Elezioni politiche

Lavoratori, proletari, una volta ci dicevano che era la scala mobile l’origine di tutti i mali e l’hanno annullata; poi hanno detto che era il sistema pensionistico e l’hanno cambiato; poi ancora il mercato del lavoro troppo rigido e l’hanno reso flessibile e precario; poi il sistema sanitario troppo costoso; infine le tasse troppo alte a carico delle imprese.

Alla fine si scopre che il “sistema Italia” non si è mai ripreso ed emerge che queste riforme erano necessarie solo per garantire la sopravvivenza del sistema.

Se andiamo indietro nel tempo ci accorgiamo che tutti questi tagli sono stati fatti sia dai governi di destra, sia dai governi di sinistra in perfetta continuità, dimostrando che qualsiasi governo fa solo gli interessi della classe borghese.

L’elezione è il teatrino della politica per legittimare il potere nelle mani della borghesia, ma con un mandato popolare, e nello stesso momento fare apparire il sistema “democratico”. Partecipare alle elezioni significa avallare questa mistificazione democratica ed aiutare la borghesia nella sua dittatura: proprio quella che chiamano “democrazia”.

Siamo certi che nuovi sacrifici da parte della classe lavoratrice serviranno solo a garantire ancora un poco la sopravvivenza a questo sistema, sistema che è in crisi non solo in Italia ma anche in Europa ed in tutto il mondo, una crisi che porterà i vari capitali a scontrarsi tra loro e le varie borghesie fasciste e “progressiste” a fomentare masse di lavoratori le une contro le altre, ancora una volta carne da macello per gli interessi borghesi.

Anche quelli che dicono di volere ripartire i redditi più equamente e quelli che ripropongono società socialiste in continuità con le esperienze della Russia di Stalin (dove il socialismo non è mai esistito!!) sono complici di quegli interessi. L’economia Russa era solo una versione del capitalismo, quello statale, sistema di sfruttamento a volte più efficiente di quello privato.

Tutti i partiti che partecipano alle elezioni avanzano programmi con contenuti compatibili con gli interessi capitalisti (e, se non sono compatibili col capitalismo attuale, rimangono sempre l'orizzonte dell'illusorio riformismo piccolo-borghese: la Sinistra arcobaleno) e chiusi nello steccato degli interessi padronali, mentre a noi ci fanno morire come mosche sui luoghi di lavoro al ritmo di quattro al giorno.

È ora che la classe operaia (e tutto il lavoro dipendente) rialzi la testa autorganizzando le lotte, senza aspettare le vertenze sindacali, anzi, fuori e contro i bidoni sindacali - come il contratto metalmeccanico che hanno appena firmato nonostante il parere degli operai - e contro le illusioni del sindacalismo sedicente di base.

Anche chiedere il rispetto delle norme di sicurezza non è solo e tanto un problema morale o civile: vuol dire mettere in discussione il cuore stesso su cui si regge tutto l’apparato produttivo. Il capitalismo nostrano, cioè. Calcando un po’ la mano - ma poi non così tanto, viste le cronache - vuol dire “uccidere” Lui, prima che Lui uccida Noi.

L’unica alternativa a questo stato di cose è quella di prepararsi con il partito di classe nell’unica e sola soluzione possibile per noi sfruttati: l’abbattimento del capitalismo con la presa del potere da parte del proletariato e la costruzione di una nuova società senza classi e senza frontiere.

Non andare a votare

Il P.C. Internazionalista, invita ancora una volta all’astensione e alla militanza rivoluzionaria

Tempo di lottare!
Con il Partito Comunista Internazionalista

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