Solidarietà alla lotta degli operatori sociali

Volantino distribuito a Napoli

Contratti precari, stipendi arretrati (da mesi, se non da anni…), totale incertezza sul proprio futuro. Questa è la condizione di precarietà estrema che vivono i lavoratori del “terzo settore”, gli operatori sociali. Dopo che per anni e anni la situazione è andare di male in peggio, gli ultimi governi - locali o nazionali - hanno “semplicemente” sferrato il colpo finale e si avviano a mettere sostanzialmente la parola fine alle politiche sociali finanziate dallo Stato. Questo significa che le condizioni nelle quali versano i lavoratori impiegati in tale settore subiranno ulteriore peggioramento... Ma non solo, per ogni operatore ulteriormente in difficoltà o senza lavoro ci saranno decine e decine di utenti senza servizio. L'attività degli operatori sociali è volta ad assistere minori a rischio, anziani, disabili, immigrati, in una parola: poveri. Anche per questo motivo:

Invitiamo gli operai, i precari, i lavoratori al nero, i poveri pensionati, i semplici impegati, i disoccupati e il loro figli a sostenere la lotta di questi lavoratori. L'attacco alle loro condizioni si manifesta indirettamente contro tutti noi proletari!

D'altronde è ormai diventato impossibile trovare una famiglia che vive solo di salario e stipendio che non stia risentendo dei sacrifici imposti dalla crisi. I banchieri, gli industriali, i padroni, sono loro che posseggono i mezzi per produrre e distribuire beni e servizi. Così come sono loro, e i politicanti, che dettano le regole di funzionamento dell'economia e della intera società. Questa quindi è la crisi del loro sistema economico. Una crisi che però stanno facendo pagare a noi lavoratori. Padroni e politicanti fanno il loro gioco: difendono il loro interesse di classe sfruttatrice, difendono la loro posizione di dominio, salvaguardano i loro profitti. Noi proletari, classe di sfruttati, dobbiamo fare il nostro di gioco, difendendo i nostri interessi. Basta avere fiducia nei partiti che siedono - o vogliono sedere - in parlamento e nelle altre istituzioni. Andiamo oltre il sindacato, arma spuntata se non - nel peggiore dei casi - apertamente collaborativo con i padroni. Organizziamoci dando vita a nostri organismi di lotta.

Sacrifici, sacrifici, sacrifici… ma l'aspetto più tragico è che nonostante i nostri sacrifici nulla cambia. Sono anni che questo sistema economico, il capitalismo, va avanti affannando, negli ultimi anni stiamo semplicemente vivendo la fase più acuta della crisi. Ed è la dimensione della crisi che deve farci comprendere quanto questa sia un qualcosa di strutturale: la conseguenza di un sistema economico basato su leggi barbare e contraddittorie. Questa crisi è l'inevitabile modo d'essere del capitalismo e mostra chiaramente la necessità di superare tale sistema economico e sociale. Non facciamoci illusioni, non si torna indietro, questo sistema non è riformabile. C'è bisogno di una cambiamento rivoluzionario, storico. A noi serve infatti una società completamente diversa, che produca per soddisfare i bisogni di vita dell'umanità e non per soddisfare i profitti economici di una sua piccola minoranza. Una società nella quale i mezzi di produzione e distribuzione siano socializzati e non gestiti in modo privato (o nazionalizzato…) da un pugno di borghesi, una società dove la produzione non risponde alla logica del profitto ma sia finalizzata al reale soddisfacimento dei bisogni.

Battaglia Comunista sez. di Napoli

Crediamo sia necessario che i lavoratori si organizzino fuori da partiti istituzionali e sindacati, che si incontrino per mettere in comune la loro esperienza e per sostenersi a vicenda. Ti invitiamo a contattarci per portare avanti con noi questo lavoro. Indirizzo locale: napoli@leftcom.org

Sabato, April 7, 2012