Giro di vite sulle pensioni

Ci risiamo: “lacrime e sangue”… Ma cosa non si farebbe per il “bene comune”!

All'insegna dei sacrifici e dei risparmi piovono le randellate dei gestori del capitale, questa volta in vesti “tecniche”. Nei provvedimenti del professore Monti - presentati come “ultima spiaggia” e destinati a mettere in riga il proletariato per ridare un po' di ossigeno al capitale finanziario (visto che quello “produttivo” non ce la fa più) - spiccano gli “interventi severi sulle pensioni” (metodo contributivo, età elevata a 62 anni per le donne che possono però lavorare anche fino a 70 anni come gli uomini, la cui età pensionabile viene elevata a 66 anni). Dunque “pensioni flessibili” (finalmente liberi i lavoratori di “fare quello che vogliono”, meno il suicidio ufficializzato, condannato dal Vaticano il quale ammicca dalla cupola di San Pietro !) per “premiare” chi dal lavoro salariato proprio non si vuol separare se non in punto di morte… Quantitativamente saranno pensioni da sopravvivenza, sempre se arriveranno, visto che riguardo all'anzianità sono previsti ben 42 anni ed un mese di contributi per gli uomini e 41 anni e 1 mese di contributi per le donne (traguardi, per così dire, irraggiungibili!). Altrimenti si pagheranno “piccole penali”. Per caramella, si parla di un accorpamento nell'Inps di alcuni enti previdenziali: immediatamente, artigiani, agricoltori e commercianti gridano allo scandalo.

Dulcis in fundo, e ancora per i pensionati, stop agli adeguamenti delle pensioni all'inflazione: le lacrime del ministro Fornero avrebbero risparmiato "le pensioni minime" e quelle fino a 960 euro. Dopo di che si entrerebbe nelle fasce dei “pensionati agiati” e quindi resi disponibili (sempre per decreto legge) ai sacrifici per salvare l'Italia (il capitale e la borghese società).

Poteva poi mancare la ormai famosa liberalizzazione sia di vendita farmaci della fascia C sia di apertura di nuovi negozi? Avremo una farmacia ogni 4.000 abitanti, la quale, pagando s'intende, ci fornirà pastiglie e altro per compensare le conseguenze dei digiuni forzati…

Quindi, un'accelerazione della riforma degli ordini professionali: riduzione del tirocinio forense per gli avvocati ed eliminazione delle loro tariffe minime. E sale l'imposta di fabbricazione sulla benzina e sul diesel: aumenti previsti al consumo, Iva compresa, di altri 10 centesimi per la verde e 13,6 per il gasolio. Aumenti anche per il gpl.

Naturalmente qualche sostegno va pur concesso alle imprese, e prontamente ecco una decina di miliardi euro di interventi per finanziare lo “sviluppo”; deducibilità integrale dell'Irap sul costo del lavoro; favori fiscali nella raccolta di capitale di rischio con un apposito meccanismo per aiutare la patrimonializzazione delle imprese (1 miliardo di euro nel 2012, 1,5 nel 2013, 3 nel 2014); altri incentivi fiscali e garanzie sui prestiti alle piccole e medie imprese (20 miliardi di credito). E le Banche? Lo Stato garantirà le loro passività, con scadenza da 3 mesi fino a 5 anni.

Rullano i tamburi: ritorna l'imposta municipale sulla prima casa. Infine, una tantum (1,5%) sui capitali rientrati in Italia con lo “scudo fiscale” e piccole tasse sui “beni di lusso” (auto di grossa cilindrata, barche e aerei). Per… equità, dal 1° settembre potrebbe aumentare l'Iva di altri due punti percentuali. Vietato l'uso del contante oltre i 1.000 euro; qualche intervento sulle Province e poi… “tiriamo a campà”.

Che il governo tecnico del proff. Monti si sia posto l'arduo problema di “salvare l'Italia” (là dove le litigiose fazioni borghesi, e i partiti che le rappresentano in questo democratico paradiso italico, annaspavano attorno ai loro privati interessi di bottega) è più che lapalissiano. E dietro il ricatto, ma non poi tanto astratto…, di un default non soltanto nazionale, ecco che come sempre il proletariato paga. L'altare dei sacrifici viene debitamente incensato, mentre qualche buffetto sulle guance viene riservato a pochi strati della borghesia, i più deboli. Quella che per lo più figurerebbero in frange del ceto medio ormai proletarizzate. Per la più alta borghesia si accenna invece ad un “primo abbozzo di patrimoniale” in fase di un pensamento sofferto e che in partenza fa già ridere il pollame di questo Bel Paese (1): una patrimoniale, precisa Monti, sarebbe inapplicabile perché - udite, udite! -

le grandi ricchezze non sono facili da cogliere fiscalmente... [Non solo, ma] il capitale fuggirebbe immediatamente all'estero…

Quindi, affinché la borghesia italiana non venga “derisa” in campo europeo per la sua… debolezza, non c'è da fare altro che mettere in mutande il proletariato, invitandolo a “stringere la cinghia” (dopo avergli portato via anche quella) e per di più chiedendogli “uno scatto d'orgoglio”! Dopo tutto, si tratterebbe di “costi psicologici” che - se proprio si vogliono definire sacrifici - non possono far altro che strappare una lacrima al Ministro del Lavoro e delle Pari Opportunità.

E mentre Calderoli (autore dell'ormai famoso “porcellum” parlamentare) grugnisce e i giornalisi “ragliano” (sempre secondo la Lega), con la consueta dose di ipocrisia una buona parte dell'intellighenzia borghese di ogni settore commenta a denti stretti:

Non serviva un tecnico come Monti per varare una manovra vecchio stile (…) Dal governo dei professori ci saremmo aspettati qualcosa di più…

Giannini su Repubblica, 5-11

Senza parlare della Lega o della destra più becera (con Ferrara in tuta mimetica e bretelle rosse) che sbraita: “si è defraudato il Popolo Sovrano; si è sospesa la politica e la democrazia”! Semmai è il potere del Capitale che per un momento ha gettato la maschera, affrettando i tempi per le sue necessità impellenti. Non poteva perdersi in chiacchiere sul come meglio lisciare la schiena dei proletari o addirittura facendo scegliere ai diretti interessati le parti del corpo che meglio potevano essere colpite. E i partiti, fingendosi - relativamente - indignati, in realtà si fregano le mani per aver fatto togliere da altri le castagne dal fuoco.

Ebbene, cari signori, Monti serviva, e come! Si trattava - in piena e conclamata “democrazia borghese” - di togliere dall'impaccio partiti politici che nel Parlamento non sapevano più che pesci pigliare, rischiando di perdere voti preziosi a destra e a sinistra. Il problema era, ed è sempre, quello di “fare cassa”, la sola esigenza prioritaria da soddisfare. Forse qualche personaggio politico sapeva cosa fare diversamente da quel che sta facendo il professore? Se la sarebbe sentita di mettere le mani in tasca - apertamente - al proprio elettorato di fiducia, specialmente quel ceto borghese che ha pervaso con le sue ideologie conservatrici gran parte dello stesso proletariato? Dunque, si lasci “lavorare” il professore, al di sopra delle parti (?) dopo aver stabilito, ad evitare malintesi, che rendite finanziarie e patrimoni non si toccano, manco meno gli “invisibili” del sistema tributario… I “prelievi”, per quando ridicoli, cominciano a partire dai 75.000 euro, magari sostenendo che questo “è anche il bacino sociale del lavoro dipendente”. Ma in che razza di mondo vive questa gente, prendendoci - scusate - letteralmente per il culo? A proposito sempre di “parti basse” del nostro corpo: poteva mancare un “grazie” alla Gelmini e a Marchionne per aver saputo “ridurre un poco l'handicap dell'Italia nel formare studenti, nel fare ricerca, nel fabbricare automobili”?

Proletari, sveglia! O si deve proprio toccare il fondo del barile?

Delta

(1) Sarebbero solo 600 individui (secondo Associazione Private Banking) quelli che, in Italia, hanno un patrimonio finanziario che supera i 500mila euro a testa…