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Home ›Per la trasformazione rivoluzionaria della società - Seconda parte
Seconda ed ultima parte
Lenin in Stato e rivoluzione definisce il “socialismo” come la prima fase della società comunista. Il termine socialismo è stato storicamente adoperato dai comunisti per indicare la fase di transizione verso una società comunista; bisogna dire che spesso si è adoperato lo stesso termine comunismo (o rivoluzione comunista) anche per indicare tale fase di transizione.
Il primo passo, affinché si possa aprire una fase di trasformazione rivoluzionaria della società, è la pesa del potere da parte del proletariato. Nel Manifesto Marx ed Engels scrivono:
[…] la prima tappa della rivoluzione operaia consiste nel fatto che il proletariato si elevi a classe dominante […].
Per realizzare un diverso modo di produrre il proletariato deve togliere dalle mani borghesi i mezzi di produzione e metterli a disposizione della intera società. Per fare questo, e per affrontare la reazione borghese, la classe proletaria deve adoperare uno strumento politico: la “dittatura del proletariato”.
Durante la fase di transizione il proletariato è quindi organizzato come classe dominante. La stessa “dittatura del proletariato” costituisce una forma di potere politico, un semi-Stato per opprimere la classe borghese. In una realizzata società comunista, invece, le classi sociali scompaiono, lo Stato quindi smette di essere organismo di oppressione di classe, lasciando il posto ad uno strumento volto ad amministrare la produzione e la distribuzione. La dittatura del proletariato viene definita un “semi-Stato” proprio perché tale semi-Stato è “programmato” per la propria scomparsa, per la propria estinzione.
Quando nel corso degli eventi le differenze di classe saranno sparite, e tutti i mezzi di produzione saranno nelle mani degli individui associati, il potere pubblico avrà naturalmente perso ogni carattere politico. Il potere politico, nel senso vero e proprio della parola, non è se non il potere organizzato di una classe per l'oppressione di un’altra.
Marx, Engels, Il manifesto del partito comunista
Qualsiasi forma di Stato rappresenta la dittatura di una classe su un’altra ma “Tutti i movimenti avvenuti fin qui furono di minoranze, o nell’interesse delle minoranze. Il movimento proletario è il movimento spontaneo della grande maggioranza, nell’interesse della grande maggioranza” (Marx, Engels, Il manifesto del partito comunista). Una delle differenze tra lo Stato borghese e la “dittatura del proletariato” è proprio questa: il semi-Stato rivoluzionario del proletariato è l’espressione della stragrande maggioranza (la “democrazia più completa”, Lenin in Stato e rivoluzione). Inoltre, lo Stato borghese serve per mantenere in piedi un sistema di sfruttamento, invece, la “dittatura del proletariato” serve per liberarsi dallo sfruttamento e, dunque, dallo Stato borghese, quale guardiano dello sfruttamento stesso.
Gli organismi che devono essere alla base della “dittatura del proletariato” sono i consigli. Questi sono organismi di partecipazione della classe proletaria, costituiti da delegati con mandato ben preciso e soggetti a revoca immediata. Tali assemblee dei consigli si centralizzano eleggendo al loro interno delegati ai consigli superiori, dal quartiere alla città, regione ecc.
La presa del potere politico da parte del proletariato è un passo necessario per poter attuare la trasformazione economica. In termini generali, punti essenziali di tale trasformazione sono:
- Esproprio dei mezzi di produzione. I mezzi di produzione (e di distribuzione) devono essere sottratti, senza indennizzo, alla classe borghese e posti sotto il controllo dei consigli. Lo stesso deve accadere per le banche, gli istituti finanziari, i depositi d'oro, gli altri grandi possedimenti e i grandi edifici attualmente di proprietà della borghesia. Superamento dell'utilizzo del denaro attraverso l'adozione del buono-lavoro.
- Socializzazione dei mezzi di produzione. I mezzi di produzione devono iniziare a funzionare per il soddisfacimento dei bisogni di tutti gli individui, funzionare per l’intera società. La socializzazione avviene attraverso il controllo e la gestione operaia della fabbriche unitamente all’amministrazione da parte del potere dei consigli. Il potere dei consigli avrà il compito di controllare/guidare il processo di pianificazione della produzione e della distribuzione.
- Obbligo di lavoro per tutti. Il lavoro necessario deve essere suddiviso tra gli abili al lavoro. Tutta la popolazione dovrà registrarsi presso i rispettivi consigli territoriali, questi valuteranno la quantità di ore-lavoro necessarie a soddisfare i bisogni generali e dovranno redistribuire le stesse in base alle competenze e capacità individuali in maniera uguale tra la totalità della popolazione attiva.
- Istituzione del buono lavoro che attesti il lavoro prestato e permetta così l’accesso alla distribuzione dei prodotti. Bambini, disabili e anziani che non possono lavorare avranno ugualmente accesso ai prodotti e ai servizi.
- Riorganizzazione dell’impiego delle risorse umane. Tutte le attività e produzioni inutili o dannose per l’uomo o per l’ambiente, dovranno progressivamente essere eliminate, liberando così forze disponibili a svolgere le attività socialmente necessarie.
- Tutti gli immobili dovranno essere registrati e socializzati, verificando che ognuno abbia una casa adeguata ai propri bisogni.
Un tale tipo di trasformazione, radicale, della società potrà anche partire in zone limitatamente estese del pianeta ma il processo rivoluzionario – per essere portato a compimento, per non accartocciarsi su se stesso – deve estendersi rapidamente su scala internazionale: non è possibile costruire il socialismo in un solo paese. Anche per tale motivo sarà assolutamente necessario la formazione di un partito rivoluzionario che operi su scala internazionale.
NZBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
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