Tiriamo fuori la nostra rabbia

Profitti ai padroni, sacrifici per noi lavoratori. Non rassegnamoci, tiriamo fuori la nostra rabbia

Quanta rabbia abbiamo noi giovani lavoratori, immersi in questo mare di precarietà. Quanta rabbia abbiamo noi disoccupati, costretti a vivere di lavoro nero . Quanta rabbia abbiamo noi giovani proletari, con un futuro fatto solo di incertezza. Quanta rabbia abbiamo noi cassaintegrati, perseguitati dalla paura di perdere il lavoro. Quanta rabbia abbiamo tutti noi proletari costretti a vivere ogni giorni da sfruttati. Una rabbia che troppo spesso ci teniamo dentro, persi nella rassegnazione.

Gli imprenditori, i banchieri, i padroni di ogni genere, stanno facendo pagare a noi proletari i costi di questa crisi. Adesso ci dicono che il peggio è passato – l’ennesima menzogna – intanto noi continuiamo a pagare. Questa è una crisi strutturale che coinvolge tutto il mondo e tutti i settori economici. La crisi generalizzata, è l’inevitabile approdo di un sistema economico dominato dalla logica del profitto, governato da leggi contraddittorie quanto barbare. La crisi continuerà a far sentire i propri effetti e i padroni continueranno a farcela pagare. Sono anni che ci chiedono di fare sacrifici: le continue ristrutturazioni industriali, i licenziamenti, la precarietà, l’aumento dei ritmi di lavoro, i tagli alle pensioni e allo “stato sociale”, la perdita del potere d’acquisto... e noi, di sacrificio in sacrificio, stiamo diventando tutti poveri, questa è la verità. Tanti di noi vivono di stenti e continue rinunce. Troppi non riescono più a tirare avanti.

Oggi i sindacati ci chiamano a scendere in piazza. Domani diranno che è stata una grande manifestazione, parleranno di una magnifica risposta del “mondo del lavoro”, di una vittoria. Ed è quello che puntualmente dicono dopo ogni “sciopero” e manifestazione che organizzano, lo fanno da anni. Come mai allora noi lavoratori continuiamo a rimetterci? Sono anni che paghiamo, dove le vedono queste “vittorie”?! La verità è che continuano solo ad ingannarci. I sindacati sono inutili – nel migliore dei casi – se non completamente asserviti ai padroni. Almeno dovrebbero ammettere di essere perdenti. Confederale o di “base”, dietro ai sindacati in questi anni abbiamo sempre perso. Questo è un dato di fatto.

Ma non dobbiamo rassegnarci, anzi, dobbiamo essere coscienti della nostra forza di classe lavoratrice, tirare fuori la rabbia e lottare veramente. Una forza che possiamo esprimere solo se saremo in grado di essere realmente protagonisti. Dobbiamo andare oltre il sindacato e la logica sindacale stessa, organizzare noi le lotte, i veri scioperi, che danneggiano veramente il padrone. Questo è il punto, la nostra lotta non può essere delegata a nessuno, nessuno può rappresentarla. C’è bisogno di un vero protagonismo proletario. Le assemblee dei lavoratori – e non i sindacati a tavolino – devono decidere forme e obiettivi delle lotte.

Noi crediamo che ci sia bisogno di costruire una alternativa comunista. Riteniamo che questa società schifosa debba essere superata attraverso un processo di trasformazione rivoluzionario, che veda la massa proletaria come protagonista, con la guida di un partito che abbia appreso fino in fondo le lezioni della controrivoluzione staliniana, per porre fine allo sfruttamento e ad ogni divisione in classi della società. Altro che utopia, la vera utopia è pensare che questo sistema possa essere riformato! Guerre, devastazioni ambientali, crisi e sfruttamento, ormai il capitalismo è solo questo, non potrà offrirci altro. Rendiamocene conto. Fuori la rabbia, fuori il protagonismo proletario.