Primo Maggio 2007

Il capitalismo mondiale crea miseria per milioni di esseri umani, solo la lotta di classe può mettervi fine

Volantino tratto da un più esteso documento del BIPR: leftcom.org

“Tutto va per il meglio, nel migliore dei mondi possibili”. Alla scadenza del Primo Maggio 2007, il Fondo Monetario Internazionale ha celebrato la prospettiva di un quinto anno consecutivo di elevata crescita economica mondiale. I profitti crescono mentre la produttività del lavoro sale.

Allo stesso tempo, ci vengono a dire che la classe operaia è una specie in via di estinzione, almeno nei paesi avanzati, e che la lotta di classe è una cosa del passato. Saremmo tutti dei cittadini che godono dei benefici di una democrazia crescente. Anche le voci del movimento “no-global” sembrano essersi ammutolite.

Le contraddizioni del sistema

In realtà, le contraddizioni del sistema, invece di diminuire, aumentano. Le ineguaglianze si diffondono e si approfondiscono tanto all'interno degli stati che tra di essi. L'80% della forza-lavoro mondiale vive al di sotto di quello che nei paesi avanzati sarebbe considerato il livello di povertà. Senza contare che nessuna statistica può rendere conto del peso complessivo della miseria umana di coloro i quali non sono integrati nella produzione o che lavorano, di fatto, in condizioni di schiavitù.

La precarietà del posto di lavoro, i salari sempre più bassi, il declino delle prestazioni sociali dello stato (cioè il furto del salario indiretto e differito) sono tutti aspetti della medesima offensiva del capitalismo internazionale. Contemporaneamente, il mito, diffuso con propaganda martellante, sulla scomparsa delle classi e della lotta di classe ha una certa forza, visto l'attuale basso livello della lotta di classe a dispetto degli incessanti attacchi del capitale - in ogni angolo della terra - volti a ridurre il costo della manodopera. Ma questo periodo dovrà necessariamente finire, poiché le contraddizioni del sistema si sono intensificate. In breve, il tasso di sfruttamento è in aumento ovunque.

L'alternativa

Anche se il capitalismo ha beneficiato di lunghi periodi di relativa pace sociale, questa non è mai durata in eterno. Ma la crisi non può offrire altro che barbarie crescente, a meno che il proletariato mondiale non sviluppi la consapevolezza del suo ruolo nell'attuale società e il suo programma per cambiarla. La lotta di classe, dunque, non scompare affatto, nonostante la censura sulle lotte del proletariato mondiale voglia farlo credere. Ogni lotta parziale deve portare a una riflessione sulla natura del sistema, una riflessione che condurrà un numero sempre più grande di proletari a diventare consapevoli della posta in gioco. Ma ciò è possibile a condizione che i rivoluzionari giochino un ruolo di direzione politica in queste lotte e in questa riflessione e convincano i lavoratori sulla necessità di lottare per la futura società comunista.

Sebbene oggi partiamo da una base ristretta, è a questo che i gruppi del Bureau Internazionale per il Partito Rivoluzionario si dedicano per contribuire a forgiare il futuro partito internazionale del proletariato, ben prima di questo scontro storico. Un tale partito non sarà uno strumento di potere, ma di direzione nelle lotte, uno strumento che combatte tutte le false alternative che questo sistema decadente e disperato getterà sul cammino dei lavoratori.

La vera alternativa è chiara. O il capitalismo continua ad accrescere la miseria di milioni di persone, a creare fame, a condurci verso la catastrofe ecologica, a produrre sempre più guerre, oppure la classe lavoratrice riafferma politicamente la propria esistenza in quanto classe e riscopre il suo proprio programma politico. La grande questione della storia rimane la stessa: la barbarie capitalista da una parte contro il nostro socialismo dall'altra.

Proletari di tutti i paesi, unitevi! Abbiamo un mondo da conquistare!