Licenziamento politico alla Fiat Cnh di Modena

Francesco Ficiarà, detto Falce, è un operaio scomodo. Quindici anni fa è stato licenziato per analoghi motivi ed è stato poi riassunto dopo anni di disoccupazione e cause legali interminabili, la Fiat sa che il suo licenziamento di venerdì scorso non sarà indolore. Pretestuoso e grezzamente costruito ad arte, è semplicemente un monito per tutti gli operai del gruppo Fiat a tenere la testa bassa!

Marchionne e i dirigenti CNH, impazienti di abolire l’articolo 18, non aspettano nemmeno la sua definitiva scomparsa con la finanziaria 2012 vogliono subito il campo libero, proprio in questi giorni nello stabilimento di Modena sta passando un accordo tra azienda e sindacato per rendere obbligatori 3 sabati al mese, in cambio dell’assunzione di 80 interinali su 160, perché non assumerli tutti e stare a casa il sabato?

Perché per i padroni e le burocrazie sindacali il problema è salvare i profitti non la qualità della vita e i posti di lavoro degli operai.

Perché il bene dei padroni non è quello degli operai.

Francesco è stato sempre in prima linea negli scioperi e nei picchetti per difendere il salario, la salute e la sicurezza nel proprio luogo di lavoro (che per lui è stato negli ultimi anni il reparto saldature) e ora viene licenziato, con il beneplacito della rsu Fiom e Si Cobas che non indicono nemmeno un ora di sciopero in suo favore. I delegati sindacali in CNH tacciono o prendono posizioni filo-padronali, proprio mentre padron Fiat ringhia: loro si dileguano e si comportano come se la cosa non li riguardasse.

E’ evidente il contrario: il licenziamento di Francesco se non viene contrastato da una concreta azione di sciopero è una vittoria della linea marziale della Fiat e tutti, delegati Fiom e Si Cobas compresi, si dovranno adeguare, di fatto lo stanno già facendo con la loro complice inerzia.

La palla ora è in mano agli altri operai che Falce lo conoscono, che sanno quanto ha sempre fatto per il bene di tutti, non solo nelle lotte collettive, ma anche in quelle individuali contro la dirigenza aziendale, soprattutto in termini di sicurezza e di agibilità politica per tutti gli operai non chinati al volere padronale.

Non è tempo di dispiacersi in silenzio, gli operai CHN devono scavalcare non solo le burocrazie sindacali, ma anche le proprie rsu e indire uno sciopero di solidarietà a Falce…Quando l’inerzia e la complicità sindacale con l’azienda è così evidente:

autorganizzarsi è una necessità!

7 novembre 2011, TCI - Battaglia Comunista - Sezione di Bologna