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Contro il modo di produzione capitalista
Volantino per le prossime manifestazioni contro “grandi opere”, inceneritori e altri disastri ambientali
Inceneritori di Albano, Parma, Acerra, centrale a carbone di Saline Joniche, MUOS, TAV, ILVA ed ENI (responsabile di disastri ambientali non solo in Italia): sono solo alcune delle innumerevoli opere di devastazione ambientale di massa che sorgono o sono in fase di costruzione su tutto il territorio nazionale!
Da qualche anno a questa parte il problema dei rifiuti è in primo piano: Napoli e Reggio Calabria con le strade inondate di monnezza, con l'Unione Europea che, ipocritamente, impone all'Italia di trovare “soluzioni verdi” mentre per decenni la camorra ha smaltito a bassissimo prezzo le scorie provenienti da mezza Europa.
Così il Governo dei Tecnici risponde all'ennesima “emergenza” con il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell'Ambiente del 6 luglio 2012: incentivo dell'uso, della costruzione o conversione di inceneritori. Si fa leva sul fatto che l'Europa ammette incentivi alla produzione di biomassa se questa parte da rifiuti biodegradabili. Ma negli inceneritori ibridi basta che le biomasse superino la soglia risibile del 10% sul totale affinchè ricevano incentivi e l'autorizzazione al loro utilizzo.
Ma in questo caos è mai possibile che con una così ampia schiera di chimici a disposizione, mai nessuno abbia comunicato al governo che la materia non si distrugge?
E' una delle basi della chimica la legge della conservazione della materia: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Lo sanno tutti.
Sembra evidente, ma evidentemente non lo è per chi ragiona solo in funzione del profitto: i rifiuti non possono sparire. Non può essere una soluzione prendere quei rifiuti che prima invadevano le strade, che non consentivano di muoversi con la macchina per spostarli nei nostri polmoni, nell'acqua che beviamo e che usiamo per lavarci, nella terra e nei suoi prodotti.
In questa nuova fase dello sfruttamento capitalistico, fase in cui i rifiuti diventano oro e l'ambiente viene sistematicamente distrutto, anche noi non saremo più solo dei semplici rifiuti sociali da sfruttare e gettare quindi in mezzo alla strada: ci “evolveremo” in rifiuti ambulanti, contenitori di nano polveri e diossina.
Se soluzioni alternative - come la raccolta differenziata e il riciclaggio - esistono, i problemi per la loro attuazione oggi sono di diversa natura. Innanzitutto perché un reale intervento atto a risolvere il problema dei rifiuti dovrebbe incidere fortemente sul sistema produttivo, quindi iniziare bloccando la produzione di merci in quanto tali per finalizzarne la produzione al soddisfacimento dei bisogni, cosa inattuabile allo stato di cose presenti.
Vi è poi la mancanza di fondi nelle amministrazioni pubbliche per l'attuazione di progetti volti allo smistamento dei rifiuti, fondi che il capitale ritiene più utile investire in altri modi, come per la manutenzione di altri centri di smistamento, dei CIE o in aerei militari F-35 indispensabili per le guerre future.
Ciò nonostante, dobbiamo lottare per fermare la costruzione di opere inutili e dannose come l'inceneritore, per avviare un processo di smaltimento di rifiuti alternativo al più presto. Ma per farlo non possiamo certo contare sui politicanti che dispensano promesse o sperare in un intervento di un governo che, guidato da uomini che fanno i comuni interessi, risolverà come per magia questo come gli innumerevoli problemi che ci affliggono, sarebbe come aspettarsi che lo faccia una divinità extraumana.
Non esistono interessi comuni per tutti! Esistono i nostri interessi di lavoratori e studenti proletari e quelli di banchieri, industriali e politici: non esistono vie di mezzo.
Per una società che non si limiterà al riciclaggio dei rifiuti, ma che abolirà lo sfruttamento, l'oppressione e che riconvertirà le armi e gli strumenti di repressione in macchine per il benessere comune, in cui gli unici aerei che esisteranno saranno quelli per permettere a tutti di viaggiare. Unisciti a noi!
Perché l'unico sviluppo sostenibile si chiama rivoluzione!
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