Lotta alla FIAT di Pomigliano - Un piccolo contributo

Volantino distribuito ai picchetti

Siamo un piccolo gruppo di comunisti, molti di voi hanno, durante questi giorni, avuto modo di conoscerci e discutere con noi. Non siamo lavoratori della FIAT, ma siamo proletari ed è soprattutto per questo che ci siamo impegnati ad essere affianco a voi in questa lotta. Crediamo, infatti, che la solidarietà tra i proletari sia un’arma indispensabile per reagire agli attacchi che la borghesia (i padroni) sta portando avanti in questi anni, spingendoci progressivamente verso condizioni di lavoro e di vita che ormai iniziano a diventare insopportabili. Siamo comunisti, siamo proletari, questa lotta operaia la sentiamo anche nostra.

Detto questo, ci preme avanzare una serie di riflessioni sperando che queste nostre osservazioni possano costituire un piccolo contributo alla discussione e al buon proseguimento della vertenza.

  1. Lo sciopero di venerdì è stato una iniziativa strepitosa: corsi bloccati, picchetti ovunque, una organizzazione perfetta, stabilimento messo in ginocchio (padrone messo in ginocchio). La cosa ottimale sarebbe stata poter proseguire con questa forma di lotta ad oltranza. Bisogna però essere realisti e fare una seria valutazione delle forze.
  2. È stata quindi una mossa intelligente, in quanto inevitabile, concentrarsi “soltanto” sui picchetti funzionali al blocco delle merci, lasciando “liberi” i lavoratori di entrare (esortandoli magari poi a portare solidarietà ai picchetti).
  3. Non ha senso invitare i 316 a partecipare ai corsi, sarebbe una sconfitta:
  4. * Questa lotta è contro l’esternalizzazione dei 316 (anticamera del futuro possibile licenziamento), il corso è finalizzato all’esternalizzazione, parteciparvi sarebbe illogico, significherebbe iniziare ad accettare l’esternalizzazione stessa.
    * Bisogna fare una seria valutazione delle forze. Benissimo. Qualcuno sostiene che la ripresa dei corsi potrebbe garantire una crescita delle forze da mettere in campo. Non è vero, anzi è l’esatto contrario. Secondo questi, gli operai dovrebbero alternarsi per coprire i tre turni di picchetto e, contemporaneamente, ognuno dovrebbe partecipare al corso. Sarebbe una situazione insostenibile.
    * Bloccando i corsi gli operai perderebbero dei soldi, è vero, ma in gioco c’è il posto di lavoro, non dimentichiamolo. Quindi alcuni giorni di paga persa, contro la perdita totale del lavoro. Questa volta almeno ci sta rimettendo anche il padrone (finalmente!), questo ci deve gratificare.
  5. Il punto di forza dell’iniziativa di venerdì è stata la costituzione del comitato: gli operai avevano deciso di mettere da parte le varie sigle sindacali per portare avanti, dal basso una iniziativa unitaria, basata sul potere delle assemblee. Bisogna proseguire su questa linea. Per questo le bandiere sindacali devono continuare a non essere esposte, sarebbe un passo indietro rispetto a quel principio vittorioso. I sindacalisti operai (RSU) ci devono stare come operai. Le bandiere non servono, i picchetti si fanno con il proprio corpo. Vogliono venire anche funzionari e segretari sindacali? Ci vengano con il corpo (a picchettare!).

Compagni non molliamo. Chi lotta può anche perdere ma chi non lotta... ha già perso.

Se pur con le nostre piccole forze, saremo sempre affianco a voi, con le nostre idee, con i nostri corpi.

I compagni del Partito Comunita Internazionalista (Battaglia Comunista) sez.Napoli
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