Anche a scuola, lotta di classe!

Volantino per lo sciopero del 15 ottobre e per le lotte nel mondo dell'istruzione

La “riforma” Gelmini è un taglio di 8 miliardi di euro al finanziamento della scuola pubblica, ottenuto attraverso:

  • Il licenziamento di massa di 87.000 docenti e 34.000 personale ATA
  • La riduzione degli insegnanti di sostegno
  • La riduzione di 1900 ore d’insegnamento di materie d’indirizzo e di cultura generale
  • Il taglio dei fondi d'istituto
  • Blocco dei contratti e degli scatti di anzianità per tre anni, con le conseguenze immaginabili sugli stipendi, sull'accesso alla pensione e sulla pensione stessa

Il tutto accompagnato da:

  • Limitazione del tempo pieno
  • 5 in condotta
  • Obbligo di svolgere stage non pagati
  • E poi, ancora, scuole dichiarate a rischio, il 45% delle scuole senza palestra, caro libri, ecc. ecc.

Un attacco violentissimo. Il taglio del personale sta determinando il più grande licenziamento di massa della storia (120.000 lavoratori della scuola sbattuti in mezzo alla strada). Per chi a scuola rimarrà e per gli studenti proletari - ossia quelli che provenendo da famiglie di lavoratori salariati non hanno le stesse possibilità di scelta, culturali ed economiche di cui dispongono i figli della borghesia - questo significa carenza di personale all’interno degli istituti e la conseguente formazione di classi che possono arrivare fino a 35 alunni, riduzione delle ore di lezione e il complessivo peggioramento dell’offerta formativa. Le scuole piccole vengono accorpate agli istituti più grandi, magari lontani chilometri, la riduzione del tempo pieno alle elementari complica ulteriormente la vita alle famiglie di lavoratori, per rendere ancor più salato il prezzo della crisi - e bilanciare i tagli ai Fondi di Istituto - alle famiglie viene richiesto un contributo “volontario” sempre più grande che va ad incidere pesantemente sul bilancio delle stesse. E’ l’intensificazione della crisi ad aver accelerato l’aggressione ai lavoratori della scuola, e non solo in Italia: da Los Angeles a Parigi, da Londra a Roma i governi recitano lo stesso infame copione.

Una risposta di classe. Ad un attacco di classe non si può che rispondere come classe. Quindi lasciamo da parte tutte le differenze (età, salario, categoria) e poniamo l’attenzione sui nostri interessi in quanto classe sociale, interessi diametralmente opposti a quelli della borghesia. Abbiamo bisogno di lavorare perché per noi che viviamo di salario, della vendita della nostra forza-lavoro, è l’unico modo di tirare avanti. La borghesia invece ha bisogno di abbassare il costo del lavoro anche sotto la soglia della nostra sopravvivenza, al fine di aumentare i suoi profitti. Sussiste l'assoluta inconciliabilità degli interessi in campo, inconciliabilità che potrà essere superata solamente attraverso il superamento del capitalismo stesso. Che fare?

  • Costruiamo comitati di agitazione formati da lavoratori e studenti
  • Organizziamo assemblee unitarie che vedano la partecipazione di insegnanti, personale A.T.A, studenti e genitori, assemblee che abbiano potere sovrano nella decisione delle forme della lotta
  • Unifichiamo le lotte solidarizzando con tutti i lavoratori colpiti dalla crisi
Studenti e lavoratori della scuola internazionalisti