: World War I
- 1917: Russian Revolution
- 1918: Abstentionist Communist Fraction of the PSI
- 1918: German Revolution
- 1919-20: Biennio Rosso in Italy
- 1919-43: Third International
- 1919: Hungarian Revolution
- 1930s
- 1931: Japan occupies Manchuria
- 1933-43: New Deal
- 1933-45: Nazism
- 1934: Long March of Chinese communists
- 1934: Miners' uprising in Asturias
- 1934: Workers' uprising in "Red Vienna"
- 1935-36: Italian Army Invades Ethiopia
- 1936-38: Great Purge
- 1936-39: Spanish Civil War
- 1937: International Bureau of Fractions of the Communist Left
- 1938: Fourth International
- 1940s
- 1960s
- 1980s
- 1979-89: Soviet war in Afghanistan
- 1980-88: Iran-Iraq War
- 1982: First Lebanon War
- 1982: Sabra and Chatila
- 1986: Chernobyl disaster
- 1987-93: First Intifada
- 1989: Fall of the Berlin Wall
- 1979-90: Thatcher Government
- 1980: Strikes in Poland
- 1982: Falklands War
- 1983: Foundation of IBRP
- 1984-85: UK Miners' Strike
- 1987: Perestroika
- 1989: Tiananmen Square Protests
- 1990s
- 1991: Breakup of Yugoslavia
- 1991: Dissolution of Soviet Union
- 1991: First Gulf War
- 1992-95: UN intervention in Somalia
- 1994-96: First Chechen War
- 1994: Genocide in Rwanda
- 1999-2000: Second Chechen War
- 1999: Introduction of euro
- 1999: Kosovo War
- 1999: WTO conference in Seattle
- 1995: NATO Bombing in Bosnia
- 2000s
- 2000: Second intifada
- 2001: September 11 attacks
- 2001: Piqueteros Movement in Argentina
- 2001: War in Afghanistan
- 2001: G8 Summit in Genoa
- 2003: Second Gulf War
- 2004: Asian Tsunami
- 2004: Madrid train bombings
- 2005: Banlieue riots in France
- 2005: Hurricane Katrina
- 2005: London bombings
- 2006: Anti-CPE movement in France
- 2006: Comuna de Oaxaca
- 2006: Second Lebanon War
- 2007: Subprime Crisis
- 2008: Onda movement in Italy
- 2008: War in Georgia
- 2008: Riots in Greece
- 2008: Pomigliano Struggle
- 2008: Global Crisis
- 2008: Automotive Crisis
- 2009: Post-election crisis in Iran
- 2009: Israel-Gaza conflict
- 2020s
- 1920s
- 1921-28: New Economic Policy
- 1921: Communist Party of Italy
- 1921: Kronstadt Rebellion
- 1922-45: Fascism
- 1922-52: Stalin is General Secretary of PCUS
- 1925-27: Canton and Shanghai revolt
- 1925: Comitato d'Intesa
- 1926: General strike in Britain
- 1926: Lyons Congress of PCd’I
- 1927: Vienna revolt
- 1928: First five-year plan
- 1928: Left Fraction of the PCd'I
- 1929: Great Depression
- 1950s
- 1970s
- 1969-80: Anni di piombo in Italy
- 1971: End of the Bretton Woods System
- 1971: Microprocessor
- 1973: Pinochet's military junta in Chile
- 1975: Toyotism (just-in-time)
- 1977-81: International Conferences Convoked by PCInt
- 1977: '77 movement
- 1978: Economic Reforms in China
- 1978: Islamic Revolution in Iran
- 1978: South Lebanon conflict
- 2010s
- 2010: Greek debt crisis
- 2011: War in Libya
- 2011: Indignados and Occupy movements
- 2011: Sovereign debt crisis
- 2011: Tsunami and Nuclear Disaster in Japan
- 2011: Uprising in Maghreb
- 2014: Euromaidan
- 2016: Brexit Referendum
- 2017: Catalan Referendum
- 2019: Maquiladoras Struggle
- 2010: Student Protests in UK and Italy
- 2011: War in Syria
- 2013: Black Lives Matter Movement
- 2014: Military Intervention Against ISIS
- 2015: Refugee Crisis
- 2018: Haft Tappeh Struggle
- 2018: Climate Movement
Persone
- Amadeo Bordiga
- Anton Pannekoek
- Antonio Gramsci
- Arrigo Cervetto
- Bruno Fortichiari
- Bruno Maffi
- Celso Beltrami
- Davide Casartelli
- Errico Malatesta
- Fabio Damen
- Fausto Atti
- Franco Migliaccio
- Franz Mehring
- Friedrich Engels
- Giorgio Paolucci
- Guido Torricelli
- Heinz Langerhans
- Helmut Wagner
- Henryk Grossmann
- Karl Korsch
- Karl Liebknecht
- Karl Marx
- Leon Trotsky
- Lorenzo Procopio
- Mario Acquaviva
- Mauro jr. Stefanini
- Michail Bakunin
- Onorato Damen
- Ottorino Perrone (Vercesi)
- Paul Mattick
- Rosa Luxemburg
- Vladimir Lenin
Politica
- Anarchism
- Anti-Americanism
- Anti-Globalization Movement
- Antifascism and United Front
- Antiracism
- Armed Struggle
- Autonomism and Workerism
- Base Unionism
- Bordigism
- Communist Left Inspired
- Cooperativism and autogestion
- DeLeonism
- Environmentalism
- Fascism
- Feminism
- German-Dutch Communist Left
- Gramscism
- ICC and French Communist Left
- Islamism
- Italian Communist Left
- Leninism
- Liberism
- Luxemburgism
- Maoism
- Marxism
- National Liberation Movements
- Nationalism
- No War But The Class War
- PCInt-ICT
- Pacifism
- Parliamentary Center-Right
- Parliamentary Left and Reformism
- Peasant movement
- Revolutionary Unionism
- Russian Communist Left
- Situationism
- Stalinism
- Statism and Keynesism
- Student Movement
- Titoism
- Trotskyism
- Unionism
Regioni
Login utente
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 3.0 Unported License.