Fatti di cronaca nera e gossip: l'informazione di casa nostra

È risaputo che ci sono telegiornali e talk show che sembrano non occuparsi d'altro. Delitto e pettegolezzo. In un contesto simile è normalissimo che le escort del premier facciano più notizia delle sue alleanze che scricchiolano o delle sue leggi ad personam. Non sono solo le reti Mediaset, con tg come Studio Aperto - che comunque sembrano detenerne il monopolio - ma anche molti programmi Rai a fare quest'uso dello spazio a loro concesso. I media attingono dai gusti della massa con gli indici di ascolto, e creano essi stessi il gusto della massa, conoscendone gli orientamenti, le inclinazioni...

Bene. In questo periodo di rimbecillimento collettivo e di scarsissima se non inesistente disponibilità al cambiamento sociale, la massa vuole solo essere distratta. Detesta la "pesantezza" di certe notizie di politica o economia, anche se la riguardano molto da vicino. Si arriva alla perversione di assistere a vicende efferate come quella di Avetrana come tanti lettori di romanzi thriller. È la fregola non solo italica del non vedere l'ora di sapere chi è l'assassino.

Ma trovandoci nel Belpaese le conseguenze dell'abuso di questo modus informandi nel caso dell'omicidio di Sarah Scazzi sono le file enormi di macchine e addirittura di pulmann che ogni fine settimana si recano nel paesino pugliese per vedere "i luoghi del misfatto". Non per omaggiare la tomba dell'adolescente, ma per scattare fotografie un pò ovunque. Viene voglia di interrompere per i conati di vomito che salgono. E pensando che molte di queste persone sono proletari, viene voglia di mollare baracca e burattini perchè tanto proletari così non ti seguiranno mai. Ma poi prevale la consapevolezza che una società così merdosa merita solo di essere cambiata.

Questa tendenza al voyeurismo non è imputabile ai media ma all'imbecillità delle persone, direte voi. Ma le persone, proletari compresi, subiscono ahinoi la cultura dominante in una certa epoca e in un certo luogo. L'epoca è questa e il luogo è l'Italia. E il bombardamento di trasmissioni a questo scopo è incessante. Tutte le peggiori risorse vengono chiamate in campo: tronisti e corteggiatrici, pupe e secchioni, abitanti della casa, finti naufraghi su un'isola (e restarci magari?), famiglie in vena di riappacificazioni mediatiche. Tutto quello che serve per stuzzicare il gusto del patetico che in pochi altri posti come da noi circola in così enormi quantità.

La pace sociale è ancora l'elemento dominante su scala mondiale. Ma fiammelle di rivolta si accendono con una certa frequenza, negli ultimi tempi. In certi casi, proletari che come in Grecia non avevano ormai nulla da perdere. La tranquillità alla quale da noi non si vuole rinunciare di fronte alla paura di mettersi troppo in gioco, è fatta di questo? È questo che ci fa stare ancora buoni? Rimaniamo dell'opinione che il peso maggiore ce l'abbiano fattori come la truffa elettorale, il collaborazionismo sindacale, l'assenza di una prospettiva rivoluzionaria per colpa della grande menzogna del '900, il capitalismo di stato sovietico.

Ma se oltretutto al nostro Pinocchio proletario, per distrarlo dai suoi compiti storici, il Lucignolo borghese mostra questo "paese dei balocchi", si comprende ulteriormente il motivo di tanta passività. Che durerà finchè Pinocchio continuerà ad essere così somaro da cascarci ogni volta.

IB

Comments

Ma non credi che il "Paese dei balocchi" sia espressione di decadenza e decomposizione del "corpo borghese" di Lucignolo ?

E' da questo che dovrebbe iniziare Pinicchio per svolgere il suo compito storico!