Cronaca estiva di (stra)ordinaria repressione

Il 13 luglio scorso la Cassazione ha confermato le imputazioni per “devastazione e saccheggio” relative alle giornate di Genova 2001 per cinque manifestanti che si faranno dai 6 ai 14 anni di carcere, mentre per altri cinque il processo torna in appello. E’ una sentenza vergognosa, degna del sistema politico e sociale che la esprime. Non che dalla giustizia borghese ci si debba aspettare altro, ma sapere che per l'omicidio di Carlo Giuliani non ha pagato nessuno, che molti dei massacratori della Diaz e di Bolzaneto l’hanno fatta franca, e che agli assassini in divisa di Aldrovandi e Cucchi hanno dato pene insignificanti, fa tremare di rabbia. Violare la proprietà privata è un reato grave, invece torturare oppure uccidere un manifestante o un "ragazzo difficile" no, ecco la morale dello Stato che ci governa.

A questa indecente sentenza si aggiungono altri fatti, negli ultimi tempi, che esprimono un generale innalzamento del livello repressivo, decisamente sproporzionato rispetto alle lotte che la classe lavoratrice - e più in generale eventuali movimenti d’opposizione - riesce attualmente a esprimere. Ma la crisi continua a mordere in profondità, ed evidentemente lo Stato ha deciso di dare qualche giro di vite per segnalare così il modo in cui ha intenzione di affrontare i futuri movimenti sociali.

Si inserisce in questo quadro anche l’operazione repressiva del 13 giugno contro due compagni del Collettivo Autorganizzato R60 di Reggio Emilia, che hanno subito una perquisizione domiciliare in seguito all’accusa di aver eseguito una serie di scritte ingiuriose nei confronti di vari esponenti delle istituzioni. E’ stata perquisita anche la sede del collettivo e molto materiale politico è stato sequestrato.

Esprimiamo la nostra solidarietà sia agli arrestati per i fatti di Genova 2001 (1) che ai compagni del collettivo R60 che conosciamo di persona e con cui intratteniamo rapporti di confronto politico fin dalla nascita del collettivo, consci che solo una ripresa generalizzata della lotta di classe potrà dare la giusta risposta alle aggressioni poliziesche e giudiziarie dello Stato borghese.

Non un passo indietro, avanti sul terreno dell’anticapitalismo, per la ripresa della lotta di classe, per il comunismo!

(1) Sulla nostra valutazione dei fatti di Genova consigliamo la lettura dell’articolo “Considerazioni di classe sul movimento no global” redatto nel 2001, consultabile sul sito web.

Venerdì, July 20, 2012